La storia incredibile e toccante del calciatore della Juventus, ha rischiato la morte e ora ha paura possa risuccedere: ecco chi è
Durante un’intervista a Verissimo, un ex calciatore della Juve ha rivelato l’incredibile percorso della malattia che lo ha colpito. Si tratta della toccante storia di Stefano Tacconi, ex portiere della squadra bianco nera, che ha vissuto un grave aneurisma e un’emorragia cerebrale un anno e mezzo fa.
L’intervista a Tacconi è condotta da Silvia Toffanin, che accoglie l’ex calciatore con parole di affetto e sostegno, sottolineando quanto l’Italia intera si sia preoccupata per la sua salute e quanto sia speciale e non scontato vederlo e poterlo ascoltare in un studio televisivo.
Il suo racconto è drammatico quanto sconvolgente: dall’incidente che lo ha colpito, all’operazione d’urgenza, al lento ma determinato processo di recupero e riabilitazione, fino al suo ritorno a casa solo pochi giorni fa. Durante l’intervista, Stefano si è mostrato visibilmente emozionato. Ha raccontato che la riabilitazione è stata estremamente dura e che aveva sottovalutato la vulnerabilità umana, credendo di essere immortale.
Stefano Tacconi come sta oggi dopo la malattia?
La quotidianità di Stefano oggi è caratterizzata dalla presenza dei suoi affetti più cari, in particolare sua moglie Laura Speranza e i loro quattro figli. Stefano condivide la preoccupazione di poter subire un’altra emorragia cerebrale e sottolinea il ruolo importante della sua famiglia nel mantenerlo al sicuro, impedendogli di bere alcolici o fumare.
«Oggi mi dicono tutti di stare attento, perché l’emorragia può tornare”, confida. “Questo mi fa paura, perché io non sto mai fermo, ho sempre bisogno di muovermi. Ma ho una famiglia che mi sta dietro e questo è importante. Non mi fanno toccare vino né fumare. Se provo a bere, mi danno scoppole in testa».
Dopo l’operazione, Stefano Tacconi ha intrapreso un difficile percorso di riabilitazione. L’ex calciatore della Juve, ha raccontato di essere stato un paziente difficile e di aver cercato di strappare i tubi e slegarsi durante le notti in ospedale.
La famiglia di Stefano è stata fondamentale in questo percorso, dimostrando una forza straordinaria. Facevano frequenti viaggi tra Milano, Torino e Alessandria per essere sempre al suo fianco e supportarlo durante la riabilitazione.
Ora, Stefano è nella fase di “mantenimento”. Il ritorno a casa è stato segnato da un caloroso benvenuto dai suoi cani, che lo hanno “annaffiato” di affetto, dimostrando il legame speciale tra lui e i suoi animali domestici. Anche se ha perso alcune esperienze importanti nel corso di questo periodo contro la malattia, come i 18 anni di sua figlia e il matrimonio di sua nipote, Stefano si concentra sul fatto che almeno la sua famiglia ha potuto vederlo tornare in vita.
Che malattia ha avuto? Il figlio gli ha salvato la vita
Andrea, il figlio di Stefano, presente durante l’intervista, viene descritto dal calciatore come un vero angelo custode, avendo reagito prontamente quando suo padre ha avuto il malore, salvandogli la vita.
«L’ho preso al volo e mi sono accorto subito che era un problema al cervello. Papà aveva delle convulsioni, si era irrigidito e non respirava, così ho avuto la prontezza di girarlo su un fianco e ha ricominciato a respirare»
Il racconto fa anche riferimento alla gravità della situazione di Stefano quando è stato ricoverato d’urgenza e al fatto che nessuno sapeva se sarebbe sopravvissuto. Questo periodo è stato estremamente difficile per la sua famiglia, che ha dovuto affrontare l’incertezza e la paura.
«Il medico che mi ha operato ha detto a mia moglie di viversi la notte, perché non sapeva se sarei arrivato alla mattina dopo».