Chi sono i fratelli Bianchi, condannati all'ergastolo per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte? Nel nostro articolo tutti i dettagli
I fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, sono stati condannati all’ergastolo per la morte di Willy Monteiro Duarte, avvenuta nel settembre del 2020. Durante l’aggressione erano presenti anche Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Ma cosa sappiamo dei due fratelli ergastolani?
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Chi sono i fratelli Bianchi? Nomi ed età
Marco e Gabriele Bianchi sono i due ragazzi condannati all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, morto nel settembre del 2020 dopo un furioso pestaggio a Colleferro, nella provincia di Roma. Subito dopo la sentenza, l’avvocato difensore dei due fratelli – Massimiliano Pica – ha dichiarato:
È stato un processo mediatico. Va contro tutti i principi logici. Leggeremo le motivazioni e poi faremo appello. Siamo senza parole.
Non sappiamo l’età esatta dei fratelli Bianchi oggi; ma tutto il gruppo – compresi anche Piancarelli e Belleggia – si aggirava fra i 20 e i 25 anni.
Provenienza
I fratelli Bianchi sono conosciuti in tutta la zona limitrofa di Colleferro; Marco e Gabriele provengono da Artena dove, pare, da tempo terrorizzassero i cittadini prevaricando sui più deboli. I quattro ragazzi oggi condannati erano già noti alle forze dell’ordine per reati come percosse, spaccio e spaccio di stupefacenti e regolamento dei conti per conto di terzi.
Riassunto storia
Nella notte fra il 5 e il 6 settembre 2020, Mario Pincarelli – ubriaco – ha fatto un commento a una ragazza accompagnata dal suo fidanzato in un pub di Piazza Oberdan, ad Artena. Immediatamente, l’amico Francesco Belleggia ha cercato di prendere in mano la situazione. Il conflitto è sfociato in una grossa lite in cui tutti i ragazzi coinvolti si sono picchiati, facendo finire anche il fidanzato della ragazza coinvolta giù per le scale.
Belleggia, secondo il suo riassunto, è scappato cercando di togliersi da quella situazione. Sembrava tutto risolto, fino a quando verso le due di notte circa, Pincarelli e il suo amico hanno chiamato i fratelli Bianchi per essere difesi. Marco e Gabriele sono corsi a bordo della loro macchina e non appena scesi hanno sferrato un calcio in pieno petto a Willy Monteiro Duarte, che si trovava lì per puro caso. Il 21enne capoverdiano ha avuto come unica colpa quella di trovarsi sul posto sbagliato al momento sbagliato.
I fratelli Bianchi si sono accaniti su Willy continuando a picchiarlo ogni volta che si alzava. Qui il racconto di un testimone chiave al processo:
Dopo il primo calcio ho cercato di aiutare Willy a portarlo via, ma appena ho provato ad afferrarlo mi sono preso un calcio in gola. Li ho visti infierire tutti e quattro su Willy, e per tutti loro avrei voluto l’ergastolo. Non hanno mai mostrato segni di pentimento.
Di seguito un video del fratello maggiore dei Bianchi, Alessandro:
Ecco invece la ricostruzione dei PM:
L’azione è partita da Marco e Gabriele Bianchi ma poi si salda con l’azione di Belleggia e Pincarelli e diventa una azione unitaria. Quello che è successo a Duarte poteva capitare a chiunque altro si fosse trovato di fronte al branco. Il pestaggio è durato circa 50, interminabili, secondi in cui la vittima è stata raggiunta da colpi a ripetizione: 50 secondi di sofferenza incredibile.
