Nicola Lagioia, direttore del Salone del libro di Torino, attaccato da Augusta Montaruli: cosa succede quando non si conosce vergogna VIDEO
Sabato 20 maggio 2023, al Salone del Libro di Torino si è consumata una contestazione legittima contro la ministra Eugenia Roccella e le sue posizioni antiabortiste, portata avanti dalle attiviste e degli attivisti di Extinction Rebellion e di Non una di meno; Nicola Lagioia, in quanto direttore del Salone, è stato invitato a salire sul palco e probabilmente ci si aspettava che avrebbe preso le parti della ministra, ma lo scrittore si è schierato dalla parte della Democrazia e della libertà di contestazione e per questo è stato attaccato duramente e pubblicamente dalla deputata Augusta Montaruli: scopriamo cosa è successo e tutti i dettagli.
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Lagioia ha difeso la Democrazia e il diritto al dissenzo, nonostante ci si aspettasse tutto l’opposto probabilmente: ossia che reprimesse nell’immediato la contestazione per lasciar proseguire la presentazione del libro della ministra Eugenia Roccella. Quando il Direttore ha chiaramente mostrato che non aveva alcuna intenzione di bloccare la protesta, contro di lui ha iniziato a inveire Augusta Montaruli, che nel suo curriculum vanta una bella condanna per peculato confermata dalla Cassazione e per cui ha dovuto annunciare a febbraio le proprie dimissioni.
Augusta Montaruli contro Nicola Lagioia: il video
Quando Nicola Lagioia ha deciso di non bloccare la contestazione in corso la Salone del Libro, contro la Ministra Roccella, la deputata ha iniziato ad inveire contro il Direttore. Ma andiamo con ordine e capiamo cosa è successo passo passo.
La Regione Piemonte ha uno spazio, al Salone, dove gestisce la propria programmazione in autonomia. In questo spazio la Regione ha invitato la ministra Eugenia Roccella a presentare il suo libro. Davanti allo stand della Regione è iniziata la contestazione delle attiviste e degli attivisti.
Così alcuni funzionari della Regione hanno chiamato Nicola Lagioia ad intervenire sul palco. Ma l’intervento del Direttore, probabilmente, non è piaciuto ai più e specialmente alla deputata Montaruli.
Nicola Lagioia non aveva alcuna intenzione, giustamente, di sopprimere la protesta e si è ”limitato” a ribadire che in democrazia le contestazioni sono legittime purché non violente. Ecco come descrive lo stesso Nicola Lagioia quanto accaduto, da quel momento in poi, con la deputata di Fratelli d’Italia:
«A quel punto, colpo di scena: una deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli (dunque stiamo parlando di istituzioni), la quale evidentemente pretendeva che dicessi quello che voleva lei, ha cominciato ad aggredirmi verbalmente con una furia e una violenza verbale abbastanza sconcertanti. Pieno di imbarazzo per lei, sono sceso dal palco e tra un po’ dovevo evitare che la deputata mi si scagliasse addosso»
Ma non solo, la deputata ci tiene a precisare al Direttore Nicola Lagioia: «Sei stato vergognoso! La contestazione è legittima? Con tutti i soldi che pigli?» E non possiamo fare a meno di chiederci quale sia il collegamento tra soldi e portare avanti il proprio pensiero.
Quindi, Nicola Lagioia, in quanto retribuito per il suo lavoro, nel ruolo di Direttore del Salone del Libro, doveva non avere la sua chiara opinione sulla legittimità della contestazione?
Augusta Montaruli, urlatrice.
(In realtà questa è deputata🤦🏽♂️) pic.twitter.com/xwMLd5vl93— VonneCULT (@barone_rotto) May 20, 2023
Augusta Montaruli condannata per peculato: quando non è chiaro il concetto di ”vergogna”
Ma voi sapete chi è Augusta Montaruli? E quanto conosca da vicino il concetto di vergogna? Rinfreschiamoci la memoria insieme. La deputata di Fratelli d’Italia che ha attaccato Nicola Lagioia dandogli del ”vergognoso” e facendo riferimento ai soldi presi per il lavoro svolto, è la stessa che si è dovuta dimettere dal suo incarico nell’esecutivo – ma non da quello di parlamentare – dopo che la Corte di Cassazione ha confermato la sua condanna per peculato, relativa all’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari della Regione Piemonte dal 2010 al 2014.
Nel dettaglio Montaruli è stata condannata a un anno e sei mesi di carcere: i processi hanno stabilito che avrebbe usato circa 25mila euro di fondi pubblici per pagare cene e acquistare vestiti e altri oggetti.
Di seguito la sua lista della spesa: l’acquisto di Swarovski, vestiti e borse firmate, libri non attinenti alla sua professione politica, strenne natalizie, cene costose oltre a uno studio sulla propria reputazione social e un corso sull’uso dei social network.
Sul concetto di vergogna sarebbe necessario fare un bel ripasso.