Io Capitano film di Matteo Garrone: chi sono i due attori protagonisti? La trama è una storia vera?

Io Capitano, film di Matteo Garrone, racconta gli strazi dell viaggio tra deserto e mare di due giovani ragazzi senegalesi verso la speranza!

Io Capitano è un film da vedere in apnea, un film necessario, raccontato dal regista Matteo Garrone con una dimensione reale e contemporanea. La scelta dei due attori protagonisti è la chiave di volta ben azzeccata, vera forza per una trama che sfiora la realtà. Scopriamo di seguito tutti i dettagli di una pellicola destinata a rimanere nella storia del cinema, sia italiano sia internazionale!

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Chi ha visto Io Capitano è uscito dalla sala cinematografica profondamente scosso, con quella particolare sensazione nell’anima che ogni percezione dell’altro non sarebbe più stata come prima. Il perché è presto detto. Io Capitano è la pellicola con lui il regista Matteo Garrone è riuscito a raccontare magistralmente l’odissea contemporanea vissuta da due giovani, avvincente e spaventosa allo stesso tempo, evitando di far cadere la storia nel pietismo e nella retorica.

E se l’Odissea è il travagliato viaggio di Ulisse per ritornare in patria, la vicenda dei due protagonisti epicamente lo è molto di più! È il viaggio omerico di due ragazzi che dal Senegal attraversano il deserto per raggiungere l’Europa, tra paura e tormento, angoscia e dolore. Nella loro traversata si affidano a trafficanti e passeur, arrivano in Mali e in Libia, vengono torturati e sfruttati. Il tutto con coraggio e intensità così immensi da rappresentare pienamente il fenomeno epocale dell’amara migrazione dall’Africa verso l’Europa.

Un film, Io Capitano, che nel 2023, l’anno della sua fortunata uscita, oltre alla collezione di premi per la migliore regia e per il migliore attore esordiente all’80esima Mostra del Cinema di Venezia, è anche candidato all’Oscar come miglior film straniero, in rappresentanza del cinema italiano.

Merito sì di un regista numero uno ma anche della sua scelta, parecchio azzeccata, di affidare l’incarico di protagonisti a due ragazzi esordienti, Seydou Sarr e Moustapha Fall, capaci di trasmettere umanità e realismo al pari di Primo Levi e della sua La tregua. Vediamo di seguito chi sono questi due giovanissimi e straordinari attori!

Chi sono i due attori protagonisti di Io Capitano?

Volto del tutto sconosciuto per il mondo occidentale, Seydou Sarr è uno dei due protagonisti di Io capitano. Giovanissimo, talmente bravo e di talento da vincere all’80esima mostra del Cinema di Venezia il premio Marcello Mastroianni come miglior attore emergente.

Seydou Sarr è nato in Senegal e ha appena 21 anni. Ha interpretato in maniera così straordinaria l’eroe contemporaneo nel film di Matteo Garrone da riuscire a coinvolgere gli spettatori, portandoli a comprendere le basi dei diritti umani basilari, veri ma violati. L’intero film è interpretato in francese e nella lingua senegalese, il wolof: nelle sale è proiettato con i sottotitoli in italiano. Una scelta del regista anche questa azzardata ma che ha reso maggiormente toccante la storia dei due ragazzi.

Anche lui nato in Senegal, Moustapha Fall ha appena 18 anni: è nato nel 2005. Fall, molto giovane, è l’altro protagonista del viaggio della speranza, intrecciato di sogni, durante il quale dovrà affrontare dolori e difficoltà terribili, cercando di raggiungere l’Europa, prima nel deserto e poi su un barcone, per costruire una nuova vita.

Nell’ultimo fotogramma del film, come in un moderno sussidiario di scuola primaria, la carta geografica del continente africano traccia il percorso dal Senegal alla Libia, attraverso Mali e Niger, compiuto dai due cugini prima di arrivare al traguardo. Altra scelta del regista del tutto dovuta, per lasciare allo spettatore una visione complessiva dell’immensità dell’impresa.

Seydou e Moussa, alias Seydou Sarr e Moustapha Fall, come tanti altri migranti che li hanno preceduti e che, purtroppo, verranno, hanno saputo prendere per mano gli spettatori, accompagnandoli tra pericoli e violenze, lasciando loro il desiderio di combattere ingiustizie e prepotenze, pur di arrivare al sogno di una vita migliore.

La trama è una storia vera?

Seydou e Moussa, i protagonisti del film Io Capitano, sono due cugini senegalesi attratti dalla globalizzazione occidentale. Loro decidono di lasciare Dakar, intraprendendo un viaggio verso la costa nord-africana per poi imbarcarsi verso il continente europeo, non per sfuggire a una guerra o una carestia ma con un obiettivo ben preciso. Amano la musica e nel loro cuore vive l’ambizione di diventare famosi in Europa o in America, producendo canzoni rap.

Non scappano da disastri ambientali o sociali ma hanno un sogno comune a tanti adolescenti del mondo occidentale. Loro, come tanti altri ragazzi, hanno una madre, contraria a una dolorosa partenza verso l’ignoto. Seydou e Moussa, pur consapevoli di avere davanti giorni oscuri, intraprendono ugualmente il loro viaggio con spirito di avventura, percorrendo quell’odissea feroce e disumana scritta ancora prima della loro nascita.

Distrutti nella dignità, provati da un’esperienza inumana, Seydou e Moussa sono protagonisti di una vicenda che, nonostante il regista l’abbia resa meno cruda, è parecchio aderente alla realtà. La sceneggiatura del film Io Capitano, infatti, è stata ispirata dalle tante storie vere vissute e raccontate dai migranti, arrivati dal continente africano.

Da dove nasce Io Capitano?

Principali fonti di ispirazione sono le vicissitudini di Fofana Amara, un giovane guineano arrivato sulle coste italiane appena quindicenne. Così come Seydou, imbarcato e messo a forza alla guida del barcone destinato a compiere l’ultima tappa del viaggio, anche Fofana Amara è stato obbligato a condurre al traguardo un fatiscente battello con duecentocinquanta migranti.

Fofana stesso, a distanza di anni, racconta la sua esperienza: “C’erano duecentocinquanta persone, anche una quindicina di bambini e venticinque donne. Quando arrivammo sapevo che nessuno era morto e avevo salvato tutti. Alcuni erano contenti, altri piangevano perché non credevano fosse possibile. Allora, mi misi a gridare alla guardia costiera: Je suis le capitain, je suis le capitain! Una cosa a cui ripenso con emozione è che c’era una donna incinta, la quale ebbe dei dolori durante il viaggio. Fermai la nave per assisterla e poi partorì una bambina prima di arrivare ad Augusta. Ricordo che quando siamo partiti non sapeva ancora il sesso della nascitura”.

Una volta arrivato a terra, Fofana è stato identificato come lo scafista trafficante di uomini ma, una volta chiarita la sua innocenza e chiarita la sua condizione di minorenne, è stato messo in libertà. Oggi vive in Belgio e negli occhi ha ancora e per sempre quella traversata della speranza e la grandezza epica delle sue azioni.

La scena finale di Io Capitano lascia negli occhi dello spettatore l’avvistamento della terra e della salvezza. L’urlo di Seydou “Io Capitano” riecheggia di fronte alla Guardia costiera, aprendo un varco verso i due ragazzi che desiderano coltivare il proprio futuro ma stanno entrando in una fitta rete di leggi che, forse, penalizzeranno e mortificheranno le loro ambizioni.

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