Ainett Stephens, dopo l'age shaming, il doppio standard, la presunta esclusione per Onlyfans: la Gatta Nera diventa Carta Nera, eh già...
Il caso di Ainett Stephens continua a macinare polemiche, dichiarazioni e giustificazioni di ogni genere: dopo le parole di Pino Insegno sull’età dell’ex collega, Davidemaggio.it, il sito da cui era uscita l’intervista con la frase del conduttore, ha tentato di rimediare quanto espresso con una pezza peggiore del buco e ha rivelato che il famoso e discusso ruolo della Gatta Nera dovrebbe trasformarsi in Carta Nera. Ma non solo.
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Nell’ultimo aggiornamento della vicenda, il sito ha apportato delle nuove presunte verità e delle fantasiose intenzioni, che starebbero alla base delle dichiarazioni di Pino Insegno. Tra tutte Davide Maggio ha rivelato che Ainett Stephens sarebbe stata esclusa dal programma a causa della sua presenza su Onlyfans. Non c’entrerebbe nulla, dunque, l’età della showgirl ma la sua promiscuità a quanto pare. E su questo aspetto potete scoprire cosa ne pensiamo cliccando QUI. Ma non l’unica cosa che che si è limitato a dire. Scopriamo le dichiarazioni fatta e analizziamole insieme.
Ainett Stephens troppo vecchia? Cosa ha detto Pino Insegno? Ecco il gioco delle intenzioni
«(…) Chiedere ad una donna (professionalmente) matura, che negli anni ha fatto sentire la sua voce, di tornare a fare la “bella statuina” – per quanto interpretando un ruolo diventato iconico e prezioso per il programma – non poteva suonare come svilente? Un conto, infatti, è usare l’aspetto estetico come viatico per accedere alla mondo della tv e prendere confidenza con la telecamera, un altro è rimanerne imprigionati».
Partiamo dalla prima considerazione: chiedere ad una donna ”professionalmente (ci tengono a sottolinearlo)” matura di fare la bella statuina poteva suonare svilente.
Se anche volessimo aderire a questa linea di pensiero, quale sarebbe la distinzione tra permetterlo ad una donna giovane (professionalmente, ah) piuttosto che ad una con più esperienza? Quando scade esattamente la possibilità per una donna di essere ”una bella statuina” prima che diventi svilente?
E poi ancora: un conto è usare l’aspetto estetico come viatico per accedere alla mondo della tv e prendere confidenza con la telecamera, un altro è rimanerne imprigionati.
Ok, quindi ad una donna è permesso usare il proprio aspetto estetico per fare gavetta. Poi, però, non possono restare imprigionate dentro quel personaggio. Quindi, povere donne incapaci di scegliere e decidere, state tranquille, perché ci saranno degli uomini a decidere di lasciarvi libere di non usare più esclusivamente il vostro corpo. Che dire: grazie.
«Se a ciò poi ci aggiungiamo le riflessioni sull’opportunità di tenere quel personaggio così com’era, si capisce il perchè Insegno e co. abbiano optato per un’altra decisione. In quest’ottica le parole del conduttore ai nostri microfoni sarebbero da intendersi come diplomatiche (quel “è diventata un po’ più grande”, dopotutto potrebbe intendersi come “avrà altre priorità”)».
Beh, dopotutto tante cose potrebbero intenderne altre, se giochiamo tutti alla ruota delle intenzioni e delle interpretazioni che più convengono in base al contesto. E anche in questo caso, però, la pezza continua ad essere peggiore del buco: perché, se fosse vero, Pino Insegno avrebbe valutato autonomamente che Ainett Stephens “ha altre priorità”, vista la sua età (professionale sempre, ah). E anche in questo caso, che dire? Grazie a tutti questi uomini che deducono da soli cosa voglia fare o meno una donna, senza causarle lo sforzo di doverlo capire o dire da sola.
La Gatta Nera è morta, ma ha altre sei vite e un nome diverso
Partiamo da una premessa sostanziale: che una donna qualsiasi, giovane o meno giovane, venga vestita di latex e messa muta all’interno di uno show, non è esattamente una situazione da rivendicare o di cui voler fare parte. Ma anche qui, ricorre fare una certa attenzione sulla libera scelta di ogni donna di fare del suo corpo quello che vuole e accettare i lavori che preferisce. Andrebbe analizzato il contesto in cui e per cui nasce quel ruolo e poi fare le considerazioni del caso sull’autodeterminazione di ogni donna. Ma andiamo avanti.
Il ruolo che la ”gatta nera” ha avuto in passato all’interno de Il Mercante in fiera è svilente, sessista e razzista sotto molti aspetti. E come avevamo precisato all’inizio di questa polemica, sarebbe stato, sicuramente, più interessante stravolgere il personaggio presentato 16 anni fa e vestirlo di nuove consapevolezze. Che se i gatti hanno sette vite, era tempo forse di tentarne una nuova anche per l’ex gatta nera e per tutto ciò che ha rappresentato.
E questo Pino Insegno e chi per lui lo hanno captato dopo il polverone scaturito. Perché se prima era stato precisato che ci sarebbe stata. Oggi Davide Maggio rivela una novità:
«Siamo sicuri che chi protesta ora per le parole del conduttore non avrebbe avuto da ridire per la Gatta Nera ossia una bella donna di colore muta, che si muove sinuosa con una tutina di lattice nel preserale di Rai2? (…) Proprio in considerazione del ruolo e dei tempi, si starebbe optando per cambiare il nome al personaggio: non più Gatta Nera ma semplicemente Carta Nera».
Partiamo da una piccola lezione sul linguaggio inclusivo. Intanto la locuzione ”donna di colore” non è accettabile. Le parole sono importanti e se neanche su un sito rinomato come quello di Davide Maggio si riesce a fare la dovuta attenzione, dovremmo tutti stare un po’ più attenti.
E, quindi, ci prendiamo una parentesi per spiegare il motivo per cui non si dovrebbe utilizzare. Innanzitutto, perché la prima domanda che dovrebbe sorgere spontanea è “ma di quale colore”? Abbiamo tutti un colore della pelle. Quindi, perché di colore dovrebbero essere soltanto i non bianchi? Poi, questa espressione arriva direttamente da quella americana colored, che veniva usata per separare luoghi riservati ai bianchi da quelli riservati ai non bianchi. Quindi no, non si dice ”di colore”. Ma andiamo avanti e ritorniamo sul tema.
Si starebbe optando per cambiare il nome al personaggio prima interpretato da Ainett Stephens: non più Gatta Nera ma Carta Nera. Il nome, loro puntano a cambiare il nome. Ma non erano gli stessi che hanno iniziato la prosopopea dicendo che una donna muta vestita di latex non era accettabile? Ah no, dipendeva dall’età.
Quindi ricapitoliamo: una donna giovane ( sempre professionalmente) può fare la bella statuina vestita di Latex se però la chiamano Carta Nera. Beh sì, così effettivamente non sembrano più presenti age shaming, maschilismo e razzismo. O forse per quel gioco delle intenzioni, «la si potrebbe intendere anche così, cit.»
Dobbiamo aspettare che, da un momento all’altro, per tappare anche questo buco, rivelino a posteriori che alla Carta Nera sarà riservato uno spazio per un monologo in modalità Sanremo? Chissà.