Chi era Marta Russo, studentessa uccisa a La Sapienza di Roma?

Marta Russo era la giovane studentessa uccisa nel misterioso omicidio della Sapienza, nel maggio 1997, nella città universitaria a Roma.

Marta Russo era la giovanissima studentessa uccisa nel misterioso omicidio della Sapienza avvenuto nel 1997 all’interno della città universitaria a Roma. Scopriamo tutti i dettagli e chi era la ragazza vittima del delitto.

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Marta Russo era una giovanissima studentessa di Giurisprudenza che la mattina del 9 maggio 1997, alle ore 11:42, si trovava nel posto sbagliato al momento del tutto inopportuno. La ragazza, ex campionessa regionale di scherma, percorreva tranquillamente un vialetto all’interno della città universitaria della Sapienza in maniera spensierata, come solo una ragazza di 22 anni e con tutta la vita davanti poteva fare. Era in compagnia dell’amica Jolanda Ricci, quando un proiettile calibro 22 l’ha raggiunta direttamente alla testa.

Marta Russo, la studentessa ventiduenne uccisa da un colpo di pistola / Foto: Corriere.it

La pallottola le ha penetrato la nuca, dietro l’orecchio sinistro, spezzandosi in undici frammenti che causarono danni irreversibili. I testimoni parlarono di un colpo attutito, come sparato da un’arma col silenziatore, identificata in una carabina o una pistola (come verrà detto in seguito nel processo).

Marta Russo / Foto: Ultime Notizie

Marta era nata il 13 aprile 1974, aveva compiuto appena 22 anni un mese prima della sua morte.

I soccorsi

Tra i soccorritori vi fu anche lo zio della studentessa, dipendente della Sapienza. La ragazza fu trasportata al vicino Policlinico Umberto I, dove arrivò in coma. La morte cerebrale della ragazza avvenne il 13 maggio, alle ore 22, constatata dai medici. I genitori, Donato Russo e Aureliana Iacoboni, e la sorella Tiziana hanno deciso di donarne gli organi, seguendo un desiderio espresso anni prima da Marta dopo aver visto un servizio televisivo sul delitto di Nicholas Green.

I luoghi dell’omicidio della Sapienza dove è stata colpita Marta Russo / Foto: Cultura

La spina ai macchinari che tenevano in vita la ragazza venne staccata la notte del 14 maggio: Marta fu dichiarata morta. Alla celebrazione dei funerali solenni, avvenuti all’interno dell’ateneo, hanno partecipato numerosi politici, tra cui il premier del tempo Romano Prodi, Walter Veltroni, Luciano Violante e Luigi Berlinguer. Presente anche una folla numerosa di studenti, amici e persone comuni. Persino Papa Giovanni Paolo II ha inviato un messaggio alla famiglia.

Fidanzato di Marta Russo

È la sorella Tiziana che, nel libro dedicato alla ragazza, Marta Russo: mia sorella, ripercorre la vita della studentessa, soprattutto le ultime ore nel reparto di neurochirurgia. Proprio tra le pagine del suo scritto troviamo notizie del fidanzato di Marta. Ecco quello che ricorda:

Per tentare di risvegliarla le provammo tutte. Col suo fidanzato di allora, Luca, passammo ore accanto a lei, sperando che sentisse la musica che le avevamo portato, la sua canzone preferita, “L’Aurora” di Eros Ramazzotti. Ecco, sarebbe bello se proprio oggi che è l’anniversario, Eros le dedicasse un saluto sulla sua pagina Facebook. Sarebbe un piccolo grande regalo.

Marta Russo, mia sorella, il libro di Tiziana Russo sul delitto della Sapienza / Foto: Amazon

Il libro è racconto intimo, fra ricordi e affetti.

Giovanni Scattone

È la persona ritenuta colpevole dell’omicidio di Marta Russo. Scattone all’epoca dei fatti era assistente universitario alla cattedra di filosofia del diritto dell’Università della Sapienza a Roma. Nel 2003 è stato riconosciuto responsabile con sentenza definitiva per omicidio colposo aggravato. Una condanna di 5 anni e quattro mesi di reclusione per omicidio colposo per lui che ha coinvolto anche  il collega di studi Salvatore Ferraro per favoreggiamento. Entrambi hanno negato ogni colpa loro addebitata, affermando sempre la loro innocenza.

Giovanni Scattone, l’assistente universitario di filosofia del diritto condannato per la morte di Marta Russo / Foto: Roma.Corriere.it

Nella prima sentenza si specifica che Scattone avrebbe esploso un colpo per errore, maneggiando una pistola per motivi ignoti, forse per provare l’arma sparando contro un muro o senza sapere che fosse carica. Ferraro lo avrebbe coperto, tacendo e portando via l’arma.

