Referendum 12 giugno: si vota per 5 quesiti sulla riforma della giustizia. Vediamo in maniera semplice per cosa si vota e dove
Referendum 12 giugno: si vota per dare voce a cinque quesiti sulla riforma della giustizia. Volete sapere in maniera semplice per cosa si vota e dove? Oltre a rispondere a questo, vediamo anche le opinioni di Giorgia Meloni, di Matteo Salvini e del PD.
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Referendum 12 giugno, spiegazione semplice dei 5 quesiti sulla giustizia
Sono cinque i quesiti a cui sono chiamati gli italiani alle urne per il Referendum del 12 giugno. Un argomento piuttosto delicato poichè riguarda la giustizia e tutti i cittadini aventi diritto al voto dovranno rispondere con un no oppure con sì.
Ogni singolo quesito si riferisce a una legge diversa, per la quale si chiede l’abrogazione. Chi vota per il sì chiede che essa venga soppressa. Chi, invece, si esprime con il no, desidera che continui a essere in vigore.
Per cosa si vota?
Vediamo uno per uno i cinque quesiti protagonisti del Referendum del 12 giugno.
Primo quesito: incandidabilità per i condannati
La legge italiana attualmente non permette a chi è stato condannato definitivamente per reati penali pesanti, di ricoprire cariche pubbliche oppure di candidarsi alle elezioni. Se avrà la maggioranza dei voti il sì, verrà cambiata la normativa sull’incandidabilità e sarà soltanto il giudice a decidere e valutare di volta in volta.
Secondo quesito: limitazione delle misure cautelari
In Italia, attualmente, chiunque è sotto indagine va incontro ad alcune misure cautelari. Quali sono i principali provvedimenti restrittivi imposti dal giudice? Il pericolo di fuga, dubbio di ripetizione del reato oppure l’alterazione delle prove. Se avrà la maggioranza dei voti il sì, si chiede l’eliminazione della ripetizione del reato.
Terzo quesito: separazione delle carriere nella giustizia
Tutti i magistrati oggi possono scegliere se alternare il ruolo di giudici oppure di pubblici ministeri. Se avrà la maggioranza dei voti il sì, all’inizio della carriera in magistratura saranno chiamati a scegliere quale professione vorrannno praticare, per non cambiarla, manteendola per tutta la loro vita lavorativa.
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Quarto quesito: consenso o dissenso sull’elezione del Consiglio Superiore della Magistratura
Si tratta di un quesito di natura tecnica. Oggi il CSM è composto da ventiquattro membri e, per candidarsi, è necessario presentare una lista con almeno venticinque firme di altri magistrati. Se avrà la maggioranza dei voti il sì, non sarà più obbligatorio presentare le firme.
Quinto quesito: valutazione dei magistrati
Oggi i magistrati sono valutati ogni quattro anni dal Consiglio Superiore della Magistratura e dal Consiglio direttivo della Corte di Cassazione. Si tratta di organi composti, oltre dai magistrati, da avvocati e docenti universitari. Queste ultime due categorie di professionisti attualmente non possono esprimere le proprie valutazioni. Se avrà la maggioranza dei voti il sì, anche avvocati e professori universitari avranno il diritto di giudicare l’operato dei magistrati.
Dove si vota per il Referendum del 12 giugno
Si vota in tutta Italia, nei seggi elettorali dislocati in tutta la penisola. Domenica 12 giugno, dalle ore 7:00 alle 23:00, oltre 50mila elettori sono chiamati al voto per esprimere il loro parere. Generalmente i seggi elettorali sono predisposti negli edifici scolastici del Comune.
Affinchè il referendum abrogativo sia valido, è necessario che si rechino alle urne la metà più uno degli elettori aventi diritto. In caso contrario, le norme per cui il quorum non viene raggiunto, resteranno in vigore.
Cosa vota Giorgia Meloni?
Posizione piuttosto articolata quella di Giorgia Meloni, in riferimento al Referendum del 12 giugno. La portabandiera di Fratelli d’Italia è per il no al primo e al secondo quesito, contro l’incandidabilità e la limitazione della custodia cautelare, mentre è a favore della separazione delle carriere dei magistrati, dell’eliminazione delle firme per le candidature al CSM e della possibilità per gli avvocati e accademici di valutare l’operato dei magistrati.
Opinioni Salvini e PD
Per il leader della Lega, Matteo Salvini, occorre votare decisamente per il sì a tutti e cinque quesiti posti dal Referendum. Del resto è stato proprio il suo partito a promuovere il Referendum giustizia con una raccolta di firme. La la linea del Partito Democratico, il PD, è lasciare la libertà di voto ai cittadini italiani.
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