Fedez, Chiara Ferragni e i figli Leone e Vittoria: la verità è che a nessuno interessa il bene dei bambini

Chiara Ferragni, Fedez e i loro figli Leone e Vittoria, esposti su Instagram sin da prima di nascere: una riflessione sui minori sui social.

Dei bambini e delle bambine non importa niente a nessuno, lo dico senza timore di essere smentito. Rettifico: i bambini e le bambine diventano argomento di interesse comune soltanto quando si parla (perlopiù impropriamente) di GPA (ovvero gestazione per altri, definita – anche stavolta impropriamente – “utero in affitto”), ma solo perché si pensa, nonostante i dati lo smentiscano, che sia un mezzo utilizzato solamente dalle coppie omosessuali. In altre parole, si parla di bambini soltanto per attaccare le persone LGBT+.

L’altro caso, poi, riguarda l’aborto: di fronte al diritto all’interruzione di gravidanza, i più si ricordano di tutelare i bambini (che, di fatto, non esistono ancora).

Fedez, Chiara Ferragni e i figli che diventano un’attrazione per gli utenti

Dei bambini, dicevo, non importa niente a nessuno. Questa riflessione nasce da una veloce ricerca sui social: ad oggi, su Instagram, esistono decine e decine di pagine dedicate a Leone e Vittoria, i figli di Fedez e Chiara Ferragni. Pagine, va chiarito, che contano migliaia di follower (alcune oltre centomila) e in cui ci sono foto e video dei due bimbi (foto e video pubblicati, nell’arco di questi anni, dai Ferragnez).

La cosa che mi ha stupito, ma ancor più inquietato, è una pagina i cui amministratori, addolorati per l’assenza di nuovo materiale dei due bambini (Fedez e Ferragni, da qualche tempo, non pubblicano più immagini dei figli), hanno deciso di trasformare l’account in uno spazio commemorativo. Sì, avete capito bene. E la cosa più spiazzante sono i commenti al post, scritti da gente affranta, che vorrebbe vedere dei nuovi scatti dei due bambini, che spera che i Ferragnez cambino idea, che pubblichino qualcosa perché «Leone e Vittoria mi mancano tanto».

Non so se avvertite il senso di turbamento, disorientamento e anche di angoscia di fronte a questa realtà distopica, in cui due bimbi sono diventati – loro malgrado – l’attrazione di centinaia di migliaia di persone. Io credo che la gente non abbia compreso pienamente il meccanismo malato di cui credeva di essere solo spettatrice e di cui, invece, è corresponsabile; un meccanismo per cui da una parte ci sono due genitori che usano i figli per guadagnare (i Ferragnez non hanno mai fatto ADV con i figli, è vero, ma Leone e Vittoria sono diventati parte della loro comunicazione social, i loro contenuti hanno portato milioni di persone a seguirli) e dall’altra parte dei “consumatori” che vogliono quel prodotto. E “quel prodotto”, lo ribadisco, sono due minori usati come esca per attrarre pubblico, per vendere una vita artificiale che altro non è che un’interminabile televendita.

Tutelare i bambini: no, non lo stiamo facendo

Quindi mi domando: tutto ciò è successo e continua a succedere sui social, quindi sotto gli occhi di tutti, perciò com’è possibile che non siano mai stati presi provvedimenti? Si parla tanto della tutela dei bambini (di quelli non ancora nati e di quelli voluti dalle coppie omosessuali), ma nessuno pensa a tutelare i bambini sbattuti sui social sin da prima di nascere (è ormai consuetudine di molti pubblicare l’ecografia del feto), usati per fare adv, per aumentare l’engagement. Parlo dei Ferragnez come di centinaia di migliaia di altri utenti che usano i figli, che guadagnano attraverso i figli e che li espongono, ogni giorno, a rischi enormi. Com’è possibile che tutto ciò avvenga sotto i nostri occhi e nessuno prenda provvedimenti?

Ormai sembra sia tutto lecito, ma l’esposizione dei minori sui social è fuori controllo e preoccupante, com’è preoccupante pensare che ci siano milioni di utenti che seguono (o sarebbe il caso di dire seguivano) Fedez e Ferragni «perché mi piacciono Leone e Vittoria». Ma com’è possibile che due bimbi diventino l’attrazione di persone adulte, spesso genitori, che non capiscono quanto sia pericolosa l’esposizione continua dei minori sui social? Com’è possibile non capire che chi, di professione, vende la propria vita su Instagram utilizza i propri figli per guadagnare? Com’è possibile farsene complici?

È tempo (o forse è tempo già da un po’) di risvegliare le nostre coscienze e capire che è finita l’era della televisione, in cui il pubblico era solo uno spettatore passivo: oggi, con i social, siamo tutti attori, siamo tutti sul palcoscenico e abbiamo il potere, finora evidentemente sottovalutato, di creare dei trend, non solo di seguirli. Possiamo cambiare, invertire la rotta e permettere ai bambini di essere quello che sono: bambini, appunto. Non trofei da esibire, non strumenti per adv, non esche per attirare utenti.

Capiremo mai che siamo parte del problema e che il cambiamento deve partire da noi?

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