Gina Lollobrigida, per Piazzolla le cose si mettono male «Chiesti 7 anni di carcere»: ecco i motivi

Gina Lollobrigida ''incapace di intendere e volere'', chiesti 7 anni di carcere per l'assistente Andrea Piazzola «La manipolava»

Gina Lollobrigida è morta il 16 gennaio 2023 e dall’annuncio della sua scomparsa sono iniziati a fioccare ipotesi sul suo patrimonio milionario e sui legami con i tre uomini della sua vita: Andrea Piazzolla, l’ex fidanzato Javier Rigau e il figlio Milko Skofic. L’attrice e i legami instaurati negli ultimi anni sono stati, spesso, al centro delle testate di gossip, dei salotti televisivi e anche dei tribunali.

Andrea Piazzolla, tra tutti, è sicuramente il nome più controverso che gira intorno alla vita e alla morte di Gina Lollobrigida. Definito da molti il factotum dell’attrice, il 35enne sembra essere stato molto più di un semplice assistente tuttofare e in molti non credono nella sua buona fede.

E infatti, dopo mesi di interviste, dichiarazioni e pianti pubblici Piazzola sembra poter finire nei guai. Né amore, né lavoro, né affetto sarebbero stati alla base del rapporto con Gina Lollobrigida. Di cosa si trattava? Secondo la pm di Roma Eleonora Fini era circonvenzione di incapace.

Richiesti 7 anni di carcere: cosa ha fatto?

Andrea Piazzolla, l’ex assistente e uomo di fiducia della compianta Gina Lollobrigida, è stato oggetto di una richiesta di condanna a 7 anni e mezzo di carcere avanzata dalla pubblica accusa, rappresentata dalla pm di Roma Eleonora Fini. L’accusa mossa contro il manager riguarda la circonvenzione di incapace, accusa basata sul presunto furto di beni dal patrimonio dell’attrice nel periodo compreso tra il 2013 e il 2018.

Il pubblico ministero ha sottolineato che la celebre diva si trovava in uno stato evidente di vulnerabilità, descrivendo un “rapporto di squilibrio” con Piazzolla.

Gli esperti e consulenti intervenuti durante il processo hanno concordato sul fatto che l’attrice, un’icona del cinema mondiale, aveva subito un “indebolimento della capacità di intendere e autodeterminarsi e di decidere autonomamente“.

L’avvocato Michele Gentiloni Silveri, rappresentante della parte civile, ha descritto il caso come “agghiacciante” e ha sottolineato che Piazzolla aveva adottato una strategia lucida fino all’ultimo momento. Da un lato, aveva stimolato il narcisismo di Gina Lollobrigida, dall’altro si era presentato come l’unico indispensabile, il suo salvatore in ogni situazione. Riuscire ad isolarla è stata la mossa che avrebbe permesso a Piazzolla di agire indisturbato.

Le ultime parole di Gina Lollobrigida

Gina Lollobrigida ha sempre difeso Andrea Piazzolla e nella sua ultima apparizione in tv a Domenica In aveva ribadito il suo affetto infinito per l’assistente. L’ultima grande lotta della sua vita, infatti, è stata quella per tutelare il suo factotum. Per Gina Lollobrigida Andrea Piazzolla era sempre stato una persona di famiglia: «Per me è come un figlio, mi ha aiutato ad andare avanti. Sua figlia Gina si chiama come me, è una tigre. Andrea non ha mai sbagliato. È una persona brava e sta avendo dei guai terribili. La vita è mia e io decido cosa farne. Fare dei regali ad Andrea e la sua famiglia è una cosa che riguarda me, e nessun altro. Ho diritto di vivere, ma anche di morire in pace». Ma alla luce delle nuove dichiarazioni della magistratura è difficile non interpretare queste frasi sotto un nuovo filtro.

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