Coppia gay aggredita a Roma, quattro contro due: trovati gli aggressori grazie ai video, ecco cosa hanno rivelato gli avvocati
L’aggressione omofoba subita da una coppia gay a Roma ha suscitato una forte indignazione e preoccupazione in tutta Italia. Il video dell’attacco è diventato virale, portando a una rapida identificazione dei responsabili.
La coppia, supportata legalmente dalla Gay Help Line, ha denunciato i quattro aggressori, mentre le dichiarazioni contrastanti degli avvocati di entrambe le parti fanno emergere una storia complessa e dolorosa. Di seguito, i dettagli su quanto avvenuto e le prospettive legali future.
Trovati gli aggressori: la difesa ridicola «non sapevano fossero gay»
Grazie alla diffusione virale del video dell’aggressione, gli aggressori sono stati identificati. Si tratta di tre uomini e una donna che hanno attaccato brutalmente i due ragazzi, prendendoli a cinghiate e insultandoli con epiteti omofobi. Tuttavia, l’avvocata difensore dei quattro ha cercato di minimizzare l’accaduto, descrivendolo come un semplice “diverbio stradale”. Secondo questa versione, gli aggressori non avrebbero saputo che le vittime erano gay e l’episodio sarebbe stato un normale scontro nato da questioni di viabilità.
Questa difesa appare(ovviamente) debole e poco credibile, specialmente alla luce delle prove video e delle testimonianze raccolte. Il comunicato della Gay Help Line chiarisce infatti che gli aggressori avrebbero rivolto insulti specifici come «guarda sti fr0ci», evidenziando l’intento omofobo dietro l’attacco.
La Gay Help Line, attraverso il servizio di supporto legale, ha sottolineato l’importanza della partecipazione di ulteriori testimoni per rafforzare il caso contro gli aggressori. Un sit-in di solidarietà è stato organizzato per mercoledì 24 luglio alle ore 19:00 all’EUR, incrocio via delle Tre Fontane e via di Val Fiorita, per esprimere vicinanza alla coppia aggredita e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità dell’accaduto.
Gli avvocati della coppia gay aggredita a Roma dichiarano «Sono stati chiamati fr*ci»
Gli avvocati della coppia aggredita hanno respinto con forza la versione difensiva degli aggressori, affermando che l’attacco non è stato un semplice diverbio stradale, ma un chiaro atto di violenza omofoba. «Ribadiamo che l’aggressione subita dai ragazzi che assistiamo ha chiari indicatori di natura omofobica e non è il frutto di un banale diverbio stradale, come dichiarato dagli aggressori: i due ragazzi infatti si tenevano per mano e sono stati chiamati “fr0ci”», hanno affermato in una nota ufficiale.
Gli avvocati hanno inoltre spiegato che gli aggressori, dopo aver quasi investito la coppia con l’auto, hanno reagito con violenza una volta riconosciuta l’orientamento sessuale dei ragazzi. Le immagini video e le offese verbali documentano chiaramente l’odio omofobo alla base dell’aggressione, un elemento che sarà determinante nelle sedi opportune per dimostrare la premeditazione e la natura discriminatoria del crimine.
Nonostante l’evidenza delle prove, il contesto legale italiano non prevede aggravanti specifiche per i crimini d’odio omofobi, poiché il DDL Zan, che avrebbe introdotto tali misure, è stato bocciato dai partiti di maggioranza del governo attuale. Questa lacuna legislativa rende più difficile ottenere giustizia piena per le vittime di violenza omofoba, un problema che gli avvocati della coppia intendono affrontare con determinazione.
La storia della coppia aggredita e la risposta delle istituzioni e della società civile mettono in luce la necessità urgente di un cambiamento legislativo e culturale in Italia. Il caso non solo rappresenta una sfida legale significativa, ma è anche un simbolo della lotta continua contro l’omofobia e la discriminazione. Mentre il processo legale avanza, la solidarietà e il supporto della comunità saranno cruciali per sostenere le vittime e promuovere un futuro di maggiore inclusività e rispetto per tutti.