Alessio Sanzogni, chi era l’ex socio di Chiara Ferragni morto giovanissimo? Il tragico incidente e la lite con Ferragni

Chi era Alessio Sanzogni, manager di successo nonchè l’ex socio di Chiara Ferragni? Scopriamo tutto sul suo tragico incidente!

Alessio Sanzogni era l’ex socio di Chiara Ferragni morto in un tragico incidente. Come mai aveva litigato con l’ex di Fedez? Di seguito tutti i dettagli!

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Era una splendida persona: sorridente, empatico, estroverso e con tante idee imprenditoriali di successo. Manager di successo, era molto conosciuto nel mondo della moda e riusciva a dare il “la” a diverse campagne commerciali. Aveva pochi decenni di vita Alessio Sanzogni e tanti desideri da realizzare ma un tragico incidente sulla stradale sull’A4 ha messo fine ai suoi progetti ma, soprattutto, alla sua breve vita.

Tra le tante attività, Alessio Sanzogni aveva contribuito al successo milionario di The Blonde Salad e di Chiara Ferragni, ma poi pare che l’ex moglie di Fedez abbia scelto di proseguire il suo percorso senza di lui. Scopriamo tutto sulla vicenda!

Età alla morte

Alessio Sonzogno è morto all’età di 34 anni.

L’incidente che ha tolto la vita ad Alessio Sonzogno

La vita di Alessio Sonzogno si è fermata drammaticamente la notte del 28 gennaio 2019 a causa di un tremendo incidente. Erano circa le due di notte e il manager viaggiava a bordo della sua Audi Q2, sull’autostrada A4, tra Bergamo e Seriate, diretto verso Milano. Lo schianto terrificante è avvenuto nei pressi dell’aeroporto Orio Al Serio e, secondo la ricostruzione, Alessio non si è accorto per tempo di un rallentamento per un incidente avvenuto poco prima. Il suo piccolo Suv, infatti, si è schiantato contro un Tir fermo nella lunga coda che aveva paralizzato la strada, provocando un urto mastodontico che non gli ha lasciato scampo.

Originario di Gardone Valtrompia, in provincia di Brescia, Sonzogno è morto sul colpo.

Motivo della lite con Chiara Ferragni

Alessio Sanzogni era stato uno degli artefici del successo di Chiara Ferragni, contribuendo al lancio di The Blonde Salad e dell’azienda Tbs Crew. Per circa un triennio ha lavorato dietro le quinte al progetto dell’influencer, diventando il braccio destro della fashion blogger cremonese. Poi le loro strade hanno preso direzioni diverse, pur rimanendo buoni amici. Anche se in molti hanno pensato che la divisione tra Sanzogni e Chiara Ferragni sia stata l’esito di un litigio, in effetti lui si è separato dal rapporto professionale con l’ex di Fedez per portare avanti altri progetti.

Chiara Ferragni, dal canto suo, alla notizia della tragica morte dell’amico, ha confessato a Il Giorno: ” Non riesco a trovare parole per esprimere quanto sia scioccante. Una volta eravamo molto affiatati e lavoravamo insieme a tempo pieno, poi, alcuni anni fa, abbiamo preso strade diverse. Quello che rimpiango ora è il tempo che non abbiamo trascorso insieme negli ultimi due anni, le parole che non ci siamo detti. Non importa cosa succede nella tua vita, sii sempre consapevole di rendere speciali le persone a cui tieni. Spero troverai pace Alessio!”.

Vita privata e lavoro

Il manager morto nel tragico incidente aveva studiato allo Iulm di Milano ed era una giovane promessa dell’imprenditoria internazionale riferita al campo dell’alta moda. Appena ventiquattrenne, infatti, era entrato nella maison Luis Vuitton e in breve ne era divenuto responsabile della divisione digitale italiana.

Nel 2013 Alessio Sonzogno ha incontrato Chiara Ferragni e ha contribuito fattivamente alla trasformazione di The Blonde Salad in un progetto editoriale destinato a diventare milionario. Dopo tre anni di connubio professionale con l’ex di Fedez, Sonzogno ha deciso di separarsi dalla fashion blogger per seguire un progetto personale. Ha quindi fondato una sua attività, Ispiry, una società di digital marketing che l’ha confermato manager di successo.

Osservando il suo profilo Instagram, la sua vita era molto piena, in viaggio tra l’Italia e il resto del mondo, dribblando tra impegni professionali e capatine in mete esotiche, città d’arte e di cultura. Legatissimo alla sua terra, quando poteva tornava a Gardone e, come aveva più volte dichiarato, “non finiva mai di ammirare la laboriosa concretezza”.

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