Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è uno dei simboli della lotta contro la mafia, eroe dell'arma dei Carabinieri, ucciso il 3 settembre 82
Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è uno dei simboli della lotta contro la mafia, considerato un vero e proprio eroe per l’arma dei Carabinieri è stato ucciso il 3 settembre 1982 in un agguato criminale dove persero la vita anche la moglie e un agente della scorta. Conosciamolo meglio e scopriamo tutti i dettagli.
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Chi era il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa?
Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è uno dei simboli eterni della lotta contro la mafia, considerato un vero e proprio eroe per l’arma dei Carabinieri. Nato a Saluzzo il 27 settembre 1920, era figlio di un ufficiale dei carabinieri che si ritirò nel 1955 con il grado di vice comandante generale dell’Arma. Questo fece sì che Carlo Alberto Dalla Chiesa crescesse in un ambiente dove la legge, l’onore e l’amore per la patria fossero elementi fondamentali.
Carlo Alberto Dalla Chiesa inizia la sua carriera militare nel 1941, quando viene scelto come sottotenente durante la guerra del Montenegro. Un anno dopo viene assegnato alla tenenza di San Benedetto del Tronto.
Carlo Alberto Dalla Chiesa e la seconda guerra mondiale
Ebbe anche un ruolo importante durante la seconda guerra mondiale e l’occupazione nazista. Il Generale si rifiutò sempre di svolgere azioni anti-partigiane e collaborò attivamente, diventando responsabile delle trasmissioni radio clandestine, che avevano un canale aperto con le forze degli alleati americani.
Dalla Chiesa considerò il servizio svolto durante la Seconda guerra mondiale come esperienza fondamentale della sua intera esistenza. In particolare sottolineò l’importanza della resistenza, che ricordò sempre con molto onore perché
Mi trovai alla testa di bande di patrioti e responsabile di intere popolazioni.
Nel luglio del 1946 sposò Dora Fabbo, anche lei discendente da una famiglia dedita all’Arma. Dal matrimonio nacquero tre figli: Rita Dalla Chiesa, nota conduttrice televisiva, Nando Dalla Chiesa e Simona Maria Dalla Chiesa. Nel settembre del 1949 entrò a far parte del Corpo Forze Repressione Banditismo (CFRB) in Sicilia.
Per la sua attività al CFRB Dalla Chiesa ricevette una medaglia d’argento al valor militare.
Comando a Palermo
Carlo Alberto Dalla Chiesa assunse il comando della Legione di Palermo nel 1966, rivestendo un ruolo principale in quella che è considerata la prima guerra della mafia. Se da una parte Carlo Alberto Dalla Chiesa era sempre attento al rigore delle sue caserme ma anche al lato umano con cui aiutava i cittadini siciliani, fu davvero fondamentale il suo apporto e la sua collaborazione con la commissione antimafia.
Lotta alla mafia
Fu Dalla Chiesa a introdurre le schede dei mafiosi, che avevano il compito di porre l’accento anche sui legami familiari e d’affiliazione che servivano per comprendere i legami tra i criminali che l’uomo era chiamato a debellare. A questo riguardo, durante un incontro alla commissione antimafia del 1962 riportato dal sito dei carabinieri, il militare disse:
Vorrei mostrare una scheda, che io ho preparato per la mia legione, per tutti i miei collaboratori, dedicata proprio ai mafiosi o indiziati tali.(…) attraverso le parentele e i comparati, che valgono più delle parentele, si può avere una visione organica della famiglia, della genealogia, più che un’anagrafe dei mafiosi.
Quest’ultima è limitata al personaggio; la genealogia di ciascun mafioso ci porta invece a stabilire chi ha sposato il figlio del mafioso, con chi si è imparentato, chi ha tenuto a battesimo, chi lo ha avuto come compare di matrimonio.
E tutto questo è mafia, è propaggine mafiosa (…) è molto più efficace seguire i mafiosi così, cioè non attraverso la scheda solita del ministero dell’Interno, ma da vicino, attraverso i figli, attraverso i coniugi dei figli, attraverso le provenienze, le zone dalle quali provengono, perché anche le zone d’influenza hanno la loro importanza.
