Festival di Sanremo 2025: Laura Pausini nuova conduttrice al posto di Amadeus e Paola Cortellesi al posto di Fiorello? «È giusto»
Amadeus ha annunciato chiaramente che il prossimo Festival di Sanremo, in programma a febbraio 2024, almeno per il momento, sarà la sua ultima edizione come conduttore e direttore artistico.
L’amato volto Rai ha spiegato che dopo cinque edizioni consecutive ritiene sia giunto il momento di concedere spazio a nuovi volti, lasciando aperta la possibilità di tornare alla guida della kermesse solo tra qualche anno. La domanda ora è: chi prenderà il suo posto nel 2025?
Nel podcast “Pezzi: dentro la musica”, Luca Dondoni ha avanzato il nome di Laura Pausini come possibile conduttrice del Festival di Sanremo nel 2025. Ha elogiato le qualità della famosa cantante, sottolineando la sua esperienza televisiva, la conduzione dell’Eurovision e una possibile collaborazione con Paola Cortellesi. Il giornalista ha dichiarato che Laura Pausini sarebbe la donna perfetta per l’evento.
«Io alla Rai consiglierei una famosa cantante che amiamo tutti. Consiglierei Laura Pausini per il 2025. Perché sarebbe la donna perfetta per quell’evento. Ha già fatto televisione, ha presentato l’Eurovision, ha la sua Fiorello, che è Paola Cortellesi, poi conosce bene la musica».
Laura Pausini conduttrice di Sanremo 2025?
Amadeus si è mostrato d’accordo con l’ipotesi di Laura Pausini come conduttrice del prossimo Sanremo 2025 e ha espresso il desiderio di vedere una donna al timone del Festival. Ha elogiato le qualità della cantante, definendola brava, capace e credibile. Amadeus ha sottolineato l’importanza della presenza femminile e ha dichiarato che, da spettatore, apprezzerebbe questa scelta.
«Hai detto tutte qualità di Laura che sono assolutamente vere e sotto gli occhi di tutti. Ha le carte in regola. Laura è brava, è capace, ma poi è molto credibile, il rapporto con Paola è vero, poi è popolare. Mi piacerebbe da spettatore che ci fosse questa presenza femminile, che trovo giusta»
Sanremo ha un problema con le donne
Anche quest’anno le donne in gara a Sanremo sono in numero nettamente inferiore rispetto agli uomini, precisamente nove (di cui una in gruppo) su ventisette cantanti big.
Qualcuno potrebbe dire che, evidentemente, le canzoni proposte dalle donne sono meno belle rispetto a quelle proposte dai cantanti maschi, ma appare quantomeno bizzarro che, ogni anno, le canzoni delle donne siano più brutte rispetto a quelle dei colleghi uomini.
Senza considerare il fatto che l’ultima vittoria di una donna risale al 2014 (quando Arisa trionfò con Controvento), l’ultimo podio di una donna solista al 2018 (Annalisa al terzo posto con Il mondo prima di te), l’ultima conduzione di una donna in solitaria al 2010 (Antonella Clerici, ma prima di lei soltanto Loretta Goggi, Raffaella Carrà e Simona Ventura). Come se non bastasse, in 75 edizioni, non vi è mai stata una direttrice artistica, ma solo e soltanto uomini
Insomma, Sanremo è l’emblema perfetto del gender gap e della società in cui viviamo: una società a stampo maschilista, in cui le donne sono accessori (nel migliore dei casi, come quando si tratta delle co-conduttrici, possono fare un monologo all’una di notte), vengono rappresentate parzialmente (come nel caso delle poche artiste in gara) e non hanno mai alcun potere decisionale (tutti i ruoli di responsabilità, infatti, appartengono agli uomini).
Quindi, quest’anno, al Festival, vedremo Fiorella Mannoia, Emma, Angelina Mango, Alessandra Amoroso, Rose Villain, Loredana Bertè, Big Mama, Annalisa e Angela dei Ricchi e Poveri.
Gli uomini, come sempre, saranno tanti, tantissimi: La Sad, Sangiovanni, Alfa, Maninni, Geolier, Dargen D’Amico, Fred De Palma, Diodato, Il Tre, Renga & Nek, Gazzelle, Negramaro, Irama, Mahmood, The Kolors, Ghali, Mr Rain e Il Volo.