I condannati per l’assassinio di Marta Russo: Giovanni Scattone (a sinistra) e Salvatore Ferraro (a destra)  / Foto: La voce del Trentino

Aula 6

L’aula 6 dell’Istituto di Filosofia del Diritto è protagonista della vicenda giudiziaria che ha visto vittima innocente Marta Russo. Il 19 maggio 1997 i poliziotti della Scientifica scoprono tracce di polvere da sparo all’interno della stanza.

Gli esami all’interno dell’aula sono stati svolti anche perché durante gli interrogatori Maria Chiara Lipari, altra assistente dell’Istituto di Filosofia del Diritto,  il 13 giugno ha raccontato di aver visto alcune persone nell’aula 6. Tra queste le persone indicate c’erano Gabriella Alletto e l’usciere Francesco Liparota.

Indagini nell’aula 6 / Foto: Corriere.it

Ed è proprio Gabriella Alletto che il 14 giugno accusa e punta il dito contro gli assistenti universitari Salvatore Ferraro e Giovanni Scattone, confermando anche il nome di Liparota. I tre vengono arrestati nella notte per concorso in omicidio volontario.

Il 1 giugno 1999 la Corte d’assise condanna in primo grado Scattone a 7 anni per omicidio colposo e Ferraro a 4 per favoreggiamento. Assolte le altre persone coinvolte.

Il processo di secondo grado

Il 3 maggio del 2000 l’aula 6 torna nuovamente a essere protagonista delle indagini. Si apre il processo di secondo grado. La Corte d’assise d’appello dispone due nuove perizie: la particella trovata sulla finestra dell’aula 6 non sarebbe riconducibile al proiettile e la traiettoria dello sparo sarebbe invece compatibile con un colpo partito sia dall’aula 6, sia dal bagno disabili del piano terra.

Visuale dall’Aula 6 / Foto: Corriere.it

Il 30 novembre 2002 la Corte giudica Giovanni Scattone colpevole di omicidio colposo e lo condanna a 6 anni di reclusione, più l’interdizione dai pubblici uffici.

Il 15 dicembre 2003 la Cassazione conferma le condanne di Scattone e Ferraro con un lieve sconto di pena: cinque anni e 4 mesi al primo, 4 anni e 2 mesi al secondo.  Scattone viene trasferito a Rebibbia.

Scontata la pena, prima in carcere, fino al 2004, poi ai servizi sociali occupandosi della riabilitazione dei disabili, fino al 2006. Non più interdetto dai pubblici uffici, Giovanni Scattone ha anche lavorato come insegnante di liceo supplente: nel 2011 ha ottenuto una supplenza in storia e filosofia presso il liceo scientifico Cavour di Roma, lo stesso dove aveva studiato Marta Russo, generando pareri contrastanti tra insegnanti, genitori e studenti riguardo alla sua riammissione all’insegnamento.

Nel 2015 ottiene una cattedra in psicologia all’istituto Einaudi di Roma, diventando insegnante di ruolo, a seguito del superamento nel 2012 del relativo concorso a cattedra. Rinuncia tuttavia all’incarico pochi giorni dopo affermando di aver perso la serenità necessaria per quel tipo di lavoro. Oggi Scattone lavora come traduttore, correttore di bozze e ghost writer.

La scena dell’omicidio della Sapienza poche ore dopo / Foto: Panorama

Il caso di Marta Russo è diventato nel corso degli anni uno dei misteri irrisolti della cronaca nera italiana.

La tomba di Marta Russo

Marta Russo è sepolta nel Cimitero del Verano di Roma. La tomba si trova, dal 2007, in un nuovo settore rispetto a quello originario, al riquadro 85.

La tomba di Marta Russo / Foto: B in Rome

In memoria di Marta Russo

A Marta Russo è stata concessa la laurea alla memoria alla presenza del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, inoltre è apposta una targa commemorativa e intitolate alcune aule dell’ateneo. Il 26 maggio 2001 la seconda edizione del torneo di scherma Trofeo Marta Russo è diventato internazionale.

Folla al funerale di Marta Russo / Foto: Forum Community

Nel 2001 fu dedicato a Marta Russo un parco nel quartiere Labaro in Roma, adiacente a via Gemona del Friuli. Dal 14 maggio 2003 si svolge il premio Marta Russo. La Donazione degli organi: gesto d’amore a favore della vita, rivolto agli studenti degli istituti di scuola media superiore di Roma e provincia, promosso dall’Associazione Marta Russo e dalla Provincia di Roma. Il 5 maggio 2010 l’Istituto Comprensivo Via Italo Torsiello di Roma, frazione di Trigoria, fu intitolato a Marta Russo con una cerimonia alla quale parteciparono i genitori della ragazza.

Targa in memoria di Marta Russo / La Repubblica

 

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