GPA reato universale: cosa significa, cosa comporta e cosa si rischia? Perché, se è già reato in Italia, si vuole fare una nuova legge?
Si vota martedì 26 luglio 2023 la proposta di legge che punta a rendere la GPA (gestazione per altri, ndr) reato universale in Italia: ma cosa significa e cosa comporta? Carolina Varchi, la deputata di Fratelli d’Italia e portabandiera della proposta della destra contro la gestazione per altri (già vietata in Italia) promette l’inasprimento delle pene puntando a minare un diritto già inesistente.
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Dopo la mossa contro i sindaci che registravano nella carta d’identità del figlio il nome di entrambi i genitori omosessuali, oggi il parlamento si esprimerà sulla GPA. Da mercoledì 24 maggio in commissione Giustizia della Camera è cominciata la battaglia: previsto il voto sugli emendamenti, ma per Varchi non ci sono dubbi «Sarà legge».
La proposta di legge contro la maternità surrogata: GPA come reato universale
Il testo base della proposta di legge contro la maternità surrogata è stata adottata in commissione Giustizia e adesso si passerà al voto. La prima firmataria di questa proposta è Carolina Varchi, esponente del partito politico Fratelli d’Italia. L’obiettivo della legge è rendere reato universale la pratica della gestazione per altri (Gpa), incluso il suo svolgimento all’estero.
Attualmente, la gestazione per altri è considerata illegale solo se avviene all’interno dei confini nazionali, ma questo non impedisce alle persone di ricorrere a tale pratica all’estero e poi tornare in Italia con il figlio nato tramite surrogata, per questo motivo Carolina Varchi vuole estendere la pena e renderla reato universale.
Gpa reato universale quanto si rischia?
Nella relazione di Carolina Varchi, si fa riferimento alla legge italiana numero 40 del 2004, che già vieta la ”commercializzazione” di gameti e embrioni, nonché la surrogazione di maternità. Questa legge prevede pene che vanno dalla reclusione da 3 mesi a 2 anni e una multa che varia da 600.000 a un milione di euro.
Perché, se è già reato in Italia, si vuole fare una nuova legge?
L’esponente di Fratelli d’Italia sottolinea che tale divieto è valido solo in Italia, mentre in altri Paesi, sia europei che extraeuropei come Canada e Stati Uniti, queste pratiche sono legali.
Secondo la deputata, questa disparità di regolamentazione ha dato origine al fenomeno del “turismo procreativo”. Si tratta di coppie italiane che, non potendo avere figli, si recano in Paesi esteri in cui la surrogazione di maternità è consentita, al fine di avvalersi di questa tecnica.
Al fine di evitare che ciò accada, il testo base adottato in commissione prevede l’estensione del divieto italiano anche all’estero. In particolare, si propone di aggiungere una frase all’articolo 12 della legge 40, secondo cui “le pene stabilite dal presente comma si applicano anche se il fatto è commesso all’estero”.
Un diritto già inesistente messo ulteriormente a rischio e su cui ci accanisce. L’obiettivo? Salvaguardare la tanto osannata famiglia tradizionale, cara alla destra (e di cui pochi esponenti di destra possono vantarsi oltretutto). Un attacco diretto alla comunità LGBTQ+ e alla libertà delle donne. E ricordiamo che, ad oggi, in Italia, la GPA ha interessato più coppie eterosessuali che famiglie arcobaleno.
Perché è l’ennesimo schiaffo alla libertà delle donne
Ma in tutto questo parlare, promettere e rivendicare, dove stanno la giustizia, l’equità, la libertà di decidere sul proprio corpo? Rendere reato universale qualcosa che negli altri Paesi è regolamentato con leggi precise è insensato. Ed è l’ennesima proposta che ha solo il sapore della propaganda e l’ennesimo tentativo di limitare i diritti delle persone.
Oltre a eliminare una possibilità alle coppie che non possono avere figli e per cui già non ha senso che la GTA non sia permessa in Italia, continua ad essere estremamente limitante dare per scontato che le donne non sappiano scegliere per se stesse.
Le donne che decidono di portare avanti una gravidanza per altri vengono rappresentate esclusivamente nell’insieme delle ”sfruttate” e quindi ”da proteggere”. Partendo dal presupposto che tutti siamo contrari allo sfruttamento, non viene mai menzionato che le donne possono scegliere in libertà cosa fare del proprio corpo.
Un’altra pagina di oscurantismo e di rallentamento dell’evoluzione sociale sta per scriversi in Italia. E tocca ricordarlo e stare in allerta.