La puntata di Domenica In condotta da Mara Venier e andata in onda domenica 11 febbraio racconta bene l'Italia oggi.
Ieri, a Domenica In, è andato in onda uno spettacolo indecente. E non parlo solo di quanto avvenuto a Ghali, accusato di farsi portavoce di messaggi d’odio per aver detto «Stop al genocidio», o a Dargen D’Amico, praticamente zittito e allontanato dal palco. Parlo dell’intera puntata, della conduzione pessima di Mara Venier e di un fenomeno francamente insopportabile, ovvero quello di incensare una presentatrice sempre inadeguata, impreparata e sgraziata.
Ma andiamo con ordine: se è vero che Venier ha “semplicemente” obbedito a un ordine dai piani alti e ha letto il (vergognoso) comunicato della Rai (anche se avrebbe dovuto evitare di dire che «siamo tutti d’accordo»), altrettanto vero è che tutto ciò che è successo nelle sei ore precedenti è responsabilità sua.
Domenica In speciale Sanremo: no, non è vero che «qui si parla di musica»
Innanzitutto, visto che ha interrotto Dargen D’Amico dicendo che «questa è una festa, qui si parla di musica», va detto che di musica – ieri – non se n’è parlato affatto: Venier ha chiesto ai cantanti come avessero passato la notte dopo la finale del Festival, ha fatto allusioni alla vita sentimentale e sessuale di qualcuno, con altri è stata più sbrigativa per mancanza di tempo (e di preparazione, basti pensare che ha persino sbagliato più volte il nome di Maninni). Non solo: a fine giornata molti artisti non si sono esibiti per mancanza di tempo, perché la gestione degli spazi è stata sbilanciata e del tutto arbitraria.
Ma non è finita qui, perché la conduttrice ha fatto un video al fondoschiena di Mahmood a sua insaputa («poi lo pubblico sul mio instagram»), ha palpato Dargen D’Amico, l’ha richiamato per un bacio goliardico con Cirilli («Non voglio guai») e, pensando di non essere ascoltata, ha rimproverato il suo parterre di ospiti dicendo «Non mettetemi in imbarazzo, non ve lo faccio fare più perché non è questo il luogo giusto per dire certe cose», subito dopo l’intervento di D’Amico. (QUI il video)
Una domenica in… imbarazzo.
La censura a Dargen D’Amico (perché di questo si tratta) è solo l’ultimo tassello di una puntata imbarazzante, in cui si è fatto perlopiù gossip. E non ci sarebbe niente di male, se non fosse che D’Amico è stato prontamente zittito e allontanato con la giustificazione che «qui si parla di musica». Anche perché, interrogato sul suo brano da uno dei giornalisti presenti sul palco, D’Amico è stato l’unico a parlare della sua canzone (che racconta di immigrazione).
Insomma, se è vero che Mara Venier non avrebbe potuto fare altro che obbedire agli ordini dell’azienda di cui fa parte e leggere la nota in diretta, altrettanto vero è che tutto ciò che è successo prima, dalle 14 in punto fino alla lettura del comunicato, è colpa sua. E non è un caso, succede sistematicamente: è una tv brutta e volgare, approssimativa, in cui si dà spazio a chi è innocuo e si censura chi, invece, fa delle dichiarazioni “sovversive” come chiedere la pace o denunciare la mancanza di umanità nel nostro Paese.
Ma forse, a ben vedere, Domenica In, capitanata da Mara Venier, non è altro che la fotografia della nostra Italia: c’è spazio per tutti, ma solo se piaci a chi comanda.
Il caso di Mahmood a Domenica In: il video di Mara Venier
Ci sono dei punti che vorrei attenzionare meglio. I casi di Ghali e Dargen D’Amico hanno (giustamente) catturato l’attenzione dell’opinione pubblica a scapito, però, di altri fatti avvenuti durante la diretta.
Il primo riguarda Mahmood: l’artista è salito sul palco con indosso un jeans che ha catturato l’attenzione di Mara Venier e dei presenti in teatro, dal momento che il modello in questione lasciava vedere i boxer (incorporati nel pantalone stesso). Dopo qualche battuta (Enrica Bonaccorti, ad esempio, gli ha detto che sarebbe stato meglio nudo, senza jeans), il cantante si è esibito e Venier ha iniziato a fargli un video. Al termine, dopo che Mahmood è sceso dal palco, la conduttrice ha detto «Gli ho fatto un video da dietro (riferendosi al suo fondoschiena) e non se n’è accorto, poi lo pubblico».
In teatro e sui social, questo episodio ha scatenato grande ilarità, ma io mi domando una cosa: se l’avesse fatto un conduttore uomo a una cantante donna, avremmo riso allo stesso modo? La risposta la conosciamo tutti: no. Immaginate cosa (giustamente) sarebbe successo se, per dire, Amadeus avesse fatto un video ad Annalisa, a sua insaputa, dopo svariate battute sul suo fondoschiena.
La doppia censura a Dargen D’Amico
E veniamo a Dargen, di nuovo, ma stavolta non per la censura che ha subito. A dire il vero, l’artista ne ha subita una poco prima di essere, di fatto, allontanato dal palco: D’Amico ha baciato Gabriele Cirilli e Mara Venier l’ha prontamente interrotto, dicendo «Non voglio guai, voglio stare tranquilla». Immediata la risposta di Dargen, che ha domandato: «Ma da quando un bacio può essere un guaio?». Ecco, mi faccio la stessa domanda: nel 2024, in Italia, il bacio tra due uomini è un «guaio» da evitare? Il nostro Paese è davvero ridotto così?
Si trattava di un bacio goliardico, esattamente come quello che Venier e Dargen D’Amico si sono scambiati quando lui è entrato in studio (e subito dopo un’altra volta): perché il bacio con Venier non porta guai, mentre quello con Cirilli sì? A questo, comunque, va aggiunto il fatto che la conduttrice abbia palpato il cantante per “tastare” le sue gambe. Non serve ribadirlo, ma lo farò: ci saremmo indignati se l’avesse fatto un presentatore verso una cantante? Sì.
Ecco, forse – in questo modo – il quadro di quello che è successo ieri è ancora più chiaro. Nulla ha funzionato, ma non si tratta di imprevisti, si tratta, piuttosto, di una rappresentazione esatta di quello che è il nostro Paese: ignorante quando si parla di violenza, tant’è che lo stesso comportamento rivolto a un uomo e a una donna porta a conseguenze diverse, omofobo, tanto da vietare il bacio tra due uomini e non quello tra un uomo e una donna, e fascista, perché la censura ha quella matrice lì.
Benvenuti in Italia, insomma.