Willy Monteiro Duarte è stato ucciso dopo un furioso pestaggio nella provincia di Roma. Cosa è successo nel settembre del 2020?
Willy Monteiro Duarte è morto la notte fra il 5 e il 6 settembre del 2020, a causa di un furioso pestaggio perpetrato dai fratelli Bianchi, attualmente condannati all’ergastolo. Ma cosa sappiamo del giovane ucciso?
Chi era Willy Monteiro Duarte?
La storia di Willy Monteiro Duarte ha scosso l’Italia intera: il 21enne – aiuto cuoco in un ristorante – è stato ucciso in meno di un minuto a Colleferro, nella provincia di Roma, da un gruppo di belve. Ma cosa è successo?
Tutta la storia e dinamica del pestaggio
Willy Monteiro Duarte si trovava insieme ai suoi amici al pub Due di Picche, con loro anche le fidanzate di alcuni di questi. Mario Pincarelli – ubriaco – importuna una di queste ultime, mentre Francesco Belleggia gli dà manforte; immediatamente gli amici di Willy (e fidanzati delle ragazze coinvolte) prendono le loro difese, affrontando i bulli. La lite sfocia in una rissa in cui Federico e Alessandro prendono botte dai due ragazzi amici dei fratelli Bianchi; subito dopo Belleggia scappa e Pincarelli si nasconde giusto il tempo di chiamare i rinforzi.
Verso le due di notte circa, Willy Monteiro e i suoi amici si trovano in Piazza Oberdan a Colleferro, convinti che sia ormai tutto finito. Proprio in quel momento arrivano a bordo di una macchina i fratelli Bianchi che, scendendo, sferrano un calcio in pieno petto al 21enne capoverdiano. Da lì i colpi iniziano a farsi sempre più frequenti fino a che il branco lascia la zona mentre gli amici di Willy chiamano i soccorsi. L’ambulanza ci mette 30-35 minuti ad arrivare e per il ragazzo è ormai troppo tardi; qui il racconto del testimone chiave:
Com’è morto Willy Monteiro Duarte? L’autopsia
L’autopsia sul corpo di Willy ha confermato che il pestaggio gli ha lesionato tutti gli organi interni, compresi polmoni, milza e pancreas. Il cuore è stato quasi spaccato in due, con una lesione di ben 7 centimetri. I traumi riportati dal ragazzo ucciso erano così importanti che i tecnici dell’Università di Tor Vergata non escludono che oltre alle mani siano state utilizzate armi contundenti come bastoni, spranghe o tirapugni.
La ricostruzione del testimone
Emanuele Cenciarelli, amico di Willy Monteiro Duarte, ha ricostruito così l’accaduto e ha identificato in questo modo i responsabili del pestaggio:
Ricordo che uno indossava una camicia di colore bianco e aveva in viso tatuata una lacrima sotto l’occhio, nonché diversi tatuaggi su entrambe le braccia e le mani. L’altro ragazzo invece aveva un braccio ingessato. Al momento dell’aggressione ricordo che oltre ai predetti ragazzi da me descritti si sono uniti altri tre ragazzi. Uno indossava una polo di colore verde con capelli molto corti e l’altro aveva un vistoso tatuaggio sul collo. Ricordo subito l’immagine di Willi steso a terra circondato da 4 e 5 ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni. Il mio istinto di protezione mi spingeva a gettarmi addosso a Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo, urlando agli aggressori che io e Willy non c’entravamo niente con quanto eventualmente era accaduto prima. Le mie richieste finivano nel vuoto tanto che io stesso venivo colpito da calci e pugni sempre dagli stessi ragazzi che avevano aggredito Willy.
Ancora l’amico di Willy aggiunge:
Non riesco a quantificare il tempo dell’aggressione ma posso solo dire che la violenza dei colpi subiti da me e da Willy era inaudita. Per quanto io ricordi tutti ragazzi sferravano calci e pugni contro me e Willy. Ho un vivido ricordo di un paio di loro che addirittura saltavano sopra il corpo di Willy steso in terra e già inerme. Terminata l’aggressione ricordo di essermi subito preoccupato delle condizioni di Willy il quale ancora steso a terra era privo di sensi.
La ricostruzione di Francesco Belleggia
Francesco Belleggia inizialmente era stato l’unico a essere creduto e per lui erano stati previsti gli arresti domiciliari. Durante l’interrogatorio il ragazzo aveva ricostruito così l’aggressione:
Marco Bianchi va verso Willy, gli tira un calcio e lui cade all’indietro, Gabriele Bianchi picchia l’amico di Willy. Willy era a poca distanza, Marco Bianchi gli sferra un calcio sul petto diretto, Willy cade indietro sulla macchina e Gabriele Bianchi si dirige verso l’amico di Willy picchiandolo.
Di seguito un servizio de La Vita in Diretta:
Sentenza ed ergastolo per i fratelli Bianchi
I fratelli Bianchi, come abbiamo detto, sono stati condannati all’ergastolo, ma i legali vogliono chiedere di poter tornare in appello; ecco le parole di Massimiliano Pica:
Dissento dalla tesi della Procura, i fratelli Bianchi quando sono scesi dell’auto non hanno avuto alcun istinto violento. Non c’è stato nessun calcio frontale, le prove non ci sono. Marco Bianchi si è subito preso le sue responsabilità dicendo di averlo colpito al fianco. Nessuno dei venticinque testimoni oculari poteva vedere con chiarezza quanto successo la notte del pestaggio di Willy Monteiro Duarte. Era buio e nessuno era in grado di vedere con chiarezza quello che stava succedendo a causa della troppa gente
Il testimone chiave, nonché amico di Willy Monteiro Duarte, però, assicura:
Non è vero, si vedeva benissimo.
Sorte diversa è toccata agli altri due condannati; Francesco Belleggia e Mario Pincarelli sono stati condannati rispettivamente a 23 anni e 21 anni. L’ultimo dei due, pieno di sconforto per la pena inflitta, avrebbe confessato a suo padre di aver pensato di impiccarsi, soprattutto sotto minaccia degli altri detenuti. Al genitore avrebbe detto:
Prima cosa Gesù Cristo se ti ammazzi da solo non ti perdona, seconda cosa tengo la famiglia mia che sta di fuori, spero che me danno meno possibile, quando ariscio (riesco), se vado alla comunità…
Pincarelli sarebbe ancora più inquieto sentendo cosa dicono di lui e dei suoi amici nei notiziari; suo padre gli avrebbe quindi dato questo consiglio:
Aho, stammi a senti’, non lo vedé! Perché ti fanno solo sentì male. Tu vedi tutti i documentari!
I fratelli Bianchi, al momento, non hanno rilasciato alcuna dichiarazione resa pubblica. Oggi scontano la loro pena nel carcere di Rebibbia, in celle separate e in isolamento.
Madre
La famiglia di Willy ha assistito a tutti i processi affinché fosse davvero fatta giustizia; la madre – non appena udita la sentenza di ergastolo per i fratelli Bianchi- è scoppiata in un pianto liberatorio abbracciando i suoi familiari e gli amici di suo figlio.
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