Mara Venier, quando la pezza è peggio del buco: le bugie sul caso di Ghali e Dargen D’Amico

Mara Venier, dopo il comunicato stampa a Domenica In, ha deciso di rompere il silenzio: ecco cosa ha detto in una recente intervista.

Dopo il comunicato stampa letto a Domenica In, Mara Venier si è trincerata in un silenzio durato qualche giorno. Oggi, però, ha deciso di dire la sua su quanto avvenuto con Ghali e Dargen D’Amico, accusati – rispettivamente – di essersi fatto portavoce di messaggi d’odio per aver detto «Stop al genocidio» e di aver parlato d’immigrazione. A detta di Venier, non ci sarebbe stata, da parte sua, alcuna censura. Ma, come spesso accade, la pezza è peggio del buco e le sue giustificazioni fanno acqua da tutte le parti.

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In una lunga intervista al Corriere della Sera, Mara Venier ha affermato, in tutta onestà, che lei è un volto Rai e, quindi, «se l’amministratore delegato della Rai mi chiede di leggere un comunicato, io lo faccio». Fin qui nulla da eccepire: è facile dire che, vista la sua posizione da privilegiata e la sua lunga carriera, avrebbe dovuto ribellarsi, ma la verità è che un lavoratore serio si comporta esattamente come ha fatto lei. E non per asservimento, ma semplicemente per professionalità. Certo è, però, che avrebbe dovuto evitare di dire «Siamo tutti d’accordo» e parlare solo per sé.

Mara Venier e il caso di Ghali e Dargen D’Amico a Domenica In

Ma veniamo al dunque: dopo una serie di dichiarazioni inattaccabili («Io piango per le mamme di Gaza che hanno perso i loro figli bambini, come piango per le donne ebree stuprate e prese in ostaggio. Piango per tutte le vittime civili»), Venier ha detto che Ghali è stato assolutamente libero di esprimersi senza censure e di rispondere alle critiche dell’ambasciatore di Israele. Di fatto è vero, ma Ghali, quello che aveva da dire, l’aveva già detto (in due occasioni) sul palco dell’Ariston, chiedendo il «Cessate il fuoco» e lo «Stop al genocidio». A Domenica In, si è limitato a rispondere all’accusa di istigazione all’odio e, anche in quel caso, Venier ha tentato di chiudere il discorso dicendo «Qui siamo tutti per la pace».

Ma il problema è quello che è avvenuto con Dargen D’Amico. Venier dice «Non ho zittito nessuno. L’imbarazzo non era per il tipo di domande, ma per i ritmi, il tempo che passava, gli artisti che stavano lì e dovevano cantare». E insiste: «Il disagio mio era per il tempo, non per le domande». Qualcosa, tuttavia, non torna: innanzitutto, se il problema era il tempo, perché con altri artisti ha continuato a perderne, parlando di temi assolutamente non inerenti alla musica (basti pensare al vergognoso siparietto sulle mutande di Mahmood)? D’Amico è stato interrotto dicendo «questa è una festa, qui si parla di musica», ma va detto che di musica – a Domenica Innon se n’è parlato affatto.

Ma non è finita qui, perché – quando Dargen D’Amico ha lasciato il palco – Mara Venier si è rivolta ai giornalisti presenti in studio e ha detto loro «Non mettetemi in imbarazzo. Non ve lo faccio fare più perché non è questo il luogo giusto per dire certe cose». E poi ha aggiunto: «Non vi faccio tornare più». Ecco, queste frasi, pronunciate in diretta tv, smentiscono quello che ha detto nell’intervista al Corriere.

Serve aggiungere altro per affermare con assoluta certezza che a Domenica In sia stata messa in atto una censura? Temo proprio di no. La verità è sotto gli occhi di tutti e le parole di Mara Venier su Ghali e Dargen D’Amico, inevitabilmente, finiscono per confermarlo: la zia d’Italia è diventata la zia di Fratelli d’Italia.

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