Massimo Bossetti come ha scoperto chi è il suo vero padre? Qual è il suo vero cognome? Tutta la storia

Chi è il vero padre di Massimo Bossetti? Le indagini hanno evidenziato un'incongruenza biologica: ecco cosa è successo.

Massimo Bossetti è attualmente detenuto con la pena dell’ergastolo per via dell’omicidio di Yara Gambirasio, per il quale si è sempre dichiarato innocente. Nella vicenda, processuale e non, dell’operaio bergamasco emerge anche l’emblematica figura di suo padre: perché?

Il manovale ha scoperto durante le indagini che quello che ha sempre creduto essere suo padre, ovvero Giovanni Bossetti, biologicamente non è nessuno, ma solamente un uomo che lo ha cresciuto come se fosse effettivamente suo figlio, pur non essendolo. Massimo, dunque, sarebbe nato dalla relazione clandestina di sua madre Ester Arzuffi e un autista di autobus.

Stiamo parlando di Giuseppe Guerinoni, autista di Gorno morto nel 1999, e marito di Laura Poli. Quest’ultima, rilasciando un’intervista al settimanale Oggi, ha dichiarato che dal suo punto di vista la verità sul caso Gambirasio sia ben diversa da quella che è stata raccontata. Perché?

A onor del vero, in effetti, ci sono diverse criticità nell’accusa verso Massimo Bossetti e la difesa si batte da sempre affinché venga riconosciuta la totale estraneità ai fatti del proprio assistito. A oggi, purtroppo, senza risultati. Ma perché la figura del padre dell’operaio di Bergamo è così importante ai fini delle indagini?

Chi è il vero padre di Massimo Bossetti?

Come abbiamo detto, Massimo Bossetti ha scoperto chi fosse il suo vero padre solo a seguito delle indagini che la Procura ha portato avanti nella speranza di individuare il vero colpevole dell’omicidio di Yara Gambirasio. Il lavoro degli inquirenti è stato certosino, sebbene ancora oggi – come accennato – qualcosa non torni.

Sul corpo della giovane ginnasta, in effetti, sono stati trovati ben 11 DNA differenti, di cui uno appartenente alla maestra Silvia Brena. Ascoltata dalle Forze dell’Ordine, ma mai formalmente indagata. Nel frattempo, però, le analisi hanno portato a conoscere l’identità di quello che oggi è considerato l’assassino di Yara: Massimo Bossetti.

Ma come si è arrivati a questo risultato? Bossetti, in una fase preliminare delle indagini, è stato noto a tutti per mesi come Ignoto 1. Proprio lui è uno dei figli illegittimi di Giuseppe Guerinoni, ovvero il padre biologico di Massimo. La richiesta però non è stata certo esaudita: in che modo si è giunti a questo risultato?

Le indagini a tappeto

Il DNA di Giuseppe Guerinoni è emerso a seguito di un’indagine a tappeto per rintracciare il proprietario delle tracce biologiche sul corpo di Yara Gambirasio, in particolare quella trovata sui leggings della ragazza, appartenente, appunto, presumibilmente a Massimo Bossetti. Tutti gli abitanti di Brembate, infatti, sono stati analizzati.

In poco tempo si è arrivati a raccogliere dapprima 10mila campioni, poi 14mila e infine 18mila. Per collegare Guerinoni a Bossetti è stato chiesto addirittura di riesumare il corpo dell’autista di autobus per eseguire un test del DNA di conferma. I tre figli legittimi del padre biologico di Massimo erano stati immediatamente esclusi dalle indagini, sempre in base ai test effettuati in tal senso.

Nei mesi successivi alla scoperta dell’esistenza di Guerinoni, dunque, si è stati alla ricerca spasmodica della donna che aveva avuto una relazione clandestina proprio con l’autista di autobus. Il figlio non riconosciuto nato da questa storia, era, o meglio è, appunto Ignoto 1. Oggi individuato in Massimo Bossetti.

Chi è la madre di Bossetti?

La madre di Bossetti è Ester Arzuffi, morta nel 2018 all’età di 71 anni. Lei è stata individuata il 26 aprile del 2014, quattro anni dopo la scomparsa e la morte di Yara Gambirasio. Anche nel caso della signora Arzuffi, ormai defunta, si è risaliti alla sua identità mediante un test del DNA. Suo figlio Massimo porterebbe il nome del vero padre: all’anagrafe, infatti, il manovale è Massimo Giuseppe Bossetti. Giuseppe, come Guerinoni.

Le parole di Laura Poli

Laura Poli è la moglie del defunto Giuseppe Guerinoni; questa, intervistata dal settimanale Oggi, parlando di Massimo Bossetti, ha dichiarato quanto segue: “Bossetti? È un povero disgraziato. Mi fa pena. Vorrei guardarlo negli occhi e parlargli. Un giorno la verità salterà fuori. Temo che sia diversa da quella che ci hanno raccontato”.

Ancora, poi, non credendo affatto che Guerinoni possa essere il padre biologico di Bossetti, sempre Laura Poli aveva aggiunto: “Siamo stati utilizzati perché qualcuno potesse coprirsi di gloria e di riconoscimenti. E qualcuno non ha fatto onore alla sua professione […] Mio marito lo conoscevo troppo bene e non ha lasciato figli in giro. Mi sarei accorta se mi avesse nascosto qualcosa”.

Chi è il padre “adottivo” dell’assassino di Yara Gambirasio?

Biologico o no, Massimo Bossetti ha sempre riconosciuto nella figura di suo padre Giovanni, l’uomo che si è preso cura di lui dalla nascita. Nel dicembre del 2015, a un anno e mezzo dall’arresto di suo figlio, è scomparso lasciando un vuoto incolmabile nella vita del manovale oggi condannato all’ergastolo.

Dal carcere, comunque, Bossetti scrive sempre lettere per suo padre. Una in particolare aveva commosso i sostenitori della sua innocenza. Ecco cosa si leggeva: «Ciao amato papà, il mio pensiero per te in questi giorni si è intensificato, puoi benissimo immaginare il motivo…Si avvicina il Natale, il terzo Natale lontano dalla mia amata famiglia e il primo Natale senza più te papà accanto al mio fianco».

Ancora, l’AdnKronos, riportando la lettera di Massimo Bossetti a suo padre Giovanni, scriveva: «Natale, dovrebbe essere la festa più grande, più bella, più sentita dell’anno. La festa in cui tutte le famiglie, genitori con figli, figli con genitori, si abbracciano, si baciano, si uniscono con gioia, felicità, serenità (…)».

Bossetti, poi, aggiungeva quanto segue: «Papà, come vedi per me niente è più risentito come un tempo, niente che esista in natura possa a me permettere nel poter gioire e strapparmi un piccolo sincero sorriso. Niente di niente può colmare il dolore che resta chiuso in me. Come vorrei riaverti di nuovo accanto a me, avverti vicino in questa triste, malinconica, angosciosa “stanza” per riempire questo vuoto dall’amore tuo che mi manca e sentir meno la tua mancanza (…). La tua fede al dito, la tua foto attaccata al muro, è tutto quello che mi resta, so che mi sei vicino (…). Ti voglio bene e mi manchi tantissimo, dal tuo amato figlio Massy».

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