Carlotta Benusiglio era una giovane stilista, morta tragicamente a 37 anni e ritrovata nel parco sotto casa sua, impiccata a un albero.
Carlotta Benusiglio era una giovane stilista, morta tragicamente all’età di 37 anni e ritrovata nel parco sotto casa sua, impiccata a un albero. Ma cosa le è successo?
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Carlotta Benusiglio: tutta la storia
Carlotta Benusiglio aveva 37 anni quando è stata ritrovata senza vita a Milano, nel parco sotto la sua abitazione, il 31 maggio del 2016. Il corpo della giovane stilista giaceva appoggiato a un albero e la causa della morte fu subito chiara: la donna si era impiccata usando la sua sciarpa. La famiglia di Carlotta non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio, soprattutto in quelle modalità. La notte prima del tragico ritrovamento, la Benusiglio aveva passato la serata in compagnia di Marco Venturi, il suo fidanzato.
Fidanzato Marco Venturi
Carlotta Benusiglio e Marco Venturi avevano una relazione da diverso tempo; la famiglia della stilista ha sempre creduto che la giovane donna fosse totalmente spenta da un rapporto logoro e malato del quale non si rendeva conto. Secondo i racconti degli amici vicini alla coppia, la storia fra Carlotta e Marco era caratterizzata da tentativi di suicidio, notti di droga, sesso estremo e pratiche come il bondage e simili. Le loro serate, dicono fonti vicine ai due, si svolgevano tutte allo stesso modo: dopo i litigi (a volte davvero bruschi e violenti) tornavano a fare pace.
Indagini
Come già anticipato, Marco Venturi e Carlotta Benusiglio hanno passato la notte insieme, prima del tragico ritrovamento del corpo della donna nelle prime ore del mattino. Inizialmente, il fidanzato della giovane stilista, è stato considerato solamente una persona informata sui fatti, ma dopo mesi di indagini, è passato rapidamente a essere indagato per istigazione al suicidio e ad essere successivamente accusato di omicidio volontario aggravato.
Causa della morte
Secondo la perizia sul corpo di Carlotta Benusiglio del 2018, la donna morì proprio per “asfissia prodotto da impiccamento”; inoltre sul documento ufficiale rilasciato dal medico legale leggiamo:
Il cadavere non presenta lesioni scheletriche riconducibili ad un eventuale strangolamento, parziale o totale, con successiva sospensione del corpo.
Marco Venturi è stato accusato di aver ucciso la fidanzata per futili motivi, con dolo d’impeto, stringendole il collo con una sciarpa o con il proprio braccio, strangolandola. Inoltre, sul fascicolo delle indagini si legge:
La ragazza affetta dalla «sindrome di Eagle» sarebbe deceduta subito per asfissia meccanica da strangolamento e lui avrebbe simulato una impiccagione sospendendo parzialmente con la sciarpa il cadavere ad un albero verso le 3.40 di notte.
Chi L’ha Visto, che si occupa del caso, recentemente ha reso note nuove perizie sulle telecamere di videosorveglianza presenti nel quartiere dove è stato ritrovato il corpo di Carlotta Benusiglio; di seguito il video:
Padre e sorella
Giorgia Benusiglio, la sorella di Carlotta, è stata intervistata lo scorso novembre dal programma RaiNews24 e ha raccontato quali sono state le confidenze della stilista ormai scomparsa:
Lei aveva denunciato più volte le violenze subite, ma anche in strada le persone avevano contattato le forze dell’ordine perché vedevano la situazione, mia sorella veniva presa per i capelli e trascinata sul marciapiede. Aveva denunciato più volte, ma queste denunce non sono poi andate a buon fine diciamo. Si era fatta delle foto dei maltrattamenti, ma non aveva il cloud in quel momento e quando il suo fidanzato vide queste foto, le lanciò il telefono e gliele distrusse, quindi mi disse che non aveva più nulla: io le consigliai di aprirsi una cartella sul pc e di mettersi dentro tutto quanto di modo che potesse rimanere, ovvio che i miei consigli non erano solo quelli, le dicevo di lasciarlo, che avremmo superato insieme la cosa e via dicendo.
La sorella di Carlotta Benusiglio ha continuato dicendo:
Più volte ha chiesto aiuto ma aveva anche tanta paura. Lo aveva denunciato poi la polizia ha sentito Marco Venturi e subito dopo, risentita mia sorella, riferisce che non c’erano più problemi ma dopo una settimana circa si troveranno nelle carte giudiziarie che lei era finita in ospedale per delle percosse subite da una persona pluri-recidiva. Un mese prima di morire era andata alla polizia dicendo che aveva paura per la sua incolumità. Era ben cosciente di quello che stava succedendo, io ho lasciato anche per un periodo il lavoro per stare vicino a lei, abbiamo contattato il centro anti-violenza ma ci hanno risposto che se non è la vittima a contattare non possono fare nulla, quindi noi famigliari avevamo un po’ le mani legate. Lei passava da momenti in cui voleva lasciarlo a momenti in cui poi ci teneva insieme e quando lo lasciava veniva stalkerizzata.
Altre dichiarazioni
Ecco cosa è successo pochi giorni prima che Carlotta morisse:
Una settimana prima che Carlotta morì ci siamo trovati ad un tavolo con tutta la famiglia, eravamo terrorizzati, non sapevamo cosa fare, volevamo farle un Tso ma non era fattibile perché lei era cosciente. Ricordo che il mio ex fidanzato disse: ‘non vorrei mai tornare un giorno a casa e doverla andare a prendere in obitorio’. Io sono partita per lavoro e quando sono tornata ed era in obitorio.
Quando mi hanno chiamato per avvisarmi ero convinta che dovevo andare in ospedale, e invece quando mi hanno detto che era morta mi è crollato il mondo addosso, ho gridato subito “cosa ha fatto?”, ma mi hanno detto un suicidio. Per me era impossibile: si è scoperto che erano insieme quella notte e che avevano litigato ecc ecc, una morte annunciata, noi ce lo aspettavamo, avevamo paura non sapevamo cosa fare.
E infine, la sorella di Carlotta Benusiglio ha concluso dicendo:
Quando è stata ricoverata in ospedale che l’avevano presa per i capelli, le hanno ricucito un ovaio che era esploso, hanno visto segni pregressi, dei lividi e quindi hanno contattato un avvocato e un’associazione sulla violenza contro le donne. lei ha sentito un avvocato e ha detto che aveva paura della sua incolumità e della famiglia”.
L’ultima parte dell’intervista la sorella di Carlotta Benusiglio la dedica ad un appello: “Grazie alle sue denunce e il fatto di essere andata in ospedale è la sua parola e la sua voce, lei oggi non può parlare e quello è il suo modo per farsi sentire. è importantissimo denunciare ma è importante anche tutelare le vittime e lanciare messaggi chiari, quindi sono felice che il pm ha chiesto 30 anni: il messaggio preciso deve essere ‘non si deve fare o si paga a caro prezzo’.
Esattamente come la sorella, anche il padre di Carlotta è dell’avviso che sua figlia non si sarebbe mai suicidata e soprattutto non in quel modo.
Processo
Il PM ha chiesto per Marco Venturini 30 anni, ma sarà il processo a stabilire cosa accadrà all’ex fidanzato di Carlotta Benusiglio.
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