Cosa ha fatto Michelle Hunziker e cosa è successo con la sua fondazione per le donne Doppia Difesa: ecco cosa ha scoperto Selvaggia Lucarelli
Nel 2018, una inchiesta in due puntate pubblicata sul Fatto Quotidiano svelava una realtà scomoda dietro Doppia Difesa, la fondazione in difesa delle donne fondata dalla senatrice leghista Giulia Bongiorno e dalla conduttrice Michelle Hunziker. L’inchiesta metteva in discussione l’efficacia reale della fondazione, sostenendo che fosse più uno spot che un vero aiuto alle donne.
Le critiche si basavano su diverse evidenze: mancata risposta agli appelli delle donne, né alle mail né ai commenti sui social, e la scarsa presenza di personale. Verifiche hanno rivelato che la risposta alle donne veniva gestita principalmente da una sola segretaria e talvolta addirittura dalla madre di Michelle Hunziker. Un episodio particolarmente significativo fu quando una donna, in un momento di emergenza, si recò direttamente alla sede di Doppia Difesa e fu rimandata indietro con la richiesta di inviare una mail.
Cosa aveva detto Michelle Hunziker?
Le reazioni di Bongiorno e Hunziker furono immediate e violente: attraverso i media e i social, accusarono Selvaggia Lucarelli di diffondere falsità e minacciarono azioni legali. Tuttavia, le indagini successivamente condotte hanno confermato la veridicità delle affermazioni dell’inchiesta. I tabulati telefonici della fondazione furono esaminati per verificare se fosse stata tentata una comunicazione con la giornalista, confermando così la verità delle sue affermazioni.
Nel 2018 era uscita una mia inchiesta in due puntate sul Fatto in cui sostenevo che Doppia Difesa, la fondazione in difesa delle donne della senatrice leghista Giulia Bongiorno e della conduttrice Michelle Hunziker, fosse più spot che reale aiuto alla donne.
Perché lo… pic.twitter.com/QmwsHm7Tcx
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) February 13, 2024
Aveva ragione Selvaggia Lucarelli sulla fondazione Doppia Difesa
Il giudice, nel decreto di archiviazione, ha evidenziato che le circostanze riportate nell’inchiesta corrispondevano alla realtà e che la fondazione risultava scarsamente operativa rispetto al numero e all’urgenza delle richieste di assistenza. Ecco le parole di Selvaggia Lucarelli:
«Le indagini hanno appurato che tutto quello che avevo scritto era vero, sono stati addirittura controllati i tabulati telefonici della linea intestata a Doppia difesa per vedere se avessi provato a telefonare dal mio numero. Era vero anche quello. Appare difficile ritenere che, a fronte di migliaia di richieste di assistenza, la Fondazione potesse dare tempestiva risposta a tutte potendo contare su una sola segretaria a tempo pieno e su un’altra a tempo parziale”, ha scritto il giudice nel decreto di archiviazione. Dunque, “Tutte le circostanze di fatto riportate nell’articolo dalla Lucarelli hanno trovato riscontro”. E infine, “la Fondazione appariva scarsamente operativa rispetto alla quantità di richieste e alla tempestività di risposte che le stesse avrebbero richiesto».
Questo caso ha messo in luce una triste verità: per undici anni, Doppia Difesa è stata più un’esibizione mediatica che un vero sostegno per le donne in difficoltà.