Andrea Giambruno e la retorica tossica dell’autotutela e del lupo, la violenza non è responsabilità delle donne

Andrea Giambruno oggi durante la puntata di Diario del giorno: cosa ha detto sullo stupro e la violenza di genere? «Poi il lupo lo trovi». 

Andrea Giambruno, compagno di Giorgia Meloni, non ce la fa a non dimostrare – per l’ennesima volta – tutta la sua ignoranza su alcune delle tematiche sociali più delicate del Paese: lo aveva fatto con l’emergenza climatica, ed è tornato a ribadirlo con nuove dichiarazioni sullo stupro di Palermo e Caivano.

Lui, come tanti altri incapaci di osservare con attenzione, intelligenza e lucidità il fenomeno sistemico che sta alla base dei femminicidi e della violenza di genere, ha esordito con una massima patriarcale di cui continuiamo a dover fare i conti: la vittimizzazione secondaria.

Perché come è facile dire che non si stupra, a molti viene altrettanto facile far intendere che ‘‘non ci si deve fare stuprare”. Ancora una volta, dobbiamo lottare contro la perpetuata accusa di ”essercela cercata”. Di non aver fatto abbastanza attenzione. In parole semplici: di essere colpevoli quanto gli aggressori. Ma la violenza non è una cosa da evitare, è un male da estirpare alla base. A partire dal linguaggio e dal modo in cui se ne parla.

Giambruno ci ha regalato lo stesso principio alla base della teoria dell’ultimo incontroche avevamo dovuto subire quando è si è parlato del femminicidio di Giulia TramontanoPerché lo ha incontrato? Perché si trovava lì? Ma perché ha accettato? Perché ha indossato quel vestito se sapeva di trovarsi in una strada poco sicura? E perché non è rimasta a casa? Perché, perché, perché quella donna si è fatta uccidere? Come se lo scegliessimo.  Come se fosse divertente giocare a scacchi per strada, tentando di capire quale mossa non faccia fuori la regina: tanto è il re quel che conta. Come se la soluzione fosse continuare a educarci alla sopravvivenza. 

Così Giambruno con le sue dichiarazioni a Il diario del giorno insinua il solito pericolosissimo dubbio: la donna può evitare. E non è più accettabile che si cada in questa retorica patriarcale. Se un uomo viene accoltellato per strada da un rapinatore, nessuno si chiede perché l’uomo sia passato di lì. Nessuno azzarderebbe mai un «Poteva evitare di mettersi quell’orologio». Nessuno e dico nessuno, penserebbe mai che era una cosa che la vittima poteva non far capitare. Non scatterebbe alcun perché. Sarebbe così e basta: rapinatore = aggressore, derubato = vittima. Senza incidentali, senza accessoriare la storia, senza spulciare luoghi, tassi alcolici e outfit.

Andrea Giambruno cosa ha detto durante il programma Diario del giorno?

Ma cosa ha detto esattamente Andrea Giambruno, durante la trasmissione Diario del giorno, in onda martedì 29 agosto? Il compagno della premier Giorgia Meloni e anchorman di Rete 4, ha espresso il suo ”parere” riguardo alla tematica della violenza sessuale, nel contesto dei recenti casi che hanno attirato l’attenzione pubblica. La frase pronunciata da Giambruno recita:

«Forse dovremmo essere più protettivi nel dialogo e nel lessico. Se vai a ballare, tu hai tutto il diritto di ubriacarti – non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento e nessun tipo di inciampo – ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi rischi che il lupo lo trovi».

Questo commento è stato fatto nel corso della discussione all’interno della trasmissione, con ospiti tra cui l’avvocata Annamaria Bernardini De Pace, il condirettore di Libero Pietro Senaldi, l’avvocata Ebla Sahmed e l’imprenditore Gianfranco Librandi. Nel contesto di una conversazione sulla lettera inviata dal padre di una ragazza violentata a Roma, Giambruno ha evidenziato il concetto di “autotutela preventiva”, che tradotto è un modo per dare colpe anche alla vittima ”irresponsabile”.

La discussione prosegue con Senaldi che, condannando fermamente i violentatori, sottolinea che purtroppo la realtà potrebbe non rispettare i diritti delle ragazze e suggerisce che evitare di perdere conoscenza e frequentare contesti meno pericolosi potrebbe essere prudente. Giambruno concorda con Senaldi e aggiunge che se si evita di ubriacarsi e di perdere i sensi, si potrebbe prevenire determinate problematiche, utilizzando l’espressione già riportata: “magari eviti di incorrere in determinate problematiche, perché poi il lupo lo trovi”.

Perché il discorso di Giambruno è inaccettabile

Partiamo da una considerazione base che tutti dovremmo avere sempre impressa: la violenza di genere va gestita dallo Stato non dalle vittime. Noi donne non dovremmo essere educate alla sopravvivenza e all’autotutela. Da vive non veniamo tutelate, ma ci piangono da morte. E anche da vittime continuano a giudicare cosa avremmo dovuto o non dovuto fare. Quale incontro avremmo dovuto evitare, quanti bicchieri avremmo dovuto bere e quale gonna non avremmo dovuto mettere.

Non è più sostenibile, non è più accettabile, non è più gestibile, non è più comprensibile, non è più tollerabile, non è più e basta. La misura è colma, rasa, straborda e continua a far sangue da tutte le parti. Dobbiamo smetterla e farlo subito. Smettere di educare le donne su come non essere criticate, licenziate, picchiate, stuprate o uccise. Invertire la giostra del patriarcato e rimettere le cose nell’ordine giusto. Non è la vittima a doverla scampare, non è la donna uccisa a doverlo evitare, non è la donna stuprata e non doverlo fare accadere, non è la donna a dover colmare i limiti degli uomini per esistere. 

Non è accettabile una società in cui ci si ritrova costrette ad ascoltare consigli e suggerimenti su come evitare che ci uccidano o ci stuprino, con la stessa modalità con cui si consiglia di non attraversare la strada ad occhi chiusi. Perché una macchina potrebbe non prenderti, ma potrebbe anche succedere. Anzi peggio: «Perché rischi che poi il lupo lo trovi». 

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