Sono le inchieste di Selvaggia Lucarelli a non andare bene o è il fatto che le faccia lei? Quanto pesa il suo "personaggio" sul suo lavoro?
Bisogna essere onesti intellettualmente e ammettere che il problema, in buona sostanza, è sempre e solo uno: l’antipatia che molti provano nei confronti di Selvaggia Lucarelli. E questa antipatia finisce sempre per precederla o per precedere il giudizio della gente sul sul lavoro.
Ora, potrei riempire pagine e pagine dicendo che il mio pezzo non è un elogio a Selvaggia Lucarelli, potrei indagare anche il motivo per cui risulti antipatica, ma finirei per essere quello che sta «dalla sua parte», come se – senza tifoserie – non fossimo capaci di stare (in senso lato: stare in un dibattito, in uno scambio di vedute).
Ma io non voglio offendere la mia e la vostra intelligenza, quindi proverò a parlare del perché, a mio avviso, sia uno spreco guardare il dito (Lucarelli) quando viene indicata la luna (le inchieste di Lucarelli).
Selvaggia Lucarelli, che «ce l’ha con tutti»
Che si parli di Ferragni, tassisti, raccolte fondi, adesso di Giovanna Pedretti, l’utente medio tenta di delegittimarla riducendo il suo lavoro a un attacco, una polemica, una zuffa, tant’è che capita spesso di leggere, anche e soprattutto su quotidiani nazionali, titoli come «Lucarelli attacca», «Lucarelli furiosa con…», «Lucarelli prende di mira…».
Senza considerare, inoltre, che la maggior parte degli attacchi le vengono fatti in quanto donna e sono sempre relativi alla sfera sessuale: «Isterica perché non fa sesso», «Ha le sue cose», «A chi l’ha data per essere lì dov’è?». E poi c’è Ballando con le stelle, trasmissione di cui è giudice, che finisce per essere uno strumento di insulto: la chiamano la “alza-palette” per togliere non solo legittimità, ma persino validità, al suo lavoro di giornalista.
Ora, l’antipatia è lecita, dal momento che – innegabilmente – Selvaggia Lucarelli è divisiva in quanto non esprime mai opinioni tiepide, accomodanti. Ma è scorretto, fuorviante, grave che l’antipatia nei suoi confronti appanni il suo lavoro. E, no, non è colpa sua, ma di chi non riesce a separare un’inchiesta da chi la fa.
Selvaggia Lucarelli e il caso di Giovanna Pedretti
Nel caso di Pedretti, ad esempio, ha pienamente ragione quando dice che il problema è a monte, ovvero i giornali che hanno diffuso la (falsa) recensione, e non certamente chi ha portato alla luce la verità, ma è più comodo (e rassicurante) prendersela con lei.
È più comodo dire che «in fondo era solo una recensione», ma prima – per quella recensione – Pedretti era stata elogiata. Se era «solo una recensione», perché la notizia è arrivata sui quotidiani nazionali? Perché è stata condivisa da chiunque sui social? Perché, venuta a galla la verità, la donna è stata raggiunta persino da un telegiornale e insultata sui social? Perché è «solo una recensione» solo quando c’è da accusare Lucarelli? Semplice: perché Giovanna Pedretti è solo un mezzo per attaccare Selvaggia Lucarelli.
Ecco, ragionerei su questo: state usando una donna morta tragicamente (al momento, tuttavia, non si sa nulla sulle dinamiche e i motivi del presunto suicidio) per attaccare una persona che, semplicemente, fa il proprio lavoro. E questo, come sempre, non definisce lei, ma voi.