Chiara Francini, il monologo sui Sinistri e la risata di Sgarbi a Carta Bianca che ci ricorda che il male della sinistra è la sinistra VIDEO
Chiara Francini sta ricevendo molte attenzioni per il suo intervento a Carta Bianca (programma di Bianca Berlinguer), durante il quale ha letto un estratto del suo libro Forte e Chiara nel quale ironizza sui ” sinistri”: l’attrice fa un’analisi dei finti ”compagni” interessati solo all’apparenza e poco alla sostanza. Il fatto che il suo intervento abbia scatenato lo sghignazzamento e il consenso di Vittorio Sgarbi la dice lunga sull’ennesima occasione sprecata per parlare di sinistra, specialmente tra gente di sinistra.
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Non si può certo dire che Chiara Francini non abbia riportato fedelmente uno dei grandi problemi della sinistra italiana, ossia quello di puntarsi il dito contro. E non è una questione di coerenza o di sbandierare la verità, è questione di decidere a cosa dare spazio di discussione. Io non credo che le intenzioni di Chiara Francini fossero negative, credo fortemente però che abbia giocato l’ennesimo colpo a sfavore. In un periodo come quello che stiamo vivendo, in cui ogni cittadino cosciente vive teso come una corda di violino in attesa del prossimo schiaffo politico e del successivo diritto che gli verrà negato, prendere spazio per parlare di cosa non va tra alcuni elettori e rappresentanti della sinistra forse non è il focus principale su cui ci si dovrebbe concentrare. E non è non sapere gestire l’autocritica, è dare manforte alla parte sbagliata.
Chiara Francini, l’ennesimo monologo dalla parte sbagliata
Chiara Francini ci tiene a precisare a più mandate che la sua descrizione non ha nulla a che fare con la sinistra e con i valori del partito. Il suo attacco è rivolto a chi si spaccia per attivista politico e millanta ideali solo per ”moda” e ”apparenza” senza avere i connotati ideologici e pratici per poterlo fare. Prima di continuare a commentare, ecco l’estratto del suo libro dedicato ai ”Sinistri”:
«I Sinistri sono quasi sempre dei ricchi che si vergognano d’esserlo e vorrebbero essere nati poveri, per poter essere considerati intelligenti.
I Sinistri sono ricchi di famiglia. Borghesi.[…]
Ai Sinistri non frega assolutamente nulla del comunismo, di Berlinguer, degli operai, del lavoro, dei diritti, del teatro, delle minoranze, della cultura come strumento rivoluzionario di rivendicazione, non gliene frega assolutamente niente.
A loro interessa solo apparire di sinistra e quindi dalla parte del giusto. Nulla ti arricchisce più della povertà.
“Sinistra” è un termine che hanno profondamente risemantizzato.
I Sinistri sono come quelli che sputano in aria e ti vogliono spiegare che piove. Sono così ossessionati dall’apparire pauperistici che, pur abitando in palazzetti con dei Botero attaccati ai muri, spesso dormono nelle dépendance della servitù. Sentendosi poeti maledetti. Con le boiserie anche nel culo».
In seguito ad alcuni commenti negativi, Chiara Francini commenta il suo estratto così: «E’ il discorso più di sinistra che si possa fare». E come darle torto, considerato che la sinistra ha passato l’ultimo decennio a sputarsi addosso, mentre la destra avanzava irrimediabilmente sorretta e trainata dall’autolesionismo della sponda rivale?
Ok, ok. I Sinistri non sono la sinistra. I Sinistri sono dei vuoti radical chic che non sanno di che parlano. Ma, insomma, almeno parlano di sinistra e dei suoi valori. Non estrapolandone una parte per metterla alla berlina e farla diventare strumento funzionale in mano ai detrattori. I sinistri non sono pericolosi, perché sono facilmente riconoscibili tra ”compagni”. Andrebbero, probabilmente, educati e ripuliti. Ma se fossero il problema più grave della politica italiana, vivremmo tutti più che bene.
Chi è contro non vuol dire che non sappia leggere e non è necessariamente un Sinistro
So che i Sinistri non sono stati presentati come il problema più grave della politica italiana e capisco cosa intende Chiara Francini quando li classifica e mette in croce. Mi è chiaro che all’interno del suo libro c’è spazio anche per i Mancini (ossia i rappresentanti della destra). E so anche che la scrittrice ci ha tenuto a zittire tutti quelli che non hanno preso bene il suo discorso etichettandoli come ”analfabeti funzionali” o ”lettori incapaci”.
I punti sollevati da Chiara Francini sui Sinistri sono condivisibili, visionabili praticamente e giudicabili. Quel che continua a urtarmi il sistema nervoso è l’incapacità di riconoscere la pericolosità di un estratto del genere, nel programma di Bianca Berlinguer di fronte ad un Vittorio Sgarbi soddisfatto e divertito.
Anche chi non ha apprezzato questo intervento sa leggere. Può permettersi addirittura di comprendere quanto scritto. E può restare altrettanto amareggiato dalla scelta della presentazione di questo estratto. Ribadiamo un concetto: benedetto sia sempre il diritto alla satira, non si sta di certo disquisendo su questo.
E per carità, le persone di destra che hanno creduto fosse un vanto nei loro confronti valgono un capitolo e una pena a parte in questo discorso. E so che non era diretta intenzione di Chiara Francini rendere il suo pensiero strumento contro la sinistra. Ma è successo. E si poteva evitare. Non perché non serva autocritica, ma perché i punti sono tanti e talmente delicati da dover far tesoro dello spazio che riusciamo a prenderci. E non ce lo stiamo immaginando che qualcosa è andato storto. Continua ad esserci la risata di Sgarbi a rimbombare nelle orecchie per ricordarlo.
Preciso che questo articolo fa riferimento esclusivamente all’estratto riportato a Carta Bianca e non per il contenuto integrale del libro di Chiara Francini. Sua la scelta, nostre le considerazioni.