Emma Marrone dopo la malattia potrebbe ancora avere figli, ma c'è un ''ma'' «Ho avuto il cancro alle ovaie, ho ancora l'utero, però...»
Nel servizio televisivo in onda martedì 16 aprile a Le Iene, la celebre cantante Emma Marrone si è aperta in modo inedito e intimo con l’inviato Nicolò De Vitiis. Durante l’intervista, ha condiviso i suoi pensieri e le sue esperienze più profonde, compresa la difficile battaglia contro il cancro che ha affrontato e superato.
Emma ha raccontato di aver vissuto momenti di paura estrema, temendo persino per la propria vita. Ha rivelato di aver affrontato un intervento chirurgico durante il quale ha perso le ovaie. Questo tragico evento ha inevitabilmente influenzato il suo rapporto con la maternità, e oggi, nonostante le difficoltà, continua a coltivare il sogno di diventare madre.
La cantante ha espresso il desiderio di avere figli e ha ribadito la sua convinzione che le donne single dovrebbero avere il diritto di ricorrere alla fecondazione assistita per realizzare il proprio desiderio di maternità. Lei non ha fatto in tempo a raccogliere e congelare i suoi ovuli, ma il suo stato attuale potrebbe ancora permetterle una gravidanza. Scopriamo come e l’importante messaggio che l’ha cantante ha lanciato.
Emma Marrone e la storia della sua malattia «Avevo un cancro alle ovaie»
Durante un controllo medico di routine, Emma ricevette la diagnosi scioccante: tumore alle ovaie. Questo annuncio improvviso rappresentò un duro colpo per la cantante, un vero e proprio shock che ha descritto come una doccia fredda. Tutto è iniziato quando una sua amica le ha chiesto di accompagnarla a una visita ginecologica. Proprio durante questa visita, la dottoressa ha notato qualcosa di preoccupante. La cantante ha confessato di aver temuto per la sua vita più di una volta, sottolineando che questa situazione si è verificata per ben tre volte.
«Una mia amica, una collega di lavoro, doveva fare una visita ginecologica e mi aveva chiesto di accompagnarla. Una volta lì mi aveva proposto di fare la sua stessa visita, assicurandomi la bravura della dottoressa. L’ho vista cambiare colore in viso e da lì è stato un inferno»
La paura e l’angoscia di affrontare una malattia così grave e imprevista hanno segnato profondamente Emma. Il culmine di questa battaglia è stato raggiunto durante un intervento chirurgico, nel quale ha dovuto affrontare la dura realtà di perdere le ovaie. Questo momento segna un punto di svolta nella sua vita, portando con sé una serie di sfide emotive e fisiche che Emma ha dovuto affrontare con coraggio e determinazione.
Emma può ancora restare incinta dopo il tumore? «Ho ancora l’utero»
Emma ha condiviso il suo profondo desiderio di diventare madre, sottolineando l’importanza di garantire a tutte le donne il diritto di accedere alla maternità, indipendentemente dalle loro risorse economiche. Per la cantante, diventare madre rappresenta un sogno che spera ancora possa diventare realtà, nonostante l’operazione chirurgica che ha comportato la rimozione delle sue ovaie. Nonostante questa procedura, Emma ha sottolineato che ha ancora l’utero, il che lascia aperta la possibilità di una futura gravidanza.
Nonostante non abbia avuto l’opportunità di congelare gli ovuli in precedenza, la cantante mantiene la speranza che il suo sogno di diventare madre possa ancora realizzarsi:
«Mi piacerebbe diventare madre sapendo che tutte le donne potrebbero averne diritto, non mi piace pensare che sia sempre e solo una questione economica. Non ho fatto in tempo a congelare gli ovuli perché non c’era più speranza ma potrei ancora poter avere figli. Ho l’utero»
«La stronzata è che chi non ha un compagno, non può diventare madre»
Nella sua intervista Emma Marrone tocca un tema importantissimo sul diritto alla genitorialità. La cantante sostiene che sia una “stron*ata enorme” il fatto che le donne single non possano avere un figlio attraverso la fecondazione assistita senza la presenza di un compagno: «Io ho 39 anni e tutti gli strumenti per essere madre: economici, psicologici, sostegno della famiglia, ma siccome non ho un compagno e non posso avere il diritto di diventare madre».
Perché le donne single non possono scongelare i propri ovuli?
La libertà di scelta e i progressi della scienza dovrebbero essere un mix infallibile per la società del futuro a cui tutti dovremmo aspirare, ma è frustrante accorgersi di quanto la messa in pratica di questi due fattori continui a non generare risultati; un caso su tanti altri è sicuramente quello della possibilità per le donne di congelare i propri ovuli in Italia: ma come si fa e a quale costo? L’interrogativo, però, non si pone solo in termini pratici ed economici ma racchiude anche l’insieme dei diritti e delle possibilità.
Preservare la fertilità in età giovanile offre alle donne la possibilità di posticipare la maternità, sia per motivi personali che a seguito di malattie. Una delle tecniche utilizzate per questo scopo è il congelamento degli ovociti. Ma il processo per accedere a questa opzione, come spesso accade in Italia, non è affatto semplice e non dà pieno diritto di scelta alle donne (tanto per cambiare).
Il congelamento degli ovociti è una tecnica che consente alle donne di prelevare i propri gameti in età ottimale, generalmente tra i 20 e i 35 anni, e conservarli a temperature molto basse per utilizzarli in futuro. Questo metodo offre alle donne la possibilità di cercare una gravidanza anche dopo i 40 anni o in seguito a una malattia che potrebbe compromettere la loro fertilità.
Quindi ogni donna potrebbe decidere di far uso di questo processo per garantirsi una possibilità in futuro di mettere al mondo dei figli. Ma c’è un ”ma”.
Congelare i propri ovuli, visti i costi è un privilegio di poche. Potremmo aprire un dibattito sull’interesse che lo Stato dovrebbe nutrire nel facilitare questa pratica sia a favore del cittadino che della società. Ma ATTENZIONE, perché la fregatura è sempre dietro l’angolo.
Indovinate chi non può scongelare i propri ovuli, soldi permettendo? E perchè proprio le donne single e le coppie omosessuali? Si, la solita solfa che ci saremmo anche stufate di ritrovare uguale ovunque e in ogni tematica sociale. Ma la storia è sempre quella.
Per scongelare i nostri benedetti ovuli, che se ci è andata bene ci sono costati circa 20 mila euro e per cui ci siamo sottoposte agli esami preliminari, i dosaggi ormonali e il prelievo sotto anestesia totale con tanto di puntura e aspirazione vaginale, ci serve un UOMO.
Eh già. Se ce lo fossimo scordate, l’accesso alla procreazione medicalmente assistita è permesso, in Italia, solo alle coppie e solo se eterosessuali. Una donna single o in una coppia lesbica può procedere al congelamento, ma non può utilizzare gli ovuli congelati per la procreazione assistita senza un uomo.
Diritti per cui oggi ancora non combattiamo abbastanza. Il famoso progresso che avanza senza avanzare mai. La famosa libertà di scelta che non è libera. Non per tutti. E se non lo è per tutti non lo è per nessuno.