Nel 1973, dopo la promozione a Generale, Dalla Chiesa svolse un ruolo importante anche alla lotta al terrorismo e alle Brigate Rosse, soprattutto per quanto riguardava il sequestro del sostituto procuratore di Genova, Mario Sossi: la difficile trattativa per la liberazione dell’uomo portò Dalla Chiesa a cercare di contrastare il terrorismo di sinistra attraverso il Nucleo speciale di polizia giudiziaria. Sempre attento e sempre integerrimo, Carlo Alberto Dalla Chiesa continuò a combattere contro la mafia in Sicilia, in una Regione sempre più devastata dalla criminalità, in cui gli omicidi aumentarono a dismisura.
Com’è morto il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa
Il Generale fu sempre in prima linea nella lotta: questo, naturalmente, lo rese un bersaglio per i criminali che vedevano in questo uomo integro un grande ostacolo al proprio successo. La sera del 3 settembre 1982, mentre era in macchina con la seconda moglie Emanuela Setti Carraro, Carlo Alberto Dalla Chiesa venne affiancato da un commando di Cosa Nostra. Sul corpo del militare e di sua moglie vengono sparate trenta pallottole di kalashnikov che uccidono i due. Nello stesso attentato muore anche Domenico Russo, agente della scorta.
Riassumiamo
Nella metà degli anni settanta, quando il Generale Dalla Chiesa era comandante dei Carabinieri in Sicilia ricevette un giorno una telefonata dal capitano un responsabile della cittadina di Palma di Montechiaro, che gli riferì di essere stato minacciato dal boss mafioso locale.
Dalla Chiesa si recò subito a Palma di Montechiaro, prese a braccetto il capitano e iniziò a passeggiare lentamente con lui su e giù per la strada principale. Tutti li guardavano. Alla fine questa strana coppia si fermò dinanzi alla casa del boss mafioso della cittadina.
I due indugiarono quanto bastava a far capire a tutti che il capitano non veniva lasciato solo.
Molti anni dopo il Generale disse:
Tutto ciò che chiedo è che qualcuno mi prenda a braccetto e passeggi con me.
Questa storiella Carlo Alberto Dalla Chiesa la raccontò una mattina al Console degli Stati Uniti che era andato a trovarlo nella sua residenza di prefetto a Palermo. Era la mattina del 3 settembre 1982 : quella era la richiesta finale di Dalla Chiesa per uscire dalla solitudine che lo stava conducendo alla morte. Ebbe appena il tempo di congedarsi dal console e di trascorrere la sua ultima giornata di lavoro in ufficio e poi di sera, poco dopo le 21, senza nessuno che lo tenesse sottobraccio, trovò i killer per strada che uccisero lui, la moglie Emanuela Setti Carraro e il suo agente di scorta Domenico Russo.
Non dimentichiamolo.
Questa testimonianza è stata concessa dal magistrato Sebastiano Ardita, suo amico.
Chi era sua moglie
Emanuela Setti Carraro era la seconda moglie del Generale Dalla Chiesa. Nata a Borgosesia, un comune piemontese in provincia di Vercelli il 9 ottobre 1950, morì insieme con il marito a Palermo, nella strage di via Carini, il 3 settembre 1982, ad appena 32 anni, soltanto cinquantaquattro giorni dopo il loro matrimonio.
Sposò il 10 luglio 1982 il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, superando con determinazione le titubanze dei genitori a causa della differenza di 30 anni di età. Il matrimonio venne celebrato, in forma privata, nella chiesetta di Castel Ivano a Ivano-Fracena in Trentino.
La sera di venerdì 3 settembre 1982, alle ore 21 e 15 Emanuela era alla guida della sua A112 con a fianco il marito. I corpi di entrambi furono rinvenuti crivellati di colpi. Il generale abbracciava sua moglie come in un disperato tentativo di proteggerla con il proprio corpo. Dopo le raffiche di kalashnikov contro la vettura, il sicario scese dalla sua motocicletta, girò attorno alla vettura e con una pistola le sparò un colpo alla testa, sfigurandola. Pur non essendo la prima donna vittima della mafia, a quel tempo la sua morte suscitò molte riflessioni sull’evoluzione della pratica mafiosa, che aveva ormai abbandonato la regola d’onore di non uccidere le donne.
Figli
Dal matrimonio con la prima moglie, Dora Fabbo, nacquero tre figli. Rita Dalla Chiesa è una nota conduttrice televisiva, Nando Dalla Chiesa, scrittore e giornalista, e Simona Maria Dalla Chiesa.
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