Dopo l'uccisione di Giulia Tramontano, la Lega ha proposto una legge che renda duplice omicidio il femminicidio di una donna incinta.
Bisogna fare attenzione, perché basta un momento di distrazione e questi ci tolgono tutto, pure i diritti che crediamo siano ben saldi nelle nostre mani. E, quando parlo di “questi”, mi riferisco alla classe politica attualmente al Governo. Perché hanno un’idea ben chiara del Paese che vogliono e sono disposti a tutto perché si realizzi il loro ideale di un’Italia conservatrice, passatista, legata ai valori della fede cristiana. E, per farlo, sono disposti a sfruttare la morte di una ragazza uccisa dal proprio compagno mentre era incinta.
Andiamo con ordine. Ricorderete la storia di Giulia Tramontano, la donna uccisa mentre era al settimo mese di gravidanza dal compagno Alessandro Impagnatiello lo scorso 27 maggio, in provincia di Milano. Oggi la Lega ha presentato una mozione al Consiglio regionale della Lombardia per chiedere che il femminicidio di una donna in gravidanza sia ritenuto automaticamente duplice omicidio.
Ora, è evidente a tutti (almeno me lo auguro) che questa proposta, sull’onda dell’emotività per un fatto che ha scosso chiunque, parli alla pancia del Paese, all’istinto, alla rabbia del cittadino medio, che – a buon diritto – chiede una pena congrua per il responsabile dell’omicidio. Ma questa proposta della Lega è pericolosa, deve metterci in allarme e farci comprendere, una volta per tutte, che questi ci toglieranno tutto, se abbasseremo la guardia.
Giulia Tramontano e la proposta della Lega per delegittimare l’aborto
Una proposta astuta, populista, apparentemente lecita, se non addirittura necessaria, ma che nasconde – nemmeno troppo velatamente – demagogia e scarse conoscenze giuridiche: parlare di duplice omicidio, quando si è di fronte al femminicidio di una donna incinta, significa riconoscere il feto come persona giuridica e, quindi, spingere l’opinione pubblica a considerare anche l’aborto un omicidio. In altre parole, tale proposta di legge non è a favore delle donne, ma contro l’aborto, con il preciso intento di vietarlo, rendendolo agli occhi di tutti una pratica deprecabile, ingiustificabile, da condannare (esattamente come avviene per un omicidio).
Insomma, quella della Lega è pura propaganda, perché esistono già le pene e le aggravanti, ma in questo caso il focus non sono le donne vittime di femminicidio, ma l’aborto: se un uomo che uccide una donna incinta compie un duplice omicidio, allora è omicidio anche quando una donna sceglie di abortire. Tutto ciò ciò è aberrante. Tutto questo mi ricorda ciò che è avvenuto qualche mese fa, quando – dopo lo stupro di Palermo – Matteo Salvini ha parlato di castrazione chimica, di fatto inapplicabile in termini concreti, ma utile per ottenere consensi, like, applausi scroscianti.
Questo Paese continua a non tutelare le donne e le umilia quando finge di farlo. Non abbassiamo la guardia, che questi ci tolgono tutto.