Rai smentita, un documento svela la verità sul monologo di Scurati che è stato censurato: ecco cosa è successo

Il monologo di Antonio Scurati per il 25 aprile censurato e cancellato da programma di Serana Bortone, un documento rivela i motivi FOTO

I fatti: la Rai ha cancellato il monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati, previsto durante la trasmissione “Che sarà”, condotta da Serena Bortone, sabato 20 aprile. Scurati, rinomato scrittore e studioso del fascismo, avrebbe dovuto condividere le sue riflessioni in merito a questa data storica così significativa per l’Italia.

La denuncia di questa censura è stata sollevata proprio da Serena Bortone, la conduttrice del programma, che ha reso pubblica la decisione della Rai di eliminare il monologo di Scurati. La decisione della Rai di cancellare il contributo di Scurati ha sollevato molte domande sulla motivazione dietro questa mossa e ha portato alla ribalta il tema della libertà di espressione e del pluralismo dei media in Italia.

La Rai, inizialmente, si è giustificata sostenendo si trattasse di motivi ”economici”. Per il sindacato storico delle giornaliste e dei giornalisti Rai, Usigrai, si tratta di una mossa per “silenziare gli intellettuali sgraditi a chi governa”. La Rai, invece,  spiega che non c’è stata alcuna censura. Scopriamo le varie versione e la nuova verità venuta a galla.

La versione della Rai

L’azienda ha rilasciato un comunicato in cui precisava che il monologo di Scurati sarebbe stato cancellato solo per motivi economici. Ecco la versione della Rai, riportata dal direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini:

«Credo sia opportuno  non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrenti.

Al di là di queste mere questioni burocratiche la possibilità per Scurati di venire in trasmissione non è mai stata messa in discussione. Nessuna censura».

La verità: «Cancellato per motivi EDITORIALI»

Ma la Rai è stata velocemente smentita da un documento che è iniziato a circolare in rete e sulle testate giornalistiche in cui viene riportato il motivo della cancellazione del monologo di Scurati:

«Con la presente facciamo riferimento alla rdp. n7241200773 a nome di Antonio Scurati in qualità di autore testi creativi per il programma Che Sarà, si comunica che la stessa viene annullata per MOTIVI EDITORIALI». 

Ecco il testo integrale del monologo di Antonio Scurati

Ecco il testo integrale del monologo dello scrittore Antonio Scurati, pubblicato su Repubblica.it.

«Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini.

L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato.

Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania. In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.

Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.

Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale – continua lo scrittore – la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023). Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana».

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