Carolina Varchi «La Gestazione per altri reato universale da Giugno» cosa vuol dire e perché è l'ennesimo schiaffo alla libertà delle donne
Non ci si può distrarre un attimo, sono passate poco più di 48 dalla contestazione alla ministra Eugenia Maria Roccella al Salone del libro di Torino, che un’altra donna inizia a minare con le sue dichiarazioni la libertà delle altre: Carolina Varchi, la deputata di Fratelli d’Italia e portabandiera della proposta della destra contro la gestazione per altri (già vietata in Italia) stringe i tempi e promette l’inasprimento delle pene entro giugno 2023 puntando a renderla reato universale.
Leggi anche: La legge 194 sull’aborto ha 45 anni e se li porta malissimo, cosa prevede e cosa non va
Dopo la mossa contro i sindaci che registravano nella carta d’identità del figlio il nome di entrambi i genitori omosessuali, oggi Carolina Varchi, ha fatto sapere che scenderà in campo contro la GPA. Da mercoledì 24 maggio in commissione Giustizia della Camera, comincia la battaglia: la maggioranza accelera, è previsto il voto sugli emendamenti, ma per Varchi «sarà legge il prossimo mese».
La proposta di legge contro la maternità surrogata: GPA come reato universale
Il testo base della proposta di legge contro la maternità surrogata è stata adottata in commissione Giustizia. La prima firmataria di questa proposta è Carolina Varchi, esponente del partito politico Fratelli d’Italia. L’obiettivo della legge è rendere reato universale la pratica della gestazione per altri (Gpa), incluso il suo svolgimento all’estero.
Attualmente, la gestazione per altri è considerata illegale solo se avviene all’interno dei confini nazionali, ma questo non impedisce alle persone di ricorrere a tale pratica all’estero e poi tornare in Italia con il figlio nato tramite surrogata, per questo motivo Carolina Varchi vuole estendere la pena e renderla reato universale.
Gpa, quanto si rischia?
Nella relazione di Carolina Varchi, si fa riferimento alla legge italiana numero 40 del 2004, che già vieta la commercializzazione di gameti e embrioni, nonché la surrogazione di maternità. Questa legge prevede pene che vanno dalla reclusione da 3 mesi a 2 anni e una multa che varia da 600.000 a un milione di euro.
Perché, se è già reato in Italia, si vuole fare una nuova legge?
L’esponente di Fratelli d’Italia sottolinea che tale divieto è valido solo in Italia, mentre in altri Paesi, sia europei che extraeuropei come India e Stati Uniti, queste pratiche sono legali.
Secondo la deputata, questa disparità di regolamentazione ha dato origine al fenomeno del “turismo procreativo”. Si tratta di coppie italiane che, non potendo avere figli, si recano in Paesi esteri in cui la surrogazione di maternità è consentita, al fine di avvalersi di questa tecnica.
Al fine di evitare che ciò accada, il testo base adottato in commissione prevede l’estensione del divieto italiano anche all’estero. In particolare, si propone di aggiungere una frase all’articolo 12 della legge 40, secondo cui “le pene stabilite dal presente comma si applicano anche se il fatto è commesso all’estero”.
Perché è l’ennesimo schiaffo alla libertà delle donne
Ma in tutto questo parlare, promettere e rivendicare dove stanno la giustizia, l’equità, la libertà di decidere sul proprio corpo? Rendere reato universale qualcosa che negli altri Paesi è regolamentato con leggi precise non è pensabile e ha solo il sapore forte della propaganda.
Oltre a limitare un diritto e una possibilità alle coppie che non possono avere figli e per cui già non ha senso che la GTA non sia permessa in Italia, continua ad essere estremamente limitante dare per scontato che le donne non sappiano scegliere per se stesse.
Le donne che decidono di portare avanti una gravidanza per altri vengono riportate esclusivamente nell’insieme delle ”sfruttate” e quindi ”da proteggere”. Partendo dal presupposto che tutti siamo contrari allo sfruttamento, non viene mai menzionato che le donne possono scegliere in libertà cosa fare del proprio corpo.