Virginia Raffaele nei guai per l'imitazione di Beatrice Venezi, cosa ha detto e cosa ha fatto? Presunto richiamo del Ministro alla Cultura
Virginia Raffaele sfonda gli argini Rai con l’imitazione della direttrice d’orchestra Beatrice Venezi. L’imitatrice decide di inaugurare il suo progetto televisivo sulla rete di Stato senza censura e con la sfacciataggine che ai più manca. Lo ha fatto mettendo in scena alcune delle dichiarazione più controverse della direttrice e non solo…
Il quadro in cui l’imitazione di Virginia Raffaele ha avuto possibilità di esistere è la prima puntata del suo nuovo programma Colpo di luna, andato in onda su Rai 1 il 12 gennaio.
Le prime polemiche, successive all’imitazione della conduttrice, si sono scatenate sul web, fino ad arrivare ai piani alti della politica: il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, infatti, pare non abbia digerito la parodia e abbia richiesto un intervento alla Rai.
Virginia Raffaele e l’imitazione di Beatrice Venezi: cosa ha detto e fatto?
Virginia Raffaele per l’imitazione di Beatrice Venezi, entra in scenza con una marcia trionfale che ricorda i tipici inni del ventennio. Tutto il discorso della musicista è costellato da rifermenti alle idee politiche della direttrice. Ma una frase in particolare ha acceso la polemica:
«Siccome sono una donna avvenente mi hanno dato dell’avvantaggiata, siccome sono una donna di destra mi hanno dato della fascistella, siccome sono una professionista seria mi hanno dato dell’antipatica. A tutte queste orrende calunnie io rispondo ‘antipatica no’».
Durante il suo discorso, inoltre, alla direttrice d’orchestra sono stati associati una serie di riferimenti fascisti: “Galeazzo, Fiammetta, Benito, Adua, Labaro, Adolfo…suonare! E suoneremo!” Parafrasi del celebre motto del duce “Vincere! E vinceremo”.
Chiesto intervento Rai
Secondo quanto riportato dall’edizione odierna di Repubblica, sembra che il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, non abbia reagito positivamente alla parodia di Virginia Raffaele durante la prima puntata del programma televisivo.
Secondo le indiscrezioni riportate dal quotidiano, sembrerebbe che il Ministro della Cultura abbia addirittura chiesto l’intervento della Rai in merito a questa situazione, rivolgendo la sua richiesta nei confronti di Giovanni Anversa, capostruttura del programma trasmesso su Rai1 per quattro settimane. Al momento, non vi sono conferme ufficiali riguardo a questa richiesta e non è chiaro se nel corso della seconda puntata Virginia Raffaele riproporrà ancora l’imitazione di Beatrice Venezi.
La notizia solleva interrogativi sul rapporto tra satira televisiva e figure istituzionali, mettendo in evidenza la ”sensibilità” del Ministro della Cultura rispetto a determinati contenuti televisivi. L’evolversi della situazione e le eventuali reazioni della Rai e degli interessati potrebbero aggiungere ulteriori elementi a questa vicenda.
Tutte le dichiarazioni di Beatrice Venezi che Virginia Raffaele ha solo ”riportato”
Era agosto 2022 quando Beatrice Venezi ha deciso di rispolverare il vecchio motto fascista ”Dio, patria e famiglia”, già preso in prestito dall’attuale premier Giorgia Meloni e coniato dall’ex segretario del Partito Nazionale Fascista, Giovanni Giurati.
«Dio, patria e famiglia sono i miei valori». Questa l’esternazione di Beatrice Venezi. La giustificazione? Nessuna. Anzi la direttrice d’orchestra ha deciso di ribadire il concetto, durante un’intervista a Fanpage:
«Non è uno slogan, sono valori alla base di tutte le società che hanno un indirizzo conservatore, non vedo niente di fascista nel dire che amo la mia patria, che amo visceralmente l’Italia (…). Non mi vergogno di dire che la famiglia – indipendentemente dal tipo di famiglia da quello che uno intende per famiglia – è la base di qualsiasi società. E poi Dio: io sono credente, per me è un valore, se poi questo non è condiviso… Tra l’altro il cattolicesimo è una delle religioni più accoglienti da questo punto di vista, prende in considerazione tante posizioni diverse ed è dialogante nei confronti di posizioni, culture e posizioni diverse, quindi questi per me sono valori, non sono slogan».
Beatrice Venezi: perché è importante chiamarla Direttrice e non Direttore
Ma quali sono le altre dichiarazioni di Beatrice Venezi che hanno fatto clamore fino ad oggi? Una tra tutte, imbevuta tossicamente di patriarcato e maschilismo, riguarda la richiesta di essere definita Direttore e non Direttrice d’Orchestra. Ma perché è così importante riconquistare il genere femminile nei ruoli di leadership?
Negli ultimi decenni, molte donne hanno sfidato le convenzioni di genere e hanno conquistato ruoli professionali che un tempo erano preclusi loro. Una di queste donne è sicuramente Beatrice Venezi, talentuosa direttrice d’orchestra che ha raggiunto fama internazionale nel suo campo. Tuttavia, la decisione di Venezi di farsi chiamare “direttore” anziché “direttrice d’orchestra” solleva alcune questioni e mette in luce l’importanza del genere femminile nei mestieri che tradizionalmente non erano previsti per le donne.
È innegabile che il linguaggio e i titoli professionali abbiano un impatto sulla nostra percezione sociale e sulla rappresentazione delle donne all’interno della società. Utilizzare il termine “direttore” al posto di “direttrice d’orchestra” potrebbe sembrare un piccolo cambiamento, ma ha un significato simbolico molto potente.
Promuovere l’uso di termini neutri dal punto di vista di genere, come “direttore”, può sembrare un passo verso l’uguaglianza, ma in realtà perpetua l’idea che il genere maschile sia la norma. Invece, è importante riconoscere e celebrare le donne che si sono fatte strada in professioni che un tempo erano dominio esclusivo degli uomini. Utilizzare il termine “direttrice d’orchestra” non solo onora la specificità del ruolo e delle conquiste delle donne in questo campo. Ma invia un messaggio potente alle generazioni future, dimostrando che le donne possono eccellere in qualsiasi ambito lavorativo.
L’importanza di includere il genere femminile nei titoli professionali va oltre la semplice questione di equità e rappresentanza. Le donne che si dedicano a professioni che prima non erano considerate per loro sfidano gli stereotipi di genere e aprono la strada per una maggiore diversità e inclusione nella società. Il loro successo dimostra che il talento e le competenze non devono essere influenzate dal genere, ma dalla passione, dall’impegno e dal talento individuale.
Beatrice Venezi, essendo una figura di spicco nel suo campo, potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nell’aprire la strada a nuove generazioni di donne direttrici d’orchestra. Ma di patriarcato sono malate molte donne, tanto quanto gli uomini. Rifiutare l’uso del termine al femminile sminuisce l’importanza delle donne in ruoli tradizionalmente e culturalmente definiti maschili.
E ricordiamo che non è questione di grammatica: non è solito usare il femminile perché certi mestieri un tempo erano riservati esclusivamente agli uomini. Utilizzare termini specifici al femminile, oggi, onora il ruolo e le conquiste delle donne in questi ambiti e promuove un’immagine di uguaglianza e inclusione.