Emanuela Orlandi, tutta la storia: cosa è successo? Età quando è morta, madre, padre, fratello, dove si trova il corpo, ultime notizie

Emanuela Orlandi è una giovane ragazza scomparsa dal centro di Roma nei primi Anni Ottanta. Cosa le è successo?

Emanuela Orlandi è una giovane ragazza scomparsa dal centro di Roma nei primi Anni Ottanta. Di lei si sono perse le sue tracce moltissimi anni fa e il suo caso rimane ancora irrisolto.

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Cosa è successo a Emanuela Orlandi?

Dopo 39 anni il caso di Emanuela Orlandi è ancora irrisolto: la ragazza è scomparsa il 22 giugno del 1983 dopo la sua lezione di musica. Verso le 18:45 chiamò sua sorella Federica per comunicarle che sarebbe tornata a casa in ritardo a causa dei mezzi di trasporto e aggiunse di aver ricevuto una proposta di lavoro come promoter di cosmetici Avon per un compenso di 370mila lira. Una cifra davvero esosa per l’epoca.

Emanuela, verso le 19:30 si recò con Maria Grazie e Raffaella, due sue amiche, alla fermata in Corso Rinascimento, a Roma, e mentre le altre due salivano sull’autobus, la Orlandi comunicò di voler aspettare il prossimo. Secondo un’altra ricostruzione, invece, la ragazza disse di voler aspettare il misterioso uomo che le offrì il lavoro come promoter. Da quel momento non si hanno più sue notizie.

Le ricerche

Non vedendola tornare, il padre Ercole e il fratello Pietro iniziarono a cercare Emanuela Orlandi senza sosta. Inizialmente nei pressi della scuola di musica e poi nei dintorni del Colle Vaticano. Nessuno aveva più visto o sentito la ragazza. Solo a questo punto vennero allertate le Forze dell’Ordine presso il Commissariato Trevi per formalizzare la denuncia di scomparsa, che fu ufficializzata il 23 giugno del 1983. Il giorno seguente ancora, il 24 giugno, la città di Roma era tempestata di manifesti che ritraevano la quindicenne scomparsa:

Anni 15, alta 1.60. Al momento della scomparsa indossava un paio di jeans, camicia bianca e scarpe da ginnastica. Non si hanno sue notizie dalle ore 19 di mercoledì 22 giugno. Chi avesse notizie utili è pregato di telefonare al numero 69.84.982.

emanuela orlandi manifesti

I manifesti

Inizialmente si pensò che quello di Emanuela Orlandi fosse un allontanamento volontario, ma dopo l’affissione dei volantini la famiglia della ragazzina fu letteralmente invasa dalle telefonate con segnalazioni di ogni tipo. Purtroppo nessuna di queste fu utile per le indagini. Pietro Orlandi, fratello maggiore della giovane, scoprì che sua sorella fu avvistata in compagna di un signore alto e ben vestito intorno a Piazza Santa Apollinare; questa segnalazione fu confermata da un vigile urbano. L’uomo venne rintracciato, ma si scoprì che non aveva nulla a che vedere con il lavoro di promoter proposto alla ragazza scomparsa e si rivelò semplicemente un millantatore.

L’incontro con Ali Ağca

Nel luglio del 1983, la famiglia Orlandi venne allertata da due chiamate anonime: gli interlocutori suggerivano che Emanuela fosse in loro ostaggio e contrattarono per la scarcerazione di Ali Ağca, il terrorista che sparò a Papa Giovanni Paolo durante il maggio del 1981. Nonostante i 20 giorni di tempo per la trattative, la vicenda non ebbe alcun seguito reale. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, il 2 febbraio del 2010 riuscì a ottenere un colloquio con Ağca, che confermò il rapimento della ragazza da parte del Vaticano, ma fu ritenuto ancora una volta inattendibile. Il mandante del sequestro sarebbe stato il Cardinale Giovanni Battista Re.

