Cosa c'entra Luca Traini con l'omicidio di Pamela Mastropietro? All'interno tutti i dettagli sull'attentato!
L’omicidio di Pamela Mastropietro ha sconvolto l’Italia e ha scatenato grande indignazione. La ragazza è stata fatta a pezzi da Innocent Oseghale, un rifugiato senza permesso di soggiorno mai integrato nella comunità italiana. L’omicidio di Pamela, secondo alcuni, è stato strumentalizzato e pochi giorni dopo il triste evento, Luca Traini – ex candidato della Lega – ha organizzato un attentato alla comunità immigrata di Macerata.
Cosa c’entra Luca Traini con l’omicidio di Pamela Mastropietro?
Due giorni dopo l’arresto di Innocent Oseghale, l’assassino di Pamela Mastropietro, il capoluogo di Macerata svetta di nuovo fra le pagine di cronaca. Questa volta però si tratta di un vero e proprio attentato organizzato da Luca Traini. Cosa è successo?
L’attentato
Il 3 febbraio del 2018, Luca Traini – 28enne ed ex candidato della Lega Nord – spara all’impazzata al grido di Viva L’Italia! dalla sua macchina Alfa 147; colpisce alcuni cittadini stranieri, presi di mira a caso. Fra le sue vittime solamente sei feriti e – per fortuna – nessun morto. Traini ha poi successivamente ammesso di voler punire i mandanti dell’omicidio di Pamela Mastropietro e di voler colpire, inoltre, gli spacciatori come Innocent Oseghale. Il ragazzo di Macerata si è sempre fatto carico dei suoi gesti, senza mai nascondersi. Tramite una lunga lettera pubblicata da AdnKronos, comunque, l’attentatore ha dichiarato:
Di me si potrebbe pensare chissà cosa, visto il motivo per cui sono in carcere, ma non sono un ‘mostro’, come mi hanno sempre descritto. Il Luca di oggi è un uomo che magari fa meno notizia, rispetto al ‘Lupo’, ma che comunque c’è, esiste, sta facendo il massimo per scontare il debito che ha con la società civile e si impegna nella sua sfida; una certa ideologia che avevo e che ho manifestato in maniera folkloristica, altro non era che un’immagine fittizia (virtuale) che mi ero creato a scudo, come un contrasto con il brutto del mondo.
Sulla sua vita in carcere, poi, Luca Traini ha dichiarato:
Chiaramente il mio reato all’inizio era odioso per una larga parte della popolazione carceraria, quella che sta scontando condanne per reati di droga. Con il tempo la serietà e la correttezza con cui sto affrontando la detenzione, mi ha fatto acquisire il rispetto da parte di tutti. Per quanto riguarda me stesso, non ho mai negato la gravità del mio gesto e ne ho accettato le conseguenze fin da subito, fin dall’immediato, quando fui io a tornare indietro e, andando al monumento dei caduti a Macerata, a consegnarmi ai carabinieri.
La famiglia
Dopo l’omicidio di Pamela Mastropietro, Luca Traini ha deciso di fare giustizia da solo sparando all’impazzata su alcuni clandestini. Nella sua lunga lettera racconta quel giorno e spiega come la sua famiglia gli sia sempre rimasto accanto, nonostante tutto:
Una volta sono esploso. Una sola volta (gravemente) la mia mente ha staccato la spina. Ora, ciò che è stato mi è servito per capire dove sbagliavo nella mia vita. Grazie a Dio non ci sono state conseguenze più gravi di quanto già non lo siano stati la sparatoria in sé e i ragazzi feriti. Paradossalmente, quando ero libero, non avevo progetti a lungo termine davo tutto per scontato. Mi serviva perdere la libertà, per poterne apprezzare di più il valore da recluso, per apprezzare il valore vero della famiglia, che prima sentivo lontana e a volte inutile nel caos del turbinio quotidiano. Ma da quel 3 febbraio di quattro anni fa la mia famiglia non mi ha mai abbandonato, né materialmente, portandomi cibo e soldi per fare la spesa, né emotivamente. Hanno compreso l’errore la gravità del mio gesto, ma allo stesso tempo hanno compreso che in quel periodo della mia vita non stavo bene di testa. Caso ha voluto che non sia diventato un vero e proprio assassino, nessuno è morto, tutto si può risolvere. Raramente penso al mondo la fuori con occhi di cambiamento, mi sono fatto la mia idea di come sarà tra qualche anno, comunque non rinuncerò mai alla mia voglia di futuro, alla voglia di crescere individualmente come un buon uomo e un buon cittadino, di costruirmi un destino, lavorare sodo, trovare una brava ragazza e mettere su famiglia, insomma vivere in pace.
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