Morgan ha deciso di dire la sua "verità" su Instagram, in un format a puntate in cui racconterà la vicenda di Angelica Schiatti.
Dopo che Selvaggia Lucarelli ha portato alla luce la drammatica vicenda che vede protagonista Angelica Schiatti, vittima di stalking e diffamazione da parte di Morgan, quest’ultimo ha deciso di mettere in scena uno spettacolo patetico, ma soprattutto molto, ma molto pericoloso. Marco Castoldi, vero nome del cantante, infatti, ha annunciato che, attraverso i suoi social, racconterà la sua verità sulla vicenda in questione: il format a puntate si chiamerà #morgangel.
Insomma, Morgan – che ha accusato Schiatti di essere alla ricerca di visibilità (da quando subire per quattro anni senza mai parlare vuol dire cercare visibilità?) – ha deciso di approfittare di questa vicenda per trarne dei benefici e avere quanta più visibilità possibile.
Tutto ciò è davvero avvilente, specie perché – in questo modo – la vittima sarà vittima due volte: non solo delle violenze subite, ma della gogna mediatica che sarà costretta a vivere. Ma, soprattutto, Angelica Schiatti, che da anni attende il processo, adesso dovrà sopportare un processo social.
Morgan condanna Angelica Schiatti a un’altra violenza
Quello che fa Morgan è pericoloso, perché – in una società come la nostra, ancora profondamente maschilista – un uomo su cui pendono delle accuse pesantissime rischia di diventare, se non innocente, quantomeno non il solo responsabile dei fatti. In altre parole, il rischio è che, alla fine, Angelica venga considerata corresponsabile di quanto avvenuto.
Le donne, per secoli, sono state considerate colpevoli delle violenze che hanno subito, ogni volta che è stato chiesto loro come fossero vestite, che ci facessero lì a quell’ora, se avessero provocato il loro carnefice (e di esempi potrei farne ancora e ancora). Ecco, il rischio è che accada di nuovo, che la “verità” di Morgan, data in pasto ai social, diventi un’altra violenza per Angelica Schiatti.
No, Morgan non ha il diritto di difendersi sui social
So cosa dirà – adesso – qualcuno, ovvero che Morgan ha tutto il diritto di difendersi sui social perché è sui social che è stato condannato dai più. Allora è bene chiarire alcune cose. La prima, la più importante: Angelica Schiatti non ha mai parlato dei fatti di cui è stata (ed è) vittima, ha pubblicato un post soltanto dopo l’approfondimento di Selvaggia Lucarelli. Quindi, posto che i social non siano un tribunale, non è qui che Morgan deve dimostrare la propria innocenza. Specie, soprattutto, perché Schiatti non ha mai parlato, ha un numero esiguo di follower e una fama nettamente inferiore, quindi Morgan potrà beneficiare anche delle testate giornalistiche che faranno da megafono alle sue esternazioni (oltre che dell’enorme seguito che ha su Instagram).
Poi ancora: Lucarelli, nell’articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano, ha fornito delle prove (messaggi minatori, insulti e accuse e tanto materiale è ancora inedito), non delle opinioni. Se si vuole ascoltare il “punto di vista” del carnefice, si sta automaticamente dividendo la responsabilità della violenza tra il colpevole e la vittima.
Terzo punto: la “verità” di Morgan, sui social, avrà il solo effetto di trasformare questa vicenda in uno show, delegittimare la vittima e togliere autorità non solo al tribunale (quello vero), ma anche al lavoro giornalistico (in questo caso di Selvaggia Lucarelli). Morgan, in altre parole, farà quello che ha sempre fatto: uno spettacolo patetico, su un palco che dovrà dividere solo col suo ego, convinto di poter gettare fumo negli occhi del pubblico attraverso le sue parole.
Solo che, stavolta, il solito spettacolino rischia di essere molto pericoloso e di fare male a chi il male l’ha già subito per quattro anni: Angelica Schiatti.