Elena Cecchettin e Stefano Massini sono stati aggrediti verbalmente (e non solo), mentre Eugenia Roccella è stata contestata: i fatti.
Mi sorprende, ma nemmeno troppo, il fatto che qualcuno non capisca perché si mostri solidarietà a Elena Cecchettin e a Stefano Massini, aggrediti verbalmente (e non solo) al Salone del Libro di Torino, e non a Eugenia Roccella, contestata durante l’apertura degli Stati Generali della Natalità.
Mi sorprende, ma nemmeno troppo, che non siano chiare alcune cose ovvie: Roccella non ha subito alcuna violenza fisica né verbale, semmai sono state contestate le sue idee antiabortiste (idee volte a togliere un diritto, in questo caso rendere sempre meno praticabile e accessibile l’aborto); Massini è stato aggredito (anche) fisicamente.
La differenza (ovvia, ma non per tutti) tra Eugenia Roccella e Stefano Massini e Elena Cecchettin
Se è vero che pure Cecchettin e Massini sono stati attaccati per le loro idee, esattamente come Roccella, c’è da sottolineare – perché sembra un aspetto secondario, ma non lo è – che Roccella è una politica, ha un potere determinante per la vita di milioni di italiani, dunque la contestazione è l’unico mezzo che la gente ha per mostrare il proprio dissenso. Lei sostiene di aver subito una censura (cosa non vera, perché la censura è quando avviene dall’alto verso il basso, non viceversa), ma in verità è stata lei a scegliere di andarsene e non affrontare i suoi contestatori.
Roccella, subito dopo i fatti avvenuti agli Stati Generali della Natalità, è stata ospite di Bruno Vespa, la notizia della contestazione (riportata, tuttavia, come una censura) è finita su tutti i telegiornali e, l’indomani mattina, sulla prima pagina dei maggiori quotidiani nazionali. In altre parole, la sua versione dei fatti è diventata l’unica versione dei fatti: i contestatori, vale a dire una manciata di studenti, sono diventati dei sovversivi facinorosi e lei una vittima di censura. Cecchettin e Massini riceveranno lo stesso trattamento dai media e dal web? No, ovviamente. E qualcuno dirà che è giusto così, perché Roccella è una carica dello Stato, loro no.
Ed è qui la contraddizione: com’è possibile paragonare la violenza subita da due privati cittadini alla contestazione fatta a una politica, che ha un potere decisionale sulla vita di milioni di persone?
Infine, ma non ultimo per importanza: le parole di Cecchettin e Massini hanno lo scopo di sensibilizzare il pubblico su temi importanti e (purtroppo) di stretta attualità, come la violenza di genere nel primo caso e la dittatura nazista nel secondo. Roccella, invece, continua a portare avanti una politica retrograda e ghettizzante, che umilia e offende le donne e la loro sacrosanta libertà di autodeterminarsi.
Qualcuno ha ancora il coraggio di paragonare la violenza subita da Elena Cecchettin e Stefano Massini alla contestazione fatta a una ministra della Repubblica?