Critichiamo Chiara Ferragni perché siamo realisti, non invidiosi: non serve essere haters per indignarsi

Chi critica Chiara Ferragni è invidioso? A volte un po' di sano realismo non fa male: ecco perché dovresti ricrederti

Basta poco per essere tacciati di invidia e questa volta il “poco” è indignarsi per lo scandalo che ha coinvolto Balocco e Chiara Ferragni. Se è vero che la beneficenza si può fare gridandolo ai quattro venti, è altrettanto doveroso porre l’accento sulle iniziative che si presentano in un modo e sono, purtroppo, in un altro.

Oggi Chiara Ferragni parla di un errore fatto in buona fede, di un cavillo a cui – forse – non ha prestato grande attenzione; addirittura confessa di aver peccato di ingenuità associando un progetto benefico a uno professionale. Insomma, le dice tutte pur di cadere in piedi. Ma la verità è che, questa volta, in piedi non si cade.

O non si dovrebbe, almeno. Essere Chiara Ferragni non è una colpa, nemmeno sbagliare lo è. E chi è senza peccato, lo sappiamo, scagli pure la prima pietra, retoricamente parlando. Truffare i consumatori, però, fa di te un esempio sbagliato da seguire; e se proprio questo non basta, anche una persona criminale.

Il crimine non sarebbe nemmeno strettamente collegato all’atto in sé, ma al perpetrare una frode che è stata creata ad hoc per lucrare su un tema delicatissimo, che coinvolge famiglie e singoli e di cui – ovviamente – non ce ne era affatto bisogno. Ogni giorno facciamo i conti con paurosi tagli alla Sanità: non ci serve anche che Chiara Ferragni si intaschi i soldi destinati a bambini sfortunatissimi.

Non siamo invidiosi di Chiara Ferragni, ma l’indignazione è doverosa

È vero, Chiara Ferragni ha chiesto scusa con la voce rotta dal pianto, ma le domande da porsi sono tante: il suo rammarico è per via di un sincero pentimento o per la paura di un crollo verticale fatto di aziende che potrebbero non sceglierla più come volto delle loro campagne pubblicitarie? Piange perché è dispiaciuta o perché la figura barbina, questa volta, è di portata internazionale?

È vero, Chiara ha ribadito che donerà il milione di euro all’Ospedale Regina Margherita di Torino: lo fa perché è giusto o per riparare all’orrore commesso? E se l’Antitrust non avesse indagato lo avrebbe fatto comunque? Una persona capace di regalare (anche se in questo caso sarebbe giusto dire restituire) una tale cifra da un giorno all’altro non avrebbe avuto problemi a farlo in tempi non sospetti.

Tempi in cui la truffa, perché di questo si tratta, non era alla luce del sole. Nel frattempo Balocco prende le distanze dall’affaire Ferragni e lo fa in silenzio, non rilasciando alcun comunicato stampa e rimettendoci anche. Sono diverse infatti le persone che hanno assicurato che non acquisteranno più prodotti dell’azienda dolciaria.

Di contro, però, non sono così tanti quelli che di fronte alle lacrime di coccodrillo di Chiara Ferragni si indignano e ne chiedono la testa, metaforicamente parlando, s’intende. Insomma, due pesi e due misure mai. Non siamo invidiosi, siamo sinceramente sconcertati dall’assoluta leggerezza con cui personaggi nati e noti grazie al web possano agire indisturbatamente senza preoccuparsi di eventuali ripercussioni.

La beneficenza si fa in silenzio? Non solo: non importa se questa viene tenuta fra le quattro mura di casa o sbandierata ai quattro venti. L’importante è farla, se si può e se si ritiene necessario farla. A patto, però, che questa non venga usata come lava-coscienza per recuperare crediti e consensi.

Ricordiamo tutti nel 2019 cosa hanno fatto Chiara Ferragni e la mamma di Fedez: le due hanno organizzato una festa a sorpresa per il rapper, invitandolo in un supermercato insieme ai suoi amici. Qui, complice l’alcol e la goliardia, tutti gli invitati – compresi Ferragni e Lucia – hanno giocato con il cibo, tirandolo fra le corsie del supermarket e calpestando la dignità di chi – con in mano un euro – non sa se comprare il latte o il pane.

In quell’occasione, a seguire delle polemiche emerse immediatamente dopo le prime foto e i primi video del party esclusivo, la coppia – riunendosi poco fuori dal supermercato – ha impugnato i cellulari spiegando che – seppur poteva non sembrarlo – si trattava di un’attività benefica, poiché il cibo sarebbe stato donato a chi non poteva permetterselo.

E anche in questo caso, la toppa è stata peggio del buco: una persona indigente, quindi, dovrebbe ringraziare Chiara Ferragni e suo marito che gentilmente hanno donato foglie di lattuga calpestate dalle loro costose calzature? La domanda è retorica, come si può ben immaginare. Ma purtroppo, l’intenzione no.

Non vogliamo farla tragica a tutti i costi, non ce n’è bisogno poiché è tutto alla luce del sole. Vogliamo sottolineare che non tutto ciò che luccica è realmente oro e che personaggi come Chiara Ferragni, suo marito e via dicendo con il potpourri di fenomeni creati senza che abbiano un reale merito, sono pericolosi. E il pericolo deriva proprio dallo sdoganamento del “tutto è possibile”, a patto che si chieda scusa.

No, Chiara, questa volta no. 

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