Fidanzata e figlio
Gabriele Bianchi all’epoca del pestaggio di Willy Monteiro Duarte era fidanzato con Silvia Ladaga, figlia di un esponente di Forza Italia di Velletri. In quel momento la ragazza era incinta del primo figlio di uno dei due fratelli Bianchi coinvolto nel delitto; inizialmente la compagna dell’ergastolano aveva dichiarato di esser convinta che, se il suo fidanzato fosse colpevole, avrebbe dovuto pagare. Oggi però, dopo la sentenza di ergastolo, a Repubblica dice:
Credo a quello che mi ha detto Gabriele, che non ha colpito lui Willy Monteiro. Due anni fa dissi che se Gabriele avesse sbagliato avrebbe dovuto pagare. Oggi sono convinta della sua innocenza, ho intenzione di restargli accanto.
Proprio Gabriele Bianchi, in una recente dichiarazione resa pubblica, avrebbe confessato di soffrire molto dell’impossibilità di non vedere crescere suo figlio.
Genitori: cosa hanno detto la madre e il padre durante le intercettazioni?
I genitori dei fratelli Bianchi sono stati spesso oggetto di indagine; la madre dei due ergastolani, in carcere per un colloquio con i figli, è stata sentita pronunciare la medesima frase:
Questa è una storia che hanno sbattuto in prima pagina, nemmeno fosse morta la Regina!
Anche il padre del ragazzo, insieme al fratello maggiore Alessandro, si è spesso recato in carcere a trovare i due Bianchi; qui i figli gli hanno raccontato di subire un linciaggio ogni giorno e per questo motivo di esser stati messi in isolamento. Ecco le loro parole:
Ci sputano nel piatto, ci chiamano infami. Una volta mi hanno messo un chiodo dentro il dentifricio. Ci stanno i bravi e ci stanno quelli non bravi, le merde.
Cosa ha detto la madre dei fratelli Bianchi?
Ancora, la madre dei fratelli Bianchi è stata intercettata mentre parlando con suo figlio Alessandro dice:
Dobbiamo venderci le macchine, non abbiamo più niente.
La donna, presumibilmente si riferiva alle spese processuali e al risarcimento alla famiglia Monteiro Duarte; i Bianchi infatti dovranno versare la cifra di 150mila euro ai genitori del ragazzo ucciso e 200mila a sua sorella.
Sentenza ed ergastolo per i fratelli Bianchi
I fratelli Bianchi, come abbiamo detto, sono stati condannati all’ergastolo, ma i legali vogliono chiedere di poter tornare in appello; ecco le parole di Massimiliano Pica:
Dissento dalla tesi della Procura, i fratelli Bianchi quando sono scesi dell’auto non hanno avuto alcun istinto violento. Non c’è stato nessun calcio frontale, le prove non ci sono. Marco Bianchi si è subito preso le sue responsabilità dicendo di averlo colpito al fianco. Nessuno dei venticinque testimoni oculari poteva vedere con chiarezza quanto successo la notte del pestaggio di Willy Monteiro Duarte. Era buio e nessuno era in grado di vedere con chiarezza quello che stava succedendo a causa della troppa gente
Il testimone chiave, nonché amico di Willy, però, assicura:
Non è vero, si vedeva benissimo.
Sorte diversa è toccata agli altri due condannati; Francesco Belleggia e Mario Pincarelli sono stati condannati rispettivamente a 23 anni e 21 anni. L’ultimo dei due, pieno di sconforto per la pena inflitta, avrebbe confessato a suo padre di aver pensato di impiccarsi, soprattutto sotto minaccia degli altri detenuti. Al genitore avrebbe detto:
Prima cosa Gesù Cristo se ti ammazzi da solo non ti perdona, seconda cosa tengo la famiglia mia che sta di fuori, spero che me danno meno possibile, quando ariscio (riesco), se vado alla comunità…
Pincarelli sarebbe ancora più inquieto sentendo cosa dicono di lui e dei suoi amici nei notiziari; suo padre gli avrebbe quindi dato questo consiglio:
Aho, stammi a senti’, non lo vedé! Perché ti fanno solo sentì male. Tu vedi tutti i documentari!
I fratelli Bianchi, al momento, non hanno rilasciato alcuna dichiarazione resa pubblica. Oggi scontano la loro pena nel carcere di Rebibbia, in celle separate e in isolamento.