All eyes on Rafah, qual è il significato della frase diventata virale sui social e chi l'ha condivisa per primo? Tutta la storia della foto
“All eyes on Rafah” è una frase che sta riscuotendo un’enorme popolarità sui social media, apparendo sempre più spesso sotto post, video e commenti su piattaforme come TikTok e Instagram. Ma cosa significa esattamente questa espressione e perché è diventata così frequente nei commenti degli utenti? E perché tutti la stanno ricondividendo nelle proprie stories di Instagram?
La frase “All eyes on Rafah” è un invito a mantenere alta l’attenzione su ciò che sta accadendo a Rafah, una città palestinese situata nel sud della Striscia di Gaza, che è stata recentemente vittima di un raid devastante.
Nelle ultime ore, Rafah è stata colpita da nuovi attacchi israeliani che hanno provocato almeno 45 vittime e oltre 180 feriti tra gli sfollati palestinesi, tra cui donne e bambini. L’area colpita includeva un grande container usato come rifugio per molte famiglie, considerato una “zona sicura” che, tragicamente, si è rivelata tutt’altro che sicura.
All eyes on Rafah: cosa significa?
La frase “All eyes on Rafah” (letteralmente ”Tutti gli occhi su Rafah”) nasce come una richiesta disperata di cessate il fuoco e di attenzione internazionale sulla strage di civili e il terrore che si sta consumando in Palestina. È uno slogan che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica globale, per non far cadere nell’oblio le sofferenze delle persone colpite da questi eventi tragici.
La catena social ha avuto inizio dopo l’ultimo attacco israeliano del 27 maggio contro il campo profughi nella città di Rafah, che ha causato la morte di 45 persone e il ferimento di altre 180. Tra le vittime c’erano anche donne e bambini. Subito dopo, le immagini strazianti provenienti dal campo profughi hanno iniziato a circolare sui social media, suscitando un’ondata di commozione e indignazione.
Perché è diventata virale?
La storia è diventata virale grazie all’uso di un semplice adesivo di Instagram chiamato “Tocca a te”. Questo adesivo è comunemente utilizzato per avviare catene social, permettendo agli utenti di partecipare a un trend condividendo una propria foto o ricondividendo un’immagine già pubblicata da altri. Nel caso di Rafah, l’adesivo ha giocato un ruolo cruciale: bastava cliccare sull’adesivo visibile nella storia per far sì che Instagram creasse automaticamente una nuova storia con la stessa immagine, diffondendo ulteriormente il messaggio.
Questa funzione ha facilitato la diffusione virale delle immagini di Rafah, rendendo possibile una mobilitazione globale attraverso i social media. L’efficacia di questo strumento ha permesso a milioni di utenti in tutto il mondo di mostrare solidarietà e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tragica situazione nella città palestinese, trasformando un semplice gesto digitale in un potente atto di protesta e consapevolezza.
La foto di All eyes on Rafah: chi l’ha condivisa per primo?
La storia di Rafah ha avuto origine da un utente di Instagram identificato come shahv4012, con il nome utente @chaa.my_. Questo dettaglio è facilmente individuabile cliccando sull’adesivo “Tocca a te” nella storia, dove è possibile visualizzare sia il numero totale di persone che hanno partecipato alla catena fino a quel momento, sia il nome dell’utente che ha lanciato la storia.
Nonostante shahv4012 sembri essere un ragazzo, stando alla foto del profilo, e le emoji delle bandiere nella sua bio suggeriscano origini malese e singaporeane anziché palestinesi, è stato proprio lui a dare il via a questa catena virale. Non è un “creator” con un grande seguito, avendo meno di 10.000 follower al momento, ma un semplice fotografo che utilizza i social media per condividere le proprie immagini.
La storia di Rafah, quindi, ha avuto origine da una persona comune, non necessariamente legata alle vicende della Palestina, ma che ha scelto di utilizzare la propria piattaforma per dare visibilità a una causa importante e sensibilizzare il pubblico sulla tragedia che si sta verificando nella città palestinese.
Da dove è nata?
Questo movimento ha preso piede nei campus universitari, nelle scuole e persino per le strade, dove le parole dello slogan sono state dipinte sui muri. I social network sono diventati uno strumento cruciale per dare visibilità a questi eventi, con moltissime celebrità e personaggi pubblici che hanno preso posizione utilizzando proprio queste parole.
L’uso diffuso della frase sui social mira a creare un’onda di consapevolezza e solidarietà, spingendo le persone a informarsi e a non rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie. Con oltre 30 milioni di condivisioni, “All eyes on Rafah” è diventato un potente grido di denuncia e un richiamo all’azione, dimostrando la forza della solidarietà digitale nel sensibilizzare il mondo su questioni cruciali e urgenti.