La legge sull'aborto legale c'è, ma è fortemente a rischio: dopo l'ennesimo attacco al diritto all'aborto, non bisogna abbassare la guardia.
Il contrario dell’aborto non è la vita, ma la morte di donne che praticano l’interruzione di gravidanza in modo clandestino, è la tragedia di donne che subiscono la conseguenza di un abuso, è la condanna di donne che non hanno gli strumenti psicologici per affrontare la maternità. Il contrario dell’aborto non è la vita, ma la storia di figli amati male, compromessi, segnati da un destino di dolore e instabilità.
L’aborto è un diritto insindacabile, che dobbiamo difendere tutti, anche se non ci riguarda, perché il maggiore merito di un diritto è quello di sanare un vuoto, parificare i livelli di una società, dare a chi non ha, senza togliere a chi ha o a chi non è interessato. L’aborto legale è una conquista importante, un traguardo di civiltà.
È una scelta personale, che va rispettata, anche senza comprenderla o condividerla. Non è richiesto che tutti siano d’accordo, ma che tutti supportino il sacrosanto diritto di una persona di scegliere per sé, per il proprio corpo e per il proprio passaggio su questa Terra.
Le parole di Simone Billi alla Camera «L’aborto non è un diritto»
Quello che è successo alla Camera dei deputati è grave e pericoloso: il deputato leghista Simone Billi ha fatto affermazioni anti-abortiste che rappresentano un allarme di pericolo che deve spaventare tutti, perché è la prova inconfutabile che anche un diritto certo può essere tolto. Ha detto «La legge sull’aborto va riscritta, per poter restringerla e anche di molto». E poi ancora: «L’aborto non è un diritto, è ingiusto anche in caso di stupro».
E purtroppo non si tratta di un caso isolato, visto che un anno fa il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia ha presentato una proposta di legge per dare capacità giuridica anche al feto. A seguire, è stata fatta una raccolta firme per una proposta di legge che vuole obbligare le donne che vogliono abortire ad ascoltare il battito del feto. Infine, più di recente, la senatrice Mennuni di Fratelli d’Italia ha detto che la maternità deve essere un obbligo. È evidente dove si stia cercando di portare il nostro Paese, per questo non bisogna abbassare la guardia.
L’aborto è un diritto e va difeso
Si sta cercando, subdolamente, di legittimare una visione anacronistica e patriarcale della donna, che è considerata tale solo in quanto madre in potenza. E si sta cercando di avere il controllo sul suo corpo, in funzione del suo ruolo di gestante (che deve essere, ricordiamolo, la sua massima aspirazione).
È vero, le parole di Billi non cancelleranno, con un colpo di spugna, una legge che esiste da decenni, ormai. Ma, insieme ad altre voci, come quelle sopracitate e quelle di Eugenia Roccella (che ha affermato che l’aborto non è un diritto) e della stessa Meloni, rischia di convincere l’opinione pubblica che l’aborto non solo non sia un diritto, ma che vada rivista la figura della donna, il suo ruolo nella società e la sua libertà di autodeterminarsi.
L’opinione pubblica, una volta formata a un certo pensiero, sarà sempre più propensa a orientarsi verso una società anti-abortista, che – ricordiamolo – non impedirà l’aborto, ma lo renderà solo meno sicuro e più rischioso (come lo era prima che diventasse legge). I campanelli d’allarme ci sono, i passi indietro sono davanti ai nostri occhi: non è tempo di distrarsi, che questi ci tolgono tutto.