Dopo Giulia Cecchettin, il femminicidio Rita Talamelli «Tra 72 ore toccherà ad un’altra donna»

Femmincidio Rita Talamelli, dopo Giulia Cecchettin un'altra vittima di questo fenomeno sistemico che uccide le donne: cosa è successo?

Diventano 106 le vittime di femminicidio in Italia nell’ultimo anno. Non ci è stato dato il tempo di far asciugare il sangue con cui avevamo scritto il numero 105, che è arrivato quello successivo. Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, arriva quello di Rita Talamelli (66 anni): strangolata a mani nude dal marito Angelo Sfuggiti.

Mentre fuori, uomini e figure politiche si continuano a sbracciare al grido di ”Not all men”, dentro casa le donne continuano ad essere uccise. E non è pessimismo, non è voler avere una versione negativa, non significa non sperare che non succeda ma tra 72 ore toccherà ad un’altra donna. 

Non prendete alla lettera le 72 ore, non succederà esattamente tra quel numero di giorni. Ma i dati e la media ci dicono che risuccederà presto. Perché è un fenomeno sistemico che continua a ripetersi. Ancora, ancora e ancora.

Femminicidio Rita Talamelli: cosa è successo?

Angelo Sfuggiti, marito della vittima, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Il tragico evento è avvenuto nella loro villetta a due piani in via Montefeltro a Fano. L’uomo, un pensionato settantenne ed ex titolare di una pizzeria, avrebbe strangolato a mani nude la moglie.

Dopo l’aggressione, sembra che Angelo abbia trascorso ore a vegliare il corpo della moglie, probabilmente sotto l’influenza di barbiturici che potrebbe aver assunto – probabilmente – con l’intenzione di suicidarsi. Attualmente, è ricoverato presso l’ospedale Santa Croce e non è in pericolo di vita.

Il delitto è stato scoperto da uno dei due figli della coppia, il quale ha trovato il cadavere della madre. La tragedia è avvenuta nel tardo pomeriggio del 20 novembre. Il corpo di Rita Talamelli è stato trasferito all’obitorio, dove è a disposizione della magistratura per ulteriori indagini.

Le parole di Elena Cecchettin

Anche in questo caso, lasciamo che siano parole di Elena Cecchetin (sorella di Giulia) a descrivere il quadro complessivo della violenza di genere in Italia. Anche per Rita Talamelli, nessun minuto di silenzio, ma bruceremo tutto. 

«Io voglio lanciare un messaggio e spero che possa raggiungere più persone possibile. In questi giorni si è sentito parlare di Turetta e molte persone lo hanno additato come un mostro, come un malato. Ma lui mostro non è, perché mostro è l’eccezione alla società. Mostro è quello che esce dai canoni normali della nostra società. Ma lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupr0. La cultura dello stupr0 è quell’insieme di azioni che sono volte a limitare la libertà della donna. Come controllare un telefono, come essere possessivi o fare catcalling. È una struttura che beneficia tutti gli uomini

Non tutti gli uomini sono cattivi mi viene detto spasso. Sì, è vero. Ma in questo caso sono tutti uomini e tutti gli uomini trattano benefici da questo tipo di società. Quindi tutti gli uomini devono essere attenti. Devono richiamare l’amico che fa catcalling ai passanti, devono richiamare il collega che controlla il telefono alla ragazza. Dovete essere ostili a questi comportamenti che possono sembrare delle banalità ma sono il preludio del femminicidio.

Il femminicidio non è un delitto passionale. Il femminicidio è un delitto di potere. Il femminicidio è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge. Bisogna prevedere un’educazione s3ssuale e affettiva in maniera da prevenire queste cose. Bisogna finanziare i centri antiviolenza in modo tale che se le persone devono chiedere aiuto siano in grado di farlo. E per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto».

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