Nella tremenda vicenda del Massacro del Circeo Donatella Colasanti?si è salvato ma ha protato per tutta la vita i segni delle violenza!
Il massacro del Circeo è un’efferata violenza che ha segnato la storia d’Italia. È un crimine che ha rappresentato un punto di svolta nella percezione della violenza sulle donne nel nostro Paese. Vittime innocenti sono state Donatella Colasanti e la sua amica Rosaria Lopez. Che fine hanno fatto i responsabili? Di seguito tutta la ricostruzione della drammatica storia!
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Il massacro del Circeo è uno dei crimini più violenti e brutali mai commessi in Italia. Il 29 settembre 1975, tre giovani della Roma bene, Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira, attirarono con l’inganno due ragazze, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, in una villa di proprietà della famiglia di Ghira, a San Felice Circeo. Qui, per più di 36 ore, le due ragazze furono torturate e stuprate ripetutamente. Rosaria Lopez morì durante le torture, Donatella Colasanti riuscì a sopravvivere.
Chi sono le vittime del massacro del Circeo?
Rosaria Lopez era una ragazza di 19 anni, nata a Roma nel 1956. Era una studentessa liceale, di origini modeste. Donatella Colasanti era una ragazza di 17 anni, nata a Roma nel 1958. Era una studentessa di scuola media, di origini operaie.
Ecco la ricostruzione della storia
Il 29 settembre 1975, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti si incontrarono per caso a Roma. Izzo, che conosceva Rosaria, le propose di andare al mare con lui e con i suoi amici. Le ragazze accettarono, convinte di trascorrere una giornata di svago. Guido, Izzo e Ghira le accompagnarono in una villa di proprietà della famiglia di Ghira, a San Felice Circeo. Qui, le ragazze furono subito aggredite e picchiate. I tre ragazzi iniziarono a torturarle, infliggendole ferite fisiche e psicologiche.
Rosaria Lopez fu sottoposta a torture particolarmente brutali. I tre ragazzi la picchiarono, la violentarono ripetutamente, la bruciarono con sigarette e fiammiferi. La ragazza morì durante le torture, il 30 settembre 1975. Donatella Colasanti riuscì a sopravvivere, simulando la morte. Ghira, Izzo e Guido caricarono entrambe nel bagagliaio della loro auto, per riportarle a Roma. Qui, le abbandonarono in una strada deserta di viale Pola, nel quartiere romano Trieste.
Ritrovate da un metronotte, i loro aguzzini cenavano tranquillamente in un ristorante della Roma bene, per festeggiare il loro orribile misfatto. Colasanti si recò alla polizia e denunciò i tre ragazzi. Izzo e Guido furono arrestati pochi giorni dopo. Ghira riuscì a fuggire all’estero e fu arrestato solo nel 1996.
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Che fine hanno fatto i responsabili del massacro del Circeo?
Tutti i tre responsabili della brutale violenza appartenevano alla Roma bene. Gianni Guido era un ragazzo di 19 anni, nato a Roma nel 1956. Era figlio di un imprenditore di successo. Angelo Izzo era un ragazzo di 20 anni, nato a Roma nel 1955. Era figlio di un funzionario pubblico. Andrea Ghira era un ragazzo di 22 anni, nato a Roma nel 1953. Era figlio di un industriale. Tutti e tre erano vicini agli ambienti neofascisti e missini.
Le indagini sul massacro del Circeo furono affidate ai Carabinieri, che grazie alle deposizioni di Donatella Colasanti ricostruirono la dinamica del crimine. Donatella Colasanti si costituì parte civile contro i suoi carnefici e fu rappresentata dall’avvocato Tina Lagostena Bassi. Diverse associazioni femministe si costituirono parte civile e presenziarono al processo. In primo grado, Izzo e Guido furono condannati all’ergastolo senza alcuna attenuante. Ghira, che era fuggito in Spagna, fu condannato in contumacia.
Ghira morì di overdose nel 1994 a Melilla, in Spagna. Il suo cadavere fu riesumato nel 2005 e identificato mediante esame del DNA. In appello, la sentenza fu modificata per Guido, che fu condannato a 30 anni di reclusione. Guido riuscì a evadere dal carcere nel 1981 e fu catturato due anni dopo a Buenos Aires. In seguito, riuscì a evadere di nuovo e a raggiungere il Libano. Fu catturato a Panama nel 1994 ed estradato in Italia.
Izzo riuscì a evadere dal carcere nel 1993 e fu catturato a Parigi nel 1993. Izzo e Guido furono scarcerati nel 2004, dopo aver scontato 28 anni di carcere.
Il ricordo di Rosaria Lopez, prima vittima del massacro del Circeo
Rosaria Lopez è stata una vittima innocente di un crimine orribile. La sua morte ha sconvolto l’Italia e ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza sulle donne.
Il suo ricordo è ancora vivo oggi, grazie al lavoro di Donatella Colasanti, che ha dedicato la sua vita a raccontare la storia di Rosaria e a promuovere la lotta contro la violenza sulle donne.
Che cosa hanno fatto a Donatella Colasanti?
Donatella Colasanti venne trovata moribonda nel bagagliaio di una macchina, vicino al corpo esanime della sua amica. Salva ma testimone di uno dei massacri più efferati e irragionevoli che l’Italia abbia mai visto, porterà per sempre tatuata sulla sue pelle la bestialità inumana di cui è stata vittima. Di seguito raccontiamo tutta la sua storia dell’orrore
La ragazza nata a Roma nel 1958, di origini operaie, vivace e piena di vita. Dopo il massacro del Circeo, non si è mai sposata e non ha avuto figli. Ha vissuto a Roma, dove ha lavorato come assistente sociale.
Dopo aver dedicato la sua vita a raccontare la storia di Rosaria Lopez e a promuovere la lotta contro la violenza sulle donne, ha scritto un libro sulla sua esperienza, intitolato Io, Donatella Colasanti, sopravvissuta al massacro del Circeo. Ha anche fondato l’associazione La Rosa Bianca, che si occupa di aiutare le vittime di violenza.
Malattia e morte di Donatella Colasanti
Purtroppo la vita di Donatella Colasanti, già duramente sconvolta per la violenza subita, è stata molto breve. Alla donna sopravvissuta al massacro del Circeo, infatti, è stato diagnosticato un tumore al seno, per cui si è sottoposta a un intervento chirurgico e a un ciclo di chemioterapia. Donatella morì a Roma il 30 dicembre 2005, all’età di 47 anni, per il cancro, ancora duramente sconvolta per la violenza subita trenta anni prima. Avrebbe voluto assistere al nuovo processo contro Izzo. La sua morte è stata un lutto per tutti coloro che la conoscevano e che avevano apprezzato il suo impegno nella lotta contro la violenza sulle donne.