Salvini usa le donne per giustificare la sua transfobia: il caso di Imane Khelif

Il caso di Imane Khelif rende evidente a chiunque solo una cosa: la transfobia di Matteo Salvini. Ecco una riflessione sul caso dell'atleta.

Il governo di Giorgia Meloni non perde occasione per dimostrare quanto sia omofobo e transfobico. L’ultima, in ordine di tempo, è la fake news secondo cui l’atleta Imane Khelif sarebbe una donna trans. Nulla di più falso, ma i vari Salvini, Santanchè, La Russa si sono scagliati contro la sportiva e la sua partecipazione alle Olimpiadi di Parigi, diffondendo una notizia non vera e, di fatto, emarginando e offendendo un’intera comunità.

Il caso di Imane Khelif

Ma andiamo con ordine: la bufala secondo cui Khelif sarebbe nata uomo è partita nel 2023, attraverso i social spagnoli di estrema destra. La fake news che la riguarda è stata diffusa nell’ambito di un dibattito sulla partecipazione delle sportive transgender nelle competizioni femminili. La verità, comunque, è che Khelif ha una malattia (l’iperandrogenismo) che le causa livelli di testosterone più alti del normale. L’atleta, tuttavia, ha superato tutti i test medici per competere ai giochi.

Ora, che il governo Meloni sia omofobo e transfobico non è una novità, purtroppo, e l’ha dimostrato in più occasioni (di recente, durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi, è stata presa di mira la scena delle drag queen, giudicata blasfema). Quello che, però, trovo subdolo e pericoloso è il fatto che venga utilizzato e strumentalizzato (quindi svilito) il tema delle donne per legittimare la propria omofobia.

Infatti, tutto ha avuto inizio quando la Lega ha chiesto un’informativa del ministro dello Sport Andrea Abodi «su quello che potrebbe succedere alle Olimpiadi: la nostra pugile Angela Carini dovrà competere e salire sul ring con una atleta nata uomo oggi donna». Insomma, «in nome dell’inclusività» sarebbero stati calpestati «i diritti delle donne».

Salvini e la transfobia di Stato

Ecco, la fake news su Imane Khelif, il linguaggio utilizzato per diffonderla (la destra italiana continua a dire “un trans” anziché “una donna transgender” e a utilizzare il maschile), la provenienza dell’atleta (“l’algerino”, “il pugile africano”) sottolineata in ogni post (mentre l’italiana Angela Carini viene chiamata per nome) dimostrano che ai vari Salvini, Santanchè, La Russa non importa alcunché delle donne. Del resto, siamo di fronte a un governo che vuole rendere l’aborto impraticabile, che ha affossato la proposta di legge per la parità salariale, ha alzato l’iva su assorbenti e pannolini, ha votato contro la Convenzione di Istanbul per la prevenzione e la lotta contro la violenza di genere, insomma, mi pare evidente che il tema delle donne sia l’ultimo dei loro problemi.

Quello della comunità LGBTQIA+, invece, continua a essere uno dei loro chiodi fissi. Nonostante sia il ministro dei trasporti e, a tal proposito, l’Italia sia al collasso, Salvini non perde occasione per scagliarsi contro la comunità. Stavolta, per farlo, ha utilizzato le donne, strumentalizzando un tema a cui le destre non si sono mai interessate. Tutto ciò è avvilente ed è l’ennesima violenza di Stato verso la comunità LGBTQIA+. Questa è, di fatto, transfobia di Stato.

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