Alessandra Demichelis perché è stata sospesa dall'albo degli avvocati e quali sono le foto di Instagram sotto ''accusa''?
Un’altra pagina di logica del maschilismo e del patriarcato è stata scritta nell’ultima settimana dall’ordine degli avvocati di Torino, che ha deciso di sospendere Alessandra Demichelis, avvocata famosa (anche) per la sua partecipazione a Pechino Express, per “violazione del decoro professionale” (come riportato dal Corriere) a causa di alcune foto pubblicate dalla professionista sul suo profilo Instagram. In questo lasso di tempo non le sarà consentito di esercitare la sua professione. Ma andiamo con ordine.
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La decisione, presa dall’Ordine di Torino, arriva dopo una serie di scatti pubblicati dalla donna sul profilo Instagram Dc Legalshow. Il provvedimento disciplinare prevede una sospensione di 15 mesi dall’esercizio della professione. La sospensione diventerà esecutiva quando, una volta deposta, tra sessanta giorni, verrà impugnata e, se accolta, l’avvocata non potrà esercitare per più di un anno. Ma cosa ritraevano di così sconvolgente le foto pubblicate dalla donna? Atti di violenza? Inni al fascismo? Di quale macchia ha sporcato irrimediabilmente il ruolo professionale che ricopre? Semplicemente il suo corpo.
Cosa è successo? E quali sono le foto ”incriminate”?
Ma quali sono le famigerate foto che dovrebbero ledere l’albo degli avvocati e della professione tutta? Scatti di una donna che mostra il suo corpo (che potete trovare sul suo profilo Instagram cliccando QUI) e che decide di mostrarsi come vuole e come preferisce, così come dovrebbe essere. Anche se a quanto pare non sembri funzionare così, visto quanto successo. Ma Alessandra Demichelis sa come reagire e alla sospensione da parte dell’albo risponde per le ”rime”… con un nuovo scatto! E e poi ha dichiarato – come riportato dal Corrire – : «Andrò al consiglio nazionale forense, se serve fino in Cassazione. Vogliono togliere il lavoro a una ragazza di 34 anni solo per delle foto su Instagram, nel 2023, mi sembra assurdo. La mia è una battaglia per la libertà d’espressione».
Il corpo delle donne non è un argomento di discussione
Quando impareremo che il corpo delle donne e l’utilizzo che ognuna vuole farne non è affare di nessuno, saremo in un Paese libero dal maschilismo tossico che permea ogni angolo di questa società. Succederà, meglio tardi che mai, ma sarà comunque tardi.
Ma quel che risulta ancora più grave di tutta questa storia è che una donna non possa esercitare liberamente il diritto di mostrarsi come meglio ritiene e per questo essere letteralmente punita con la privazione del lavoro.
Ma la sua, oltre ad essere una pena dalle radici marce di maschilismo, è materialmente spropositata rispetto all’iter che solitamente hanno queste procedure. Come lei stessa precisa: «Ci sono colleghi che hanno condanne penali pendenti e che sono stati sospesi per 2-4 mesi. Io per 15, per delle foto?».
Maschilismo interiorizzato ce n’è
Alessandra Demichelis va appoggiata nella lotta che riguarda la sua sospensione dall’albo. E questo non ha niente a che fare con la simpatia nei suoi confronti o con la condivisione di alcune delle sue espressioni più note, che fanno riferimento a classismo e ironia da quattro soldi.
Inoltre, la sua scelta rivendicata di non utilizzare il femminile ”avvocata” in merito alla sua professione, la dice lunga su quanto lavoro ci sia ancora da fare sul maschilismo interiorizzato e quanto si possa diventare nemiche di noi stesse e poi delle altre donne, che si trovano sulla stessa sponda d’azione.
L’avvocata, infatti, nel suo profilo Instagram si presenta come ”Avvocato Alessandra Demichelis” e nella sua ultima intervista, dopo la sospensione, come riportato da Il Corriere ci ha tenuto a precisare questo aspetto: «Con la o, grazie».
Ci auguriamo che l’avvocata Alessandra Demichelis faccia un buon lavoro di autoanalisi su questo aspetto. Anche oggi, non ce la facciamo. Ma ce la faremo. Anche con una foto, una vocale e con un culo alla volta.