Strage di Capaci oggi 30 anni dopo, riassunto storia: cosa è successo? A che ora? Chi è morto? FOTO

Strage di Capaci, oggi sono 30 anni: cosa è successo quel giorno? In questo articolo ripercorriamo la storia di quella terribile giornata in cui hanno visto la morte Giovanni Falcone e gli uomini della loro scorta.

La Strage di Capaci, 30 anni dopo: cosa è successo quel giorno? In questo articolo ripercorriamo la storia di quella terribile giornata in cui hanno visto la morte Giovanni Falcone e gli uomini della sua scorta.

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Strage di Capaci 30 anni dopo: cosa è successo quel giorno?

La Strage di Capaci è stata costellata fin dall’inizio di non detti e grandi depistaggi, ma cosa è successo? Quel giorno fu organizzato un attentato di stampo terroristico – mafioso compiuto da Cosa Nostra con il fine di uccidere il magistrato antimafia Giovanni Falcone. Il 23 maggio del 1992 nei pressi di Capaci – tramite una carica composta da tritolo, RDX e nitrato d’ammonio con potenza pari a 500 kg di tritolo – gli esponenti della cosca mafiosa hanno fatto letteralmente saltare in aria la macchina di Falcone, uccidendolo insieme agli uomini della sua scorta.

Indagini e ora dell’attentato

Ancora oggi la Strage di Capaci è oggetto di indagini e processi e la realtà dei fatti non è ancora del tutto venuta a galla. Quel giorno, Giovanni Falcone insieme a sua moglie Francesca Morvillo (anche lei magistrato) era appena atterrato all’aeroporto di Punta Raisi e alle 17:58 si trovavano entrambi sull’autostrada Trapani-Palermo.

giovanni falcone francesca morvillo

I due magistrati uccisi

Proprio in quel momento furono stroncati dall’esplosione che li uccise sul colpo insieme agli uomini della loro scorta. Il tritolo era stato piazzato dentro un canale di scolo.

strage di capaci

Le macchine di Falcone e della sua scorta saltate in aria dopo l’esplosione

La denuncia di Paolo Borsellino

Paolo Borsellino, il 25 giugno dello stesso anno, denunciò l’opposizione delle istituzioni nei confronti del lavoro di Falcone:

Secondo Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone cominciò a morire nel gennaio del 1988. Io condivido questa affermazione. Oggi che tutti ci rendiamo conto di qual è stata la statura di quest’uomo, ci accorgiamo come in effetti il Paese, lo Stato, la magistratura che forse ha più colpe di ogni altro, cominciò a farlo morire il primo gennaio del 1988, quando il Csm con motivazioni risibili gli preferì il consigliere Meli. Fummo noi stessi a convincere Falcone, molto riottoso, ad allontanarsi da Palermo. Cercò di ricreare in campo nazionale e con leggi dello Stato le esperienze del pool antimafia. Era la superprocura. La mafia ha preparato e attuato l’attentato del 23 maggio nel momento in cui Giovanni Falcone era a un passo dal diventare direttore nazionale antimafia.

Giovanni falcone e Paolo Borsellino

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Processo

Dopo 30 anni la Strage di Capaci desta ancora diversi sospetti e si presenta piena di buchi neri: la sentenza di primo grado del processo Stato-Mafia ha condannato boss, ex alti ufficiali della Ros come Mario Mori e politici come Marcello Dell’Utri. Oggi tre poliziotti sono sotto processo con l’accusa di esser stati coinvolti in una complessa strategia di depistaggio delle indagini stesse, sia sulla Strage di Capaci che sull’eccidio di Via D’Amelio dove trovò la morte Paolo Borsellino.

Le parole di Mara Falcone

A 30 anni dalla Strage di Capaci, la sorella del magistrato Falcone, l’omonima Maria, ha fatto alcune dichiarazioni sulla morte di suo fratello. La donna, infatti, dopo la terribile dipartita di Giovanni, non si è affatto rifugiata nella sua vita privata, ma anzi ha iniziato con impegno a intraprendere il ruolo di attivista. Ecco cosa ha dichiarato la donna:

Decisi pochi giorni dopo la sua morte di lavorare alla creazione di una fondazione che avesse come scopo custodire la memoria del lavoro di mio fratello.

L’associazione nata dopo la Strage di Capaci per mano della sorella di Giovanni Falcone è stata istituita il 10 dicembre del 1992 ed esiste ancora oggi: questa, infatti, è impegnata nella promozione di una cultura basata sulla legalità, in particolare fra i giovani. Maria Falcone, nelle scuole, racconta spesso l’impegno di suo fratello:

Non dobbiamo mai distrarci perché la mafia ha la capacità di riprendersi quel che le abbiamo tolto. Ma sono convinta che non abbia vinto e che il lavoro di Giovanni non sia stato vano.

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