Berlusconi era malato di un raro tipo di leucemia, i dettagli della malattia

Silvio Berlusconi è morto, era malato di un raro tipo di tumore, che malattia aveva e cosa è la leucemia mielomonocitica cronica? I dettagli

Silvio Berlusconi è morto lunedì 12 giugno 2023, l’ex Presidente del Consiglio stava combattendo con una raro tipo di leucemia di cui era malato da tempo: scopriamo cosa è successo e tutti i dettagli.

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La malattia di cui soffriva Berlusconi era leucemia mielomonocitica cronica (LMC), una patologia complessa che combina caratteristiche di sindromi mielodisplastiche e neoplasie mieloproliferative croniche.

Silvio Berlusconi è morto: dalla scoperta della malattia al ricovero

Silvio Berlusconi aveva trascorso gli ultimi tempi affrontando frequenti ricoveri ospedalieri. Il più recente era durato 45 giorni tra aprile e maggio, quando il primario Alberto Zangrillo, medico personale e amico di Berlusconi, aveva rivelato che l’ex leader di Forza Italia soffriva di leucemia mielomonocitica cronica. Questo episodio aveva suscitato preoccupazione riguardo alle sue condizioni di salute.

Berlusconi era già stato ricoverato per alcuni giorni nel gennaio del 2022 per dei controlli dopo aver contratto un’infezione alle vie urinarie. Nel 2020, era stato colpito dal Covid-19 e aveva trascorso diversi giorni in ospedale. Nonostante ciò, era riuscito a guarire e, al momento della dimissione, aveva affermato di aver temuto per la propria vita durante quella prova difficile.

Le condizioni di salute di Berlusconi non erano state ottimali negli ultimi anni. Nel 2016, l’ex presidente del Consiglio aveva subito un intervento a cuore aperto, sottolineando ulteriormente la fragilità della sua salute. Fino alla sua morte avvenuta lunedì 12 giugno 2023. Non è chiaro se l’ex Premier sia morto per delle conseguenze legate alla malattia o per altre complicazioni della sua salute già compromessa.

Berlusconi che malattia aveva: cos’è la leucemia mielomonocitica cronica

La leucemia mielomonocitica cronica, di cui soffriva Silvio Berlusconi, è considerata un tumore raro e si situa in una posizione intermedia tra le sindromi mielodisplastiche e le neoplasie mieloproliferative croniche.

Le sindromi mielodisplastiche sono caratterizzate da un deterioramento della produzione di globuli rossi, bianchi e piastrine da parte del midollo osseo, mentre le neoplasie mieloproliferative croniche comportano un’eccessiva produzione anomala di un particolare tipo di cellule midollari. Pertanto, la leucemia mielomonocitica cronica può essere considerata come una combinazione di queste due malattie sovrapposte.

Incidenza e diagnosi: da quanto era malato?

Non è possibile stabilire con precisione l’incidenza reale di questa rara malattia del sangue che affliggeva il leader di Forza Italia. Tuttavia, secondo stime approssimative, colpisce circa 4 persone su 100.000 ogni anno, principalmente anziani (con un’età media di insorgenza compresa tra i 73 e i 75 anni).

La diagnosi di Silvio Berlusconi risalirebbe a circa due anni fa, come riportato dall’agenzia di stampa ADNKronos. La malattia è causata da un gruppo clonale di cellule che si riproducono in modo inadeguato senza completare la maturazione. Queste cellule danneggiano l’ambiente midollare e impediscono la produzione delle altre linee cellulari essenziali per la sopravvivenza.

Come ha scoperto di essere malato?

La diagnosi della leucemia mielomonocitica cronica prevede l’utilizzo di diversi esami. Il primo passo consiste nell’effettuare un emocromo, che viene affiancato da uno striscio di sangue periferico. Questo permette di osservare e studiare le cellule leucemiche presenti nel sangue.

Successivamente, viene eseguita una biopsia midollare per confermare la diagnosi. A volte, possono essere effettuati ulteriori esami di biologia molecolare per individuare specifiche mutazioni associate alla malattia o indagini cromosomiche per rilevare eventuali alterazioni comuni a determinati pazienti.

Chemioterapia e cura

La leucemia mielomonocitica cronica può progredire in modo cronico per mesi o addirittura anni dopo la diagnosi. Durante questa fase, è possibile controllare la malattia mediante la somministrazione di chemioterapia. Tuttavia, a un certo punto, il midollo osseo potrebbe smettere di funzionare correttamente, favorendo l’espansione delle cellule leucemiche.

In molti casi, la malattia evolve in una forma di leucemia acuta. È difficile prevedere con esattezza quando ciò avverrà, poiché la durata della fase iniziale di autocontrollo della malattia varia da individuo a individuo. Non esistono terapie in grado di guarire definitivamente la leucemia mielomonocitica cronica, a differenza di alcune forme leucemiche tipiche dell’infanzia.

Tuttavia, sono disponibili protocolli chemioterapici per controllarne la progressione e, nei pazienti più giovani o in quelli che possono tollerare gli effetti collaterali, può essere considerato un trapianto allogenico di cellule staminali. Nei pazienti anziani, è fondamentale prestare attenzione a ridurre le complicazioni infettive, che possono avere conseguenze gravi in un organismo già debilitato.

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