La ministra Roccella deve smettere di dare colpa e responsabilità alle donne

Eugenia Roccella cosa ha detto sul femminicidio di Giulia Cecchettin e sulle parole della sorella Elena? Basta educare le donne!

La ministra Eugenia Roccella non ce la fa a non puntare il dito contro le donne, neanche di fronte ad un fenomeno sistemico come il femminicidio, neanche dopo l’ennesima donna uccisa come Giulia Cecchettin, neanche essendo lei per prima una donna.

La ministra della Famiglia e delle Pari opportunità, infatti, ha dichiarato che affrontare la violenza di genere richiede un approccio che coinvolga sia le donne che gli uomini. Ma è alle donne che rivolge la responsabilità totale del cambiamento e, quindi, la colpa dell’attuale situazione della società.

La ministra, inoltre, ha risposto anche alle preoccupazioni di Elena, la sorella di Giulia Cecchettin, riguardo la sicurezza delle donne in Italia, affermando che, pur con una media intollerabile di femminicidi ogni tre giorni, l’Italia è tra i Paesi europei con il minor numero di femminicidi.

Eugenia Roccella: una donna contro le donne

Secondo Roccella, è fondamentale che le madri educhino i loro figli maschi fin dalla più tenera età, insegnando loro a rispettare le donne al di là degli stereotipi di genere.

Va da sé, quindi, che ancora una volta è responsabilità delle donne quel che gli uomini fanno. Neanche una parola contro chi uccide, ma tutte le attenzioni sulle madri che non dovrebbero farlo succedere. Nessuna valutazione minima sui padri. E se la responsabilità è delle madri, automaticamente, quindi, la colpa attuale è comunque delle donne che hanno cresciuto questi uomini.

«Fondamentale è che le madri educhino i figli maschi ad avere rispetto delle donne e della loro libertà, fuori dagli stereotipi di genere». E se non bastasse, ha rilanciato la proposta di Ignazio La Russa su una manifestazione di soli uomini. Sì, lo ha fatto davvero: «Sarebbe un bel segnale, potrebbe dare il senso di uno spirito trasversale».

Nessun accenno alla matrice patriarcale dei femminicidi, nessuna analisi onesta della società a stampo misogino in cui questi uomini crescono e uccidono. Nessuna proposta su come educare un’intera società, solo il riconoscimento di un problema culturale, di cui devono prendersi carico comunque le donne.

In Italia non va poi così male

Roccella ha dichiarato che il governo è aperto al dialogo con le opposizioni riguardo alle misure contro la violenza di genere, ma ha evidenziato la necessità di valutare l’efficacia delle azioni, citando l’esempio della Svezia. La ministra ha sottolineato che, nonostante l‘educazione sessuale nelle scuole svedesi, il tasso di violenza contro le donne è più alto rispetto all’Italia.

E sulla situazione femminicidi in Italia ci ha tenuto a precisare:«Purtroppo non c’è un solo posto nel mondo dove le donne siano sicure. Le dinamiche di dominio, lo squilibrio di potere, anche se in misura assai diversa, ci sono ovunque. Pur con la nostra media intollerabile di una donna uccisa ogni tre giorni, i dati ci dicono che l’Italia è fra i Paesi europei in cui il numero di femminicidi è meno alto». 

Non accettiamo questa visione della storia. Non permettiamo che ci dicano che non va poi così male, che le vere soluzioni che non hanno intenzione di adottare non funzionano, che sono ancora una volta le donne a doversene occupare. 

Le parole di Elena Cecchettin

E noi non possiamo che commentare tutto con le parole perfette di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, riportando il suo discorso impeccabile sull’attuale situazione in Italia:

«Io voglio lanciare un messaggio e spero che possa raggiungere più persone possibile. In questi giorni si è sentito parlare di Turetta e molte persone lo hanno additato come un mostro, come un malato. Ma lui mostro non è, perché mostro è l’eccezione alla società. Mostro è quello che esce dai canoni normali della nostra società. Ma lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupr0. La cultura dello stupr0 è quell’insieme di azioni che sono volte a limitare la libertà della donna. Come controllare un telefono, come essere possessivi o fare catcalling. È una struttura che beneficia tutti gli uomini

Non tutti gli uomini sono cattivi mi viene detto spasso. Sì, è vero. Ma in questo caso sono tutti uomini e tutti gli uomini trattano benefici da questo tipo di società. Quindi tutti gli uomini devono essere attenti. Devono richiamare l’amico che fa catcalling ai passanti, devono richiamare il collega che controlla il telefono alla ragazza. Dovete essere ostili a questi comportamenti che possono sembrare delle banalità ma sono il preludio del femminicidio.

Il femminicidio non è un delitto passionale. Il femminicidio è un delitto di potere. Il femminicidio è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge. Bisogna prevedere un’educazione s3ssuale e affettiva in maniera da prevenire queste cose. Bisogna finanziare i centri antiviolenza in modo tale che se le persone devono chiedere aiuto siano in grado di farlo. E per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto».

(Clicca su una delle 2 foto)
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