La banda della Magliana

Il nome di Emanuela Orlandi è strettamente legato a quello della Banda della Magliana. Nel 2005, infatti, durante Chi L’ha Visto, una telefonata anonima annunciò quanto segue:

… Per trovare la soluzione del caso, andate a vedere chi è sepolto nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare e del favore che Renatino fece al cardinal Poletti, all’epoca.

La polizia scientifica fece il sopralluogo solamente nel 2012, ben 7 anni dopo. Nel 2008, però, Sabrina Minardi, legata sentimentalmente a Enrico De Pedis decise di collaborare con la giustizia.

sabrina minardi

Sabrina Minardi

La donna dichiarò che Emanuela Orlandi sarebbe stata rapida proprio dalla Banda della Magliana su richiesta del Presidente dello IOR, Paul Marcinkus. Secondo la ricostruzione della ex di De Pedis, quindi, la ragazza sarebbe stata merce di scambio nelle trattative di restituzione del denaro investito dalla banda nelle casse dello IOR. Sempre stando alla versione della Minardi, l’affare saltò e la Orlandi venne uccisa. Questa tesi venne sostenuta anche da altri due membri dell’organizzazione criminale: Antonio Mancini, nel 2007, e il pentito Maurizio Abbatino.

paul marcinkus

Paul Marcinkus

La Basilica di Sant’Apollinare

Dopo la telefonata anonima a Chi L’ha Visto, gli inquirenti verificarono se nella cripta della Basilica fossero presenti i resti di Renatino De Pedis ed effettivamente li trovarono. Sabrina Minardi quindi era attendibile; si continuò a scavare pensando che Emanuela Orlandi fosse sepolta in quelle muta. Si cercò ovunque, compresi nei luoghi non mappati nelle cartine catastali. Vennero rinvenute 409 cassette contenenti ben 52.188 ossa e un sacco nero con resti umani murati nel locale di fronte la tomba di De Pedis, ma nessuna di queste apparteneva ad Emanuela. Ancora oggi rimane un mistero di chi fossero le ossa rinvenute durante le ricerche.

Ultime news

Dopo anni e anni di silenzio, però, l’ex procuratore capo di Roma – Giancarlo Capaldo – ha recentemente fatto riferimento a una trattativa segreta relativa proprio alla scomparsa della ragazza e alla sepoltura di Enrico De Pedis. L’uomo ha affermato di avere importanti elementi da comunicare alla famiglia della giovane. All’epoca dell’inchiesta, quando ne era titolare, Giancarlo Capaldo fu invitato da alcuni esponenti del Vaticano ad eliminare l’attenzione negativa che la stampa riservava allo Stato Pontificio in quel periodo. La Chiesa, insomma, chiedeva la riapertura della tomba per cancellare qualsiasi collegamento tra la sua sepoltura e la sparizione di Emanuela Orlandi. L’ex procuratore, però, avrebbe fatto presente agli emissari che la riesumazione del corpo del malavitoso non era un’attività prioritaria, ma si sarebbe potuti arrivare a un compromesso.

emanuela-orlandi

Emanuela Orlandi

In cambio, infatti, Capaldo chiese la possibilità di far ritrovare il corpo di Emanuela o ricevere informazioni utili e decisive al fine della indagini. I due emissari del Pontefice si riservarono di conferire con altri esponenti gerarchicamente superiori. Il periodo di riferimento è quello fra il 2011 e il 2012, sotto Papa Benedetto XVI. La trattativa, tuttavia, si arenò con la nomina a capo della procura del Dottor Giuseppe Pignatone. Al contempo, poi, Papa Ratzinger si dimise poco dopo, ma proprio nel 2012 la salma di De Pedis fu trasferita dalla Basilica di Sant’Apollinare al cimitero di Prima Porta per procedere con la cremazione. 

Cosa succede adesso?

Dopo le dichiarazioni di Capaldo e la sua disponibilità nel dichiarare i nomi degli esponenti vaticani che lo raggiunsero dieci anni fa, l’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, ha presentato una richiesta di interrogatorio dello stesso al Promotore di Giustizia Vaticano e al Consiglio superiore della magistratura.

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