Carolina Marconi riuscirà mai ad avere un figlio? Il suo sfogo fiume nello studio di Silvia Toffanin fa commuovere i fan...
Carolina Marconi è tornata sul piccolo schermo dopo aver sconfitto il tumore: nello studio di Verissimo ha ammesso, ancora una volta, la sua volontà di avere un figlio.
Carolina è stata una concorrente del GF Vip 7 e oggi ha vinto la propria personale battaglia contro il tumore che l’aveva colpita al seno. Dopo vari cicli di chemioterapia, la donna è riuscita ad avere la meglio sulla malattia. Malattia che, però, nonostante se ne sia andata, ha lasciato alcune conseguenze nella sua vita. La ex Vippona ha infatti raccontato un dettaglio che finora si era tenuta per sè: per via del cancro, rischierebbe di non poter diventare mamma.
La ex gieffina, in una vecchia intervista al settimanale Chi, ha raccontato del suo dramma nell’apprendere che forse potrebbe non diventare mai mamma. A questo proposito, quindi, Carolina Marconi avrebbe anche pensato di adottare un figlio, ma purtroppo non è risultata idonea alle pratiche di adozione proprio per via della sua malattia (ormai sconfitta). Le sue parole: “La chemio mi ha reso momentaneamente sterile. Inoltre, purtroppo non sono idonea ad intraprendere un’adozione perché ho avuto un tumore anche se sono guarita”.
Carolina Marconi potrà mai avere un figlio? Ecco cosa aveva detto al magazine di Alfonso Signorini: “Prima di iniziare le sessioni di chemioterapia, ho congelato un ovulo. Uno solo. Dunque ho il 10% di possibilità di restare incinta. L’intenzione era di congelarne dieci, ma non potevo fare terapie ormonali con il tumore al seno, sarebbe stato un accelerante per il mio male. Siccome devo aspettare per provare a restare incinta, ho pensato: intanto adotto un bambino. Mi sono anche informata sull’utero surrogato, ma per me è troppo”.
Carolina Marconi potrà mai avere un figlio?
Il sogno di diventare mamma è sempre lì, ma Carolina Marconi potrà mai avere un figlio? La ex gieffina ne ha parlato in diretta con Silvia Toffanin nello studio di Verissimo. Cosa ha detto? Le sue parole: “Oggi sto bene, ho affrontato tutto e sono venuta qui a dirti solo cose belle”. Purtroppo, però, la malattia ha lasciato qualche strascico e diventare madre potrebbe non essere così facile. Perché?
Dopo l’operazione e la chemioterapia, Carolina deve affrontare dei controlli periodici: ogni sei mesi un’ecografia e una mammografia, poi, ogni anno, una tac. Il sogno di avere un figlio è più forte di ogni altra cosa, ma purtroppo – al momento – significherebbe interrompere qualsiasi tipo di cura di mantenimento.
Nel raccontare le sue condizioni di salute, Carolina Marconi è scoppiata in lacrime, lasciandosi abbracciare da Silvia Toffanin che ha detto: “Devi pensarci molto bene, Carolina. Adesso devi pensare alle tue cure, per avere un bambino invece dovresti interromperle”. Subito dopo, poi, sempre la ex gieffina ha raccontato quanto sia forte il suo desiderio di diventare madre.
Nello studio di Verissimo ha detto: “Io non mollo. Vorrei avere modo di adottare un bambino, ma mi è stata negata questa possibilità perché ho avuto un tumore al seno, spero passi la legge per l’oblio oncologico”.
Le parole sulla legge del diritto all’oblio
Come sappiamo, di recente in Spagna è passata la legge del diritto all’oblio, che permetterebbe agli ex malati di tumore di riprendere a fare una vita totalmente normale. Come spesso accade, purtroppo, agli ex pazienti oncologici vengono negati anche finanziamenti e mutui. In merito a questo, Carolina Marconi ha spiegato quanto segue: “Siamo un milione di persone guarite per la medicina. Oggi hanno approvato questa legge del diritto all’oblio alla Camera dei Deputati, deve ancora andare al senato: dopo dieci anni potresti riprendere in mano la tua vita, la tua dignità, la tua libertà”.
E ancora: “Ma dieci anni sono tanti. Io vorrei sperare che quando andrà al Senato questi dieci anni diventano cinque, perché così si dà la possibilità di tutte le donne come me di avere figli, un mutuo, una assicurazione. Avremmo il diritto di vedere ridotti questi anni a cinque, ma non dieci. Poi magari si faranno dei decreti attuativi da esaminare caso per caso”. Toffanin annuisce: “Sarebbe un modo per eliminare una discriminazione”.