La storia di Yara Gambirasio arriva su Netflix sotto forma di film: la famiglia della ragazzina uccisa non ha mai dato il suo consenso.
Arriva su Netflix la storia di Yara Gambirasio, la ragazzina scomparsa e uccisa a Brembate di Sopra. Il film ha creato grande scalpore e interesse nel pubblico, ma qualcosa stride: la famiglia non ha mai dato il consenso al regista per usare la loro terribile storie.
Leggi anche: chef Alessio Madeddu ucciso con l’ascia: chi era? Cosa è successo? I fatti
Yara Gambirasio arriva su Netflix: scontro fra famiglia e regista
Yara Gambinario è scomparsa dalla provincia di Bergamo nel novembre del 2010 ed è stata ritrovata assassinata nel febbraio del 2011. La tredicenne di Brembate di Sopra è stata trovata in un campo poco lontano dalla palestra dove si allenava; dopo mesi di indagini – finalmente – gli inquirenti hanno incastrato quello che secondo loro è il colpevole: Massimo Bossetti.
Oggi Marco Tullio Giordana ha diretto un film proprio sulla terribile storia di Yara Gambirasio; il magazine Fanpage.it ha raggiunto Andrea Pezzotta ed Enrico Pelillo, i legali della famiglia della ragazzina uccisa. Alla testata è stato dichiarato che nessun membro della famiglia Gambirasio ha mai dato il consenso al regista del film Netflix per usare la loro storia: fra la madre di Yara e il regista non c’è mai stato alcun dialogo né tantomeno alcun accordo. Ecco le parole di Andrea Pezzotta:
Non c’è stato nessun accordo, nulla. La famiglia lo ha scoperto a cose fatte, solo dopo hanno fatto una telefonata a me, ma a film già confezionato. Il film non l’ho neanche visto. I Gambirasio non hanno rilasciato alcuna dichiarazione, non lo fanno in altre circostanze figuriamoci in una situazione del genere.
Anche l’avvocato che segue Massimo Bossetti – Claudio Salvigni – si è espresso sul film Netflix che riguarda Yara Gambirasio e indirettamente il suo assistito. Ecco le parole al magazine Oggi:
Non siamo stati consultati dal regista, un errore viste le mancanze del film, ci sono gravi inesattezze.
Il regista del film Yara risponde alle accuse
Finalmente, poi, è arrivata la parola di Marco Tullio Giordana, il regista del film che prossimamente uscirà su Netflix. L’uomo ha dichiarato che ha studiato tutti i verbali dell’interrogatorio, gli atti processuali, le sentenze, i libri e i resoconti dei giornali per realizzare e confezionare il film che riguarda la storia di Yara Gambirasio. Così, a Repubblica ha detto:
Ho portato i fatti sul grande schermo come fossero collocati nella preistoria, ogni rabbia o passione spenta, detestando per indole ogni illecita morbosa curiosità. Bisogna che la sceneggiatura sia puntigliosa, ma un film dovrebbe soprattutto evocare un flusso di emozioni guidato dalle immagini, dalla loro composizione, dal loro ritmo, dalla musica o dai silenzi (anch’essi musica). E, soprattutto, dalla capacità degli attori di “trasmettere”, come stazioni radio, come onde ipersensibili al confine della telepatia.