Pro Vita e famiglia chi sono? Cos’è la loro associazione? Chi la finanzia?

Sapete di cosa di occupa l'associazione Pro Vita e famiglia e da chi è stata fondata? Scopriamo di seguito da chi è finanziata economicamente

Pro Vita e famiglia è l’ONLUS considerata influente tra gli antiabortisti. Cosa sappiamo dell’associazione? Chi la finanzia? Scopriamo di seguito tutti i dettagli!

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Nata come ONLUS nel 2019 dalla fusione di due associazioni, ProVita e Famiglia concentra le sue attività sull’opposizione all’aborto, all’eutanasia e a contrastare quella che, erroneameamente, è chiamata ideologia o teoria gender. Si presenta come apartitica e apolitica, di carattere conservatrice, si batte per la difesa della famiglia tradizionale, quella cioè fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.

Sicuri di conoscere tutto su Pro Vita e Famiglia, diventata influente come associazione a livello nazionale perché opera in favore dei bambini, delle madri e dei padri? Scopriamo di seguito tutto sull’ONLUS che sostiene di difendere il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale.

Pro Vita e famiglia chi sono?

L’associazione ProVita e famiglia si regge principalmente dall’azione di volontari, sostenitori, donatori e persone comuni. Presente in tutta Italia, è supportata da circa 110 circoli territoriali, presenti in quasi tutte le regioni della penisola.

Ma chi sono le persone che hanno dato il via a ProVita e Famiglia?

Toni Brandi ne è il presidente. Nato a Roma, è un imprenditore che ha sempre operato nel campo del turismo. Nel 2012, insieme ad altri amici, ha fondato l’associazione Pro Vita onlus, diventata successivamente Pro Vita & Famiglia.

Francesca Romana Poleggi è il direttore editoriale. Madre di tre figli, è anche nonna. Da oltre trent’anni insegna economia e diritto nella scuola secondaria. Fin da giovanissima ha fatto parte di Fede e Luce, una associazione di volontariato con persone diversamente abili. È tra i fondatori di Pro Vita. Attualmente dirige la rivista mensile Notizie Pro Vita & Famiglia ed è membro del Consiglio direttivo.

Uno dei portavoce è Jacopo Coghe, trentanovenne nato e cresciuto a Roma. Dopo il dioloma  prende la maturità classica, ha intrapreso gli studi di filologia medievale. È sposato da 15 anni e padre di 6 figli. Dal 2008 è titolare di un’impresa che opera nel settore del design e della comunicazione e lavora con aziende italiane. Nel 2013 ha fondato con altri amici La Manif Pour Tous Italia, diventata poi Generazione Famiglia e incorporata nel 2019 a Pro Vita & Famiglia.

Altro portavoce è Maria Rachele Ruiu, nata a Roma nel 1983. Dopo il diploma classico si è laureta in psicologia alla Sapienza e lavora come counsellor professionista socio educativo. Ha collaborato con il Dono Onlus, accogliendo le donne che manifestavano conseguenze di un aborto volontario o eugenetico. Anche lei è stata tra le fondatrici di La Manif Pour Tous Italia.

Cos’è la loro associazione?

Attiva in tutto il territorio italiano, ProVita e famiglia si impegna per costruire una società fondata sui valori della vita e della famiglia, contrapponendo la cosiddetta “cultura della morte”. In altre parole, l’associazione, nel difendere la dignità della vita umana, mette in discussione alcuni diritti, tra cui l’eutanasia e l’aborto, ispirandosi a principi cristiani.

ProVita e famiglia agisce in difesa dei bambini, della famiglia naturale ed è fautrice della libertà educativa dei genitori. Secondo i fondatori e sostenitori della ONLUS, l’intento è quello di agire per il bene comune, tramite campagne di sensibilizzazione, eventi formativi, assistenza a persone e famiglie bisognose, mezzi di informazione, interventi presso le istituzioni e iniziative legali.

Chi la finanzia?

Nel sito web ufficiale di Pro Vita e famiglia è ben evidente la richiesta di donazioni e contributi a sostegno delle attività portate avanti dall’associazione.

Con l’invito “Dona ora. Per aiutare i bambini nel grembo e quelli già nati, le madri, le famiglie in difficoltà e per contribuire alle campagne per la vita e la famiglia”, i contribuenti possono anche scegliere di destinare alla ONLUS il 5 per mille del loro Irpef.

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