Maria De Filippi è una professionista che non provoca mai reazioni tiepide nei telespettatori: ecco un'analisi della signora della tv.
Proviamo, almeno per un momento, a prescindere dal nostro giudizio sui programmi che conduce. Proviamo, anzi, a sospendere il nostro giudizio sui programmi che conduce. Sarà più facile, in questo modo, comprendere (e apprezzare) il personaggio di Maria De Filippi, che non è soltanto una presentatrice, ma un’artigiana della tv. Una professionista che porta sullo schermo solo ciò di cui è autrice. Una donna attenta, intuitiva, arguta, furba. Ma, soprattutto, profondamente intelligente.
Maria De Filippi non è addomesticabile, perché non ha una funzione decorativa, non l’ha mai avuta. Da sempre, c’è chi ne sminuisce le capacità, l’intuito, la furbizia, perché è divisiva e non provoca mai reazioni tiepide. E il motivo è evidente: è diversa. Da chi? Da tutte le altre conduttrici, perché non si piega alla televisione fino a snaturarsi, ma fa sì che la (sua) televisione le somigli. Ha scelto di non diventare la copia di qualcun altro, accettando i propri limiti e facendone punti di forza incontestabili.
Quando una donna come la De Filippi dice «Non ne sono capace» (di qualsiasi abilità si tratti), diventa inattaccabile. Diventa più forte di chiunque cerchi di mascherare la propria incompetenza. «Non so condurre guardando la telecamera», ha detto una volta, «Non so presentare in maniera canonica, devo muovermi». Non ha mai tentato di essere qualcosa che non è, per questo non ha pari e nessuno tenta di somigliarle.
Maria De Filippi non è (soltanto) una conduttrice
Il talento maggiore della De Filippi, però, è certamente quello di riuscire a reinventarsi senza disorientare il pubblico. La gente non vive lo smarrimento del cambiamento, ma si accorge di essere di fronte a uno show che non è mai anacronistico. Da più di vent’anni, conduce gli stessi programmi. Di fatto, a essere rimasta invariata è soltanto la cellula originaria, per il resto hanno assunto forme nuove.
Quello che è più evidente (e che probabilmente disorienta) è la sua capacità di lavorare come un’imprenditrice: si guarda intorno, si insidia dove c’è un buco, lo riempie di quello che manca, crea un prodotto appetibile, lo confeziona per bene, lo rivolge al pubblico giusto, non lascia nulla al caso. L’attività di conduttrice è l’ultima che svolge, è il fanalino di coda di un lavoro più ampio e capillare. Il risultato è lampante: De Filippi ha prodotto e continua a produrre qualcosa che non c’è ancora, qualcuno storce il naso, qualcuno ne è dipendente, ma tutti ne parlano. I programmi che conduce, e quelli di cui è soltanto autrice, sono un’assoluta novità, non imitano nulla che esista già. Per questo non potrebbe presentare altro e, per sua stessa ammissione, non saprebbe farlo. Per questo nessuno potrebbe condurre i suoi programmi.
Maria De Filippi è esattamente la sua televisione: non è mai trash, ma sa esattamente come produrre il trash, come renderlo allettante, spendibile sul mercato; non è un’artista, ma sa esattamente quali artisti possano conquistare e catturare l’attenzione del pubblico; è un’ottima osservatrice, una che somiglia fedelmente alla sua televisione, l’ho detto, ma non ai suoi programmi.
Anzi, la sua forza è certamente quella di essere al di sopra dei suoi programmi, di saper offrire il brutto e il bello, il razionale e il sogno, l’urlo e il silenzio. E di saper ridere di tutto questo, che – di fatto – è parte della sua fantasia (o follia).