Cesara Buonamici come un gatto in tangenziale, aveva ragione 22 anni fa «Grande Fratello? No, per carità»

Grande Fratello, quando Cesara Buonamici lo ripugnava fino a diventare l'opinionista più flop di ogni edizione: ecco il video e cosa ha detto

Cesara Buonamici ha fatto il debutto come opinionista del Grande Fratello, lunedì 11 settembre. I telespettatori hanno iniziato a seguirla con la tenerezza riservata ad un gatto in tangenziale «Ma dai, ma che ci fa lì» per poi passare ai commenti più cattivi «Speriamo la mandino via presto». 

L’esordio della giornalista sulla sediolina rossa non ci ha sorpresi, come avevamo immaginato, il flop è già evidente e non si è scomodato neanche di restare dietro l’angolo. Come opinionista Cesara raccoglie il peggio di tutti i suoi predecessori, ma con un’aggravante: la sua credibilità che si dissolve.

Fuori posto come Orietta Berti, poco centrata come Wanda Nara, predisposta a fare domande fuori luogo e fuori contesto come Pupo. Non abbastanza appuntita come sapeva essere Sonia Bruganelli, poco maliziosa come poteva essere Antonella Elia. Cesara Buonamici è stata piazzata lì, senza senso e senza contegno. Al solo fine di utilizzare il suo nome e la sua credibilità.

Quando diceva «Il Grande Fratello? No, per carità»

Eppure Cesara Buonamici ci aveva visto lungo nel 2001. Quando in una doppia intervista de Le Iene aveva preso fortemente le distanze dal reality (che all’epoca era un vero esperimento sociale, oltretutto). Ecco cosa aveva risposto alle domande in merito:
«Grande Fratello? No per carità. Mi hanno chiesto di condurlo ma ho detto di no perché dopo non sarei tornata al Tg5». E per carità, solo gli stupidi non cambiano idea.  Ma forse quella versione di 22 anni fa aveva ragione a tenersi alla larga dal Grande Fratello. 

Il Grande Fratello non ce la fa, si può essere pop senza essere trash

Il pop subisce da sempre l’ignoranza di chi lo ritiene sinonimo di superficialità. E viene attaccato ciclicamente dal vuoto del trash, che tenta di spacciarsi per popolare ma non lo è. Esisterebbe, se si fosse capaci, una verità alternativa, uno spazio libero in cui la leggerezza non è banalità, l’intrattenimento non è distrazione per gli stupidi e lo spettacolo può lanciare messaggi anche senza la pretesa di diventare qualcosa di diverso.

In Italia ci sono molti giovani e meno giovani volti della tv capaci. Un esempio lampante è Giulia Salemi, che ha ben pensato di lasciare la nave del Gf Vip prima che fosse troppo tardi. Arriva da una gavetta recente, è leggera senza essere banale, sa cosa dire, cosa non dire e sa da che parte stare. A lei non è richiesto che faccia la giornalista e sarebbe giudicata (come di giusto) se si improvvisasse tale. Perché dovrebbe valere quindi il ragionamento opposto per Cesara Buonamici? Che non è una donna di spettacolo, ma viene comunque chiamata a farlo. 

Il problema non è il Grande Fratello Vip, non è lo spettacolo, non è la tv. Ma la modalità con cui vengono fatti. Il reality di Signorini ha fatto l’errore di voler vincere facile negli anni passati, credendo che la quantità e la mediocrità pagassero per sempre. E come tutto le scorciatoie della vita, fanno una gran fiammata ma bruciano e si consumano in fretta. Cesara Buonamici è una nuova fiammata. L’ennesimo accendino usa e getta che farà luce il tempo di distrarre da quel che non si sa fare. Ma si spegnerà e sarà di nuovo il buio della mediocrità: né spettacolo, né attualità. E a quel punto spegneremo anche la tv. 

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