Yes all men, ma le donne salveranno anche gli uomini dal patriarcato e da loro stessi: ecco perché uccidono e come distruggeremo tutto
La reazione della stragrande maggioranza degli uomini al femminicidio di Giulia Cecchettin e al conseguente e necessario urlo ”Yes, all men” delle femministe è lo specchio diretto della società patriarcale in cui viviamo. Ma i motivi che la agitano e smuovono il sentire comune maschilista sono sintomi radicati di un’educazione tossica e compromessa, e abitano paure e ragioni ben più profonde.
La violenza di genere, perpetuata nei confronti delle donne indistintamente e in ogni contesto di vita pubblica e privata, affonda le sue radici in un compromesso storico e culturale, che oltre a limitare le vittime, rende burattini impotenti i carnefici. E la violenza ha da sempre un unico genitore: la paura.
E no, questa non è e non sarà mai una giustificazione. Più che altro è la ricerca di una spiegazione, di un sentire comune e – come sempre dovrebbe essere – della verità. I femminicidi aumentano in concomitanza alla crescita di consapevolezza delle donne e allo smarrimento cosciente e incosciente, sempre più evidente, degli uomini. E se la paura da una parte riesce a fertilizzare la crescita, dall’altra disorienta e rende violenti.
Gli uomini uccidono per paura
Precisiamo: gli uomini uccidono le donne in quanto protagonisti della grande giostra del patriarcato. Ad averli infilati nelle seggioline di questa struttura che continua a girare sempre più velocemente e senza possibilità apparente di poter scendere sono stati loro stessi. E, nonostante anche a loro abbia iniziato a girare la testa e i sintomi della nausea si siano presentati, sono incapaci di tirarsene fuori.
Il patriarcato vuole le donne subordinate, dipendenti, limitate e recluse in un unico possibile ruolo. Ma chiede anche agli uomini la subordinazione alle regole che impone. La fondamentale differenza è che le regole, previste per gli uomini, conferiscono loro privilegi esistenziali e pratici sulle spalle dei limiti inflitti alle donne.
Ma c’è un ”ma”. Quando godi di un privilegio o di una situazione di comodità, quando ti viene servita una scorciatoia senza la necessità di conoscere la strada principale, quando ottieni risultati senza i passaggi necessari per accedervi, quando hai senza aver ottenuto, necessariamente ti indebolisci. Come sapere che 2+2 fa 4 senza sapere contare. Come ottenere un lavoro per il quale non si è preparati. Come ritrovarsi a correre senza aver potuto imparare a stare fermi.
Meglio privilegiati che limitate, penserete. Meglio apparecchiati che affamate. Meglio raccomandati che disoccupate. Meglio vivi che morte. Ma non è vero.
Perché esiste una potente verità di base: tutti gli uomini avvertono il pericolo di star rimanendo indietro, senza saperlo riconoscere. Come i bambini viziati a cui non è stato insegnato ad allacciarsi le scarpe e non hanno mai avuto bisogno di impararlo.
Nel frattempo le donne hanno dovuto camminare a piedi scalzi, trovarsi delle scarpe di qualsiasi numero, pretendere i lacci o inventarseli. E nessuno ha insegnato loro come si allaccino.
Abbiamo imparato ad impararlo, senza che ci venisse insegnato. Viene da sé che i metodi che abbiamo dovuto (e continuiamo) ad ingegnare per ottenere strumenti ci hanno reso più risolte e risolute di chi è servito da sempre (senza sapere di esserlo). Tutti inclusi, più passa il tempo, più gli uomini restano indietro, sprovvisti di capacità di adattamento. Più si dimenano e non comprendono la frustrazione. Perché sono stati abituati così. Vittime delle loro stesse scorciatoie e dei loro privilegi di vetro.
E mentre noi donne impariamo ad esistere, loro non hanno gli strumenti empirici per andare a pescare un modo e un senso per resistere. La loro sopravvivenza ( così come hanno vissuto fino ad ora) è a rischio. Iniziano a fiutarlo. Tutti. E tutti hanno paura. Tutti si muovono nel terrore, in piccole e grandi scale di violenza. Noi moriamo, ma loro si estinguono. Il loro potere si estingue ed è solo quello che hanno e che sono, senza averlo conquistato, senza essersi conquistati.
Il femminismo renderà tutte e tutti liberi
Credo che agli uomini, come nella maggior parte dei percorsi personali di risoluzione degli essere umani, manchi la forza e la capacità di accendere i riflettori sulla vera origine della paura.
È come un percorso di terapia di un intero genere.
Non ammettono ancora di essere spaventati dalla possibilità di perdere l’unico ruolo (seppur tossico) che gli è stato affibbiato. Si dichiarano stanchi, ma non impauriti.
Sottolineano di essere stati vittime a loro volta di quel ruolo, ma non ammettono il legittimo disorientamento che provocherebbe perderlo davvero.
Sono stati abituati a primeggiare. Alla competizione da uomini alfa. All’apparente forza che schiaccia il dolore. Dalla società patriarcale non è previsto che piangano, che abbiano paura, che vengano protetti oltre che proteggere, che vengano guidati oltre che guidare. Non è previsto che stiano al fianco, invece di stare davanti.
E quando si ritrovano donne che, invece, stanno modellandosi sulla base dell’autodeterminazione, non sanno più chi o cosa abbia determinato loro. Le donne oggi chiedono spazio, tempo e opportunità. Non togliendo nulla a nessuno ma creando nuovi scenari.
Così l’uomo, convinto dal patriarcato che gli sarebbe bastato essere un buon lavoratore e tornare a casa da una donna accogliente, non sa cosa comportarsi di fronte ad una donna che lavora e una casa possibilmente anche vuota. L’uomo, convinto dal patriarcato di essere l’unico a scegliere se e quando stare con una donna, non sa come comportarsi di fronte ad un ”no” e ad un ”ti lascio”. L’uomo, convinto dal patriarcato che per lui sia prevista solo dimostrazione di forza e per le donne di fragilità, non sa come comportarsi con la propria debolezza e con la forza acquisita dalle donne.
Non capiscono perché non ottengono più gli stessi risultati, nonostante stiano continuando a seguire le stesse regole. Non sanno dove si trovano e neanche se dove sono stati fino ad ora fosse realmente così comodo.
Combattere per noi, spaventandoli, trasgredendo, essendo scomode, significherà combattere anche per loro. Per la libertà di tutti indistintamente. Ma non ne esiste la minima consapevolezza.
E sì, il potenziale di questa (come di tutte le crisi) è straordinario perché permette un’unica uscita: la verità. Che è la porta di ingresso per la libertà.
Uomini abbiate il coraggio di avere paura, distruggeremo anche quella. Lo faremo anche per voi.