Francesca Neri, moglie di Claudio Amendola, e la terribile malattia: «Ho pensato al suicidio», cosa ha?

Francesca Neri ha parlato della sua malattia raccontandosi a cuore aperto; la moglie di Claudio Amendola ne ha anche scritto un libro.

Francesca Neri, la moglie di Claudio Amendola, soffre di una tremenda malattia: la cistite interstiziale. A causa di questa invalidante patologia, la donna ha anche pensato di togliersi la vita.

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Francesca Neri parla della sua malattia

Francesca Neri nella sua recente intervista per il Corriere della Sera ha parlato della sua malattia: la cistite interstiziale ha cambiato la sua vita costringendola a rimanere chiusa in una stanza della sua casa. Da questa esperienza è nato anche il suo libro Come Carne Viva (QUI il link per acquistarlo). Ecco le sue parole:

Ho accarezzato l’idea del suicidio. Ho passato mesi a giocare a burraco online di notte. Il mio lockdown è durato tre anni. E quando è arrivato per tutti, con la pandemia, sono stata meglio perché condividevo la situazione degli altri.

Anche Claudio Amendola, marito di Francesca, di recente si è commosso in diretta televisiva parlando del coraggio, della forza e della tempra d’animo della sua dolce metà:

Francesca fa fatica. Ha combattuto con se stessa, col suo fisico, con il suo corpo. E quando sei una persona molto intelligente riesci a trovare anche nella malattia, nello star male, un motivo per cercare della forza per poi star bene. Quando non è una malattia chiara, quando non hai una cosa che riesci a riconoscere, ma hai una difficoltà nel vivere le tue giornate, una difficoltà fisica perché è un dolore fisico enorme cerchi in qualche modo di capire.

Ancora, Francesca Neri, raccontandosi a cuore aperto, ha detto:

È durata tre anni la fase acuta, non ne sono fuori, non si guarisce, impari a gestirla e a non provocarla in modo che non sia invalidante. I primi due anni, io che non credo ai social, sono stata in una chat di donne che soffrono questa patologia. Poi ho trovato un equilibrio, devo imparare a difenderlo. Ho cominciato a privarmi di cose che potevano scatenare una reazione. L’aria condizionata, il caldo, certi cibi. La vescica è una parete e se viene lesionata si creano ferite interiori. Le conosco bene, le ho anche nell’anima.

Parlando del suo libro e di sua madre, poi, la Neri ha riferito:

Il libro non l’avrei scritto se non ci fosse più mia madre. È la cosa che mi ha segnata…  Ho imparato a vivere senza una madre, ma con una madre presente. La malattia non l’ha capita, diceva che da giovane anche lei soffriva. Era una donna semplice e umile, senza curiosità, incapace di esprimere sentimenti. Non mi ha mai fatto un complimento in vita sua, mai stretto tra le sue braccia, mai affondato le dita nei miei capelli. Il mio terrore era di diventare come lei.

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