Dirigente Scolastica di grande senso civico, Annalisa Savino regala una lezione di civiltà a chi si nasconde dietro l'indifferenza!
Annalisa Savino è la coraggiosa e onesta preside del Liceo di Firenze capace di chiamare per nome i responsabili del pestaggio avvenuto davanti alle porte di un istituto scolastico fiorentino. Di seguito tutti i particolari della sua azione educativa!
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ll fascismo in Italia è nato ai bordi di un marciapiedi qualunque!
Questa è la frase chiave della lettera scritta, con mente lucida, dalla Preside Annalisa Savino, Dirigente Scolastica di un Liceo di Firenze. Parole dirette, ben precise, in grado di dare un reale significato a ogni termine, chiarendo come è nata la barbarie della prepotenza e dell’ignoranza, contrapposta alla cultura dell’istruzione!
La voce della preside Annalisa Savino
E ancora peggio del dispotico e del facinoroso è chi non si espone ma si nasconde dietro l’indifferenza, tacendo come il più codardo dei vigliacchi, spaventato da chi sa usare con maestrìa l’intelletto e il sapere! La preside Annalisa Savino, con coraggiosa onestà, parla apertamente ai giovani:
“Odio gli indifferenti” – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.
Chi è il dirigente scolastico del liceo di Firenze Annalisa Savino?
Preside del Liceo Leonardo da Vinci di Firenze, la dott.ssa Annalisa Savino ha alle sue spalle una solida e ultra decennale esperienza come dirigente scolastica. Laureata in Filosofia, ha studiato all’Università degli studi di Firenze, conseguendo successivamente l’abilitazione all’insegnamento per storia e filosofia. Avendo superato giovanissima il concorso pubblico, ha insegnato alla scuola primaria, riuscendo a lavorare e, nello stesso tempo, mantenersi agli studi. Ha così vinto il concorso per dirigente scolastico, dirigendo per un anno l’Istituto Comprensivo di Gambassi Terme e per otto anni l’Istituto Comprensivo Ghiberti di Firenze.
Al Liceo Leonardo da Vinci di Firenze, Annalisa Savino è stata accolta con grande entusiasmo. Durante un’intervista a Leomagazine Official, la preside, in riferimento alla scuola che è stata chiamata a dirigere, ha detto:
È un istituto in cui si avverte molto la presenza di radici profonde e che coltiva la sua tradizione, ma allo stesso tempo proietta gli studenti verso le sfide del futuro. Fra queste sfide mi piacerebbe che già qui al liceo gli studenti potessero raccogliere, in particolare, la sfida ambientale e quella della giustizia sociale.
Tutto sulla vicenda del pestaggio
È un video virale a documentare il grave pestaggio avvenuto davanti al liceo Michelangiolo di Firenze. Protagonisti della sfrenata aggressione sono stati due studenti liceali, picchiati con violenza, a colpi di calci, pugni e spintoni da un gruppo di ragazzi estranei alla loro scuola. Ispezionati con cura i singoli fotogrammi, si vede bene come uno dei liceali è buttato con prepotenza per terra, per poi intravedere momenti concitati. Nel frattempo, si è anche intromessa nella zuffa una professoressa, chiedendo a viva voce l’intervento delle forze di Polizia, senza però, nessuna efficacia.
Quando il gruppo dei violenti assalitori si allontana, si ode bene la voce di uno dei liceali gridare:
Fascisti!
Grande senso civico della Preside Annalisa Savino
Dietro il silenzio e l’indifferenza delle forze politiche che guidano la Nazione, è stata la Preside Annalisa Savino a far sentire la sua voce, ben consapevole del suo ruolo educativo! Un documento vero e proprio il suo, rivolto non soltanto agli studenti ma anche a chi ha corta memoria e ha dimenticato come è nato il fascismo!
Cari studenti,
in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose.
Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. “Odio gli indifferenti” – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.
E ancora:
Siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza.
Del tutto lecito far memoria di quanto accaduto nel passato, per far in modo che le nuove generazioni non ricadano mai più negli errori del passato ma che possano spalancare le porte alla novità e alla cultura permanente. Il tutto chiamando per nome il prepotente, isolandolo!
Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato col suo nome, combattuto con le idee e la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene 100 anni fa ma non è